All’inferno e ritorno: in meno di 8 minuti, il Messina passa dall’avere un piede e mezzo in serie D a recuperare 3 punti nei confronti della Casertana, rimettendosi in lizza per la salvezza, attraverso la doppia sfida nei playout. Una botta di adrenalina clamorosa per l’ambiente, ma, soprattutto, un premio più che giusto, sacrosanto, a questo gruppo composto da tecnico, calciatori, staff dirigenziale di campo, direttore sportivo e figure dell’organigramma diverse dai rappresentanti legali, capace di onorare e rispettare il Messina, nel momento più complicato della sua storia recente. CHIAMATA ALLE ARMI - Adesso, serve un moto di orgoglio e lo sforzo concreto da parte di istituzioni, tifosi, parte sana della città per salvare il Messina, sintonizzandosi sulla stessa lunghezza d’onda della squadra, capace di rimontare il Giugliano e conquistare tre punti di platino a 4 giornate dalla fine della stagione regolare. Ovviamente, la vittoria di ieri non è decisiva ai fini della salvezza sul campo, però toglie ogni alibi a chi deve agire subito o finirla di fuggire dalle proprie responsabilità per un diabolico sentimento di vendetta.
Il Messina, in campo, è ancora vivo, anzi, lotta più di prima. L’analisi delle prestazioni dei singoli non può non partire da chi ha schierato questa squadra, dandole, prima di tutto, un’anima battagliera, senza dimenticare le doti tecniche di alcuni calciatori che la compongono.
Simone Banchieri (7,5), dopo appena 15’, si trova a dover sostituire 2 difensori, preda di infortuni muscolari non prevedibili, seppure sia Marino che Haveri avessero avuto qualche problemino durante l’ultima settimana, ma serviva stringere i denti vista la squalifica di Dumbravanu e l’infortunio occorso a Morichelli.
Le due sostituzioni portano a uno spostamento di uomini proprio nel reparto più delicato in una gara esterna, costringendoli all’adattamento in ruoli non propri. Eppure, Gyamfi (7) gioca in modo molto attento da centrale a destra, con l’unico neo della confusione in cui cade sul corner del 2-1, Garofalo (7) si sacrifica da terzino sinistro limitando i danni in copertura e risultando determinante soprattutto nel finale di gara, quando si proietta in area avversaria più volte, seminando lo scompiglio. Entrambi sono i protagonisti dell’azione che porta al gol del ghanese, innescata da una giocata imperiosa dell’altro subentrato durante il primo tempo, Marcel Buchel (7,5), capace, dopo 85’ giocati con estremo impeto e lucidità, di recuperare palla, controllarla, alzare la testa e innescare Garofalo a tu per tu con Russo. L’austriaco nazionale del Liechtenstein si inventa anche una percussione rugbistica che porta al rigore del primo pareggio, oltre a costituire un riferimento preziosissimo di tutta la squadra per l’intero match. Tutto questo con un ginocchio malconcio e un problema all’anca che ne hanno limitato l’impiego nelle ultime gare: monumentale.
Prestazione ad alti livelli anche per Gelli (6,5), un calciatore di classe, fisicità e presenza in campo di livelli assoluti per la categoria. Il fiorentino pecca di attenzione sulla imbucata che porta Del Sole al gol del primo vantaggio gialloblù, però sfodera chiusure di piede, interventi aerei perentori, lanci millimetrici. Bene anche Lia (6,5), più concentrato in marcatura rispetto ad altre uscite, sempre assiduo nel partecipare alla fase offensiva, incerto intorno al 90’, quando cincischia a due metri dalla porta avversaria. Considerando che era in dubbio fino all’immediata vigilia, complimenti anche al ragazzo di Lentini.
Se il Messina non subisce un beffardo 2-0 in chiusura di primo tempo, gran parte del merito va a Krapikas (6,5), bravissimo quando chiude sul tiro di Peluso, deviato, riuscendo a toccare il pallone con la mano sinistra, in controtempo, essendo già sdraiato a terra. Il portiere lituano resta sorpreso dalla carambola che porta al gol di Minelli, però dimostra coraggio e personalità da vendere quando respinge con decisione tutti i palloni arrivati dalle sue parti durante il match.
Petrucci (6) alterna buone intuizioni a qualche incertezza al momento di rifinire o di concludere l’azione, per poi spegnersi fisicamente, ma non caratterialmente, con il passare del tempo, fino alla sua sostituzione che arriva a poco più di 15’ dal fischio finale. Insieme a lui esce dal campo anche Pedicillo (6,5), uno dei più sollecitati dai compagni quando si arrivava nei pressi dell’area giuglianese. Buona l’interpretazione della mezzala calabrese, a cui manca la soddisfazione del gol solo per i prodigiosi interventi del portiere avversario Russo.
Dalla panchina, impatto importante sia di Vicario (6) che di Dell’Aquila (6). Il primo si piazza sull’out di sinistra del fronte di attacco ed è determinante nel dare continuità alla pressione offensiva durante il momento in cui serviva rimontare, mentre il talentuoso romano, sulla corsia opposta, crea spesso superiorità numerica e scompiglio nella retroguardia campana. Peccato per l’espulsione rimediata nel finale, in cui paga l’esigenza dell’arbitro di individuare in lui e Giorgione i due elementi da sacrificare dopo il parapiglia seguito al fallo su Lia, quando stava per scadere il recupero.
Restano da considerare tre tra i maggiori protagonisti della vittoria biancoscudata: Tordini (6,5) finalmente riesce a concretizzare buona parte delle sue intuizioni, dando continuità alla prestazione e pericolosità alla manovra offensiva; Luciani (7) si conferma a livelli alti, interpretando bene il ruolo di centravanti, quando difende e controlla tanti palloni, conclude di testa e di piede, trasforma con freddezza il rigore del primo pareggio, lotta e crea pericoli fino all’ultimo istante del match; Crimi (8) gioca un’altra partita di enorme carattere, cattiveria, sapienza tattica ed esperienza, coronandola con il suo primo gol in biancoscudato, seguito da una esultanza rabbiosa, emblema di questo Messina mai domo, combattente, orgoglioso di rappresentare questa città e questi tifosi. Non sappiamo come finirà, ma Crimi e i suoi compagni meritano il massimo sostegno fino all’ultimo secondo dell’ultima partita, in campo, ma soprattutto fuori. E che chi può, si metta una mano sulla coscienza o sul portafogli, a secondo del proprio ruolo e della propria dignità, per salvare il Messina e dare a questa società un futuro.
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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