Ciò che è successo venerdì sera al “Provinciale” ha vanificato uno dei sogni proibiti più ricorrenti tra i tifosi di tutte le squadre di calcio del mondo, ma una vera e propria chimera per chi ha la terribile malattia di tenere alla biancoscudata: vincere 1-0 in trasferta.
QUANDO SI VINCE 0-1? - Un risultato perfetto agli occhi del tifoso abituato a soffrire, caratteristica precipua di chi ha il cuore che batte per il Messina, perché sublima la tensione del minimo vantaggio, per giunta in inferiorità numerica e sul campo di una tra le annunciate protagoniste del campionato, nella prima sfida stagionale tra siciliane nel girone C.
Per questo, vedere sfumare la gioia proprio a un attimo dal triplice fischio, ha creato un diffuso rammarico, dolce eufemismo di incazzatura cosmica, tra coloro i quali erano presenti a Trapani e i tanti spettatori televisivi. Se, poi, questi due punti sfumati, in una gara giocata benissimo e gestita meglio per 93’, si aggiungono a quelli persi contro Potenza e Casertana in casa e Latina in trasferta, allora bisogna iniziare anche a porsi delle domande sulla non casualità di alcuni eventi, al netto, ovviamente, della componente legata alla dea bendata, sempre presente quando si tratta di un pallone calciato o colpito di testa o qualunque altra parte del corpo escluse braccia e mani, per entrare dentro una porta larga 7,32 metri e alta 2,44 metri. L'IMPORTANZA DEI DETTAGLI - Innanzitutto, le reti avversarie che hanno determinato tutti questi risultati sono sempre venute a difesa schierata, su calcio da fermo, ad eccezione del gol del 2-1 segnato da Carretta della Casertana, azione condizionata dal giallo sulle spalle di Rizzo, poco deciso nell’opporsi alla ripartenza rossoblù in quella occasione. Si tratta di un difetto già riscontrato nel primo anno con Modica in panchina a Messina, ovvero la stagione 2017-18 in serie D, quando il reparto arretrato era troppo passivo sulle cosiddette palle inattive.
Evidentemente, si tratta di un problema legato più all’attenzione dei singoli che a influenze particolari del tecnico, ma, con una maggiore applicazione nel lavoro settimanale, si può ridurre la pericolosità di alcune situazioni, magari individuando anche le leve psicologiche motivazionali da usare con i singoli calciatori.
Altra questione da sottolineare è quella relativa alla gestione dei cambi, evidente sia con la Casertana che venerdì scorso, così come contro il Foggia in casa nella passata stagione, o anche in altre partite, quando Giacomo Modica non riesce a indovinare tempi e calciatori da sostituire. In questo caso, pesa, ovviamente, la qualità del materiale a disposizione, visto che, per incidere subito partendo dalla panchina devi avere personalità, doti tecniche ed atletiche non comuni, ma complicarsi la vita con scelte troppo sofisticate o, in certi casi, leggermente presuntuose, pesa sul risultato finale. Senza voler drammatizzare troppo, quindi, si tratta di alcune pecche più evidenti, che occorre evidenziare, ma solo perché sappiamo che il tecnico di Mazara ha intelligenza sufficiente per individuarle, insieme a tanti altri particolari o dettagli a noi sconosciuti o non intellegibili, da lui perfettamente conosciuti e analizzati al fine di intervenire.
PENSACI GIACOMINO - Ciò in quanto non vi può essere alcun dubbio sulla motivazione e la voglia che ha Giacomo Modica (voto 6,5 per Trapani, con un voto in meno dovuto all’improvvida gestione degli ultimi 2’) di accompagnare, ai complimenti e alle lodi per le sue capacità tributategli da tutti gli avversari, anche tanti punti in classifica per il suo Messina. Vedere una squadra tenere il campo con freschezza, idee chiare, fisicità e coraggio, anche in inferiorità numerica, con alcuni singoli di grandi qualità tecniche, è un piacere indipendentemente dal risultato; questo è un merito da ascrivere in maniera quasi totale proprio all’allenatore biancoscudato, a cui occorre ancorarsi per migliorare e maturare aggiungendo anche la concretezza della posizione in classifica, lavorando, come detto prima, sui dettagli.
UNA GRANDE AL PROVINCIALE – Il Messina ha fatto, a Trapani, tutto quello che serviva per valorizzare al massimo le proprie caratteristiche, sfruttando i punti deboli di un avversario molto forte nei singoli, ma ancora alla ricerca di una propria identità collettiva. Ma, nello stesso tempo, ha messo in vetrina alcuni calciatori capaci di fare la differenza, quando il resto della squadra cammina a regime.
BOMBER - In primis, ovviamente, l’autore del gol biancoscudato, Gennaro Anatriello (8) che sorprendentemente, ma con pieno merito, vince il confronto con il totem Lescano, incappato in una delle sue prestazioni con la luna storta. Il numero 9 biancoscudato lotta, fa reparto da solo, non molla mai, si inventa, allo scadere del primo tempo, un tiro da grande bomber respinto solo dalla traversa, e, ad inizio ripresa, è rapinoso nel mettere alle spalle di Seculin una respinta corta del portiere granata. Esce al 77’ lasciando spazio a Luciani (6) bravo a sacrificarsi nel momento di maggiore pressione dei padroni di casa, ma, ovviamente, anni luce distante dalla sfolgorante performance del compagno di squadra.
I PATRIMONI DI FAMIGLIA - Il primo gioiello di proprietà Acr, invece, è Frisenna (7), assiduo in tutti i momenti del match, sfortunato per non avere mai a disposizione la palla giusta al limite dell’area e scatenare il suo tiro, ma sempre preziosissimo. Ma c’è un'altra grande scoperta stagionale che si mantiene su buoni livelli, Pedicillo (7), stavolta nel ruolo di mediano davanti alla difesa a completare la collezione di posizioni in campo sciorinata in queste prime 9 partite di campionato. Il centrocampista catanzarese, legato con un biennale all’Acr, è protagonista soprattutto in copertura, ma si fa vedere anche in avanti, come in occasione della percussione al limite dell’area trapanese, fermata con un fallo non rilevato dall’arbitro da cui parte l’azione che porta al corner decisivo per il pareggio. Poi crolla per crampi e Modica è costretto alla sostituzione, evento per lui inusuale, perché questo ragazzo è diventato un pilastro di questa squadra. Nasce così la chance per l’esordio di Adragna in C proprio nella sua Trapani, un evento che sarebbe stato la ciliegina sulla torta di una vittoria prestigiosa, senza quella testata di Udoh.
IL MOTORINO E IL LUCCHETTO - Tornando alle note liete, Garofalo (7) è un motorino instancabile, ferma le trame granata e poi riparte con grande gamba e idee chiare, inserendosi anche pericolosamente in fase offensiva. Tiene benissimo anche tutto il reparto difensivo, partendo da Krapikas (7,5) provvidenziale nel primo tempo, totalmente incolpevole sul gol nel recupero, anche perché c’è un blocco irregolare non ravvisato su di lui da parte di un avversario. Il lituano dà sicurezza ai compagni ed è sempre attentissimo, così come Manetta (7) e Rizzo (7) bravi nell’annullare Lescano e limitare le incursioni di Karic, soprattutto nella ripresa, quando il Messina rischia pochissimo in rapporto alla potenza di fuoco avversaria. Sugli stessi livelli anche Lia (7) autore di una diagonale da manuale al 64’ e un presidio assiduo della fascia di competenza, oltre che del cross da cui nasce il gol del vantaggio. Ottimo l’esordio da titolare di Morleo (7) , freddo e chirurgico di fronte a un cliente scomodissimo come Kanoute, ci mette fisicità e tecnica.
NOTE STONATE - Dal 66’ gli subentra Ortisi (5) e la differenza tra i due emerge prepotente, perché il buon Lino regala un pallone al limite a Fall al primo rinvio scomposto, non riesce quasi mai a ripartire, concede il corner decisivo su un pallone da controllare e gestire ad avversario lontano, marca Lia invece di dare fastidio a Udoh sulla battuta dalla bandierina. Dispiace molto per questo ragazzo che si è scoperto adatto alla serie C in un ruolo inedito, ma deve tornare presto all’attenzione e alla forza fisica mostrata la scorsa stagione per non sprecare i suoi progressi.
Restando ai pochi elementi non sufficienti in biancoscudato nella prova del “Provinciale”, non può dimenticarsi Anzelmo (4), troppo ingenuo e irruento nelle due ammonizioni che gli costano l’espulsione dopo 20’, ma, nello stesso tempo, siamo sicuri che questo ragazzo palermitano ha l’intelligenza e la mentalità giusta per superare il momento difficile ed imporsi in un ruolo cruciale all’interno di qualsiasi squadra, ma soprattutto nel Messina.
LAST BUT NOT LEAST - Infine, tra i titolari, prova di spessore per Petrungaro (7), sempre attivo, pronto ad accelerare per sfruttare le difficoltà del Trapani sulle fasce e pronto nel tiro al volo da cui nasce la rete di Anatriello. Serve continuità per incidere ancora di più nel prossimo futuro.
PANCHINA SMORTA - Passando all’apporto di chi è entrato dalla panchina, praticamente nullo quello di Cominetti (sv) e non è la prima volta, indipendentemente dall’infortunio per cui resta solo 10’ in campo, mentre Mamona (6) si va vedere con una progressione ottima, conclusa troppo frettolosamente e in modo impreciso, oltre a qualche scatto che ha messo in difficoltà gli avversari.
NOTA ROMANTICA - La prima in C di Adragna resterà nella memoria dei tifosi biancoscudati per il gol subito da Udoh qualche secondo dopo il suo ingresso in campo, senza nessuna colpa per Adragna, ovviamente, ma sicuramente sarà scolpito nella mente del ragazzo e dei suoi familiari presenti al “Provinciale” anche per condividere sui social la gioia dell’esordio tra i professionisti, con l’augurio di poter fare grandi cose in futuro, soprattutto con la maglia del Messina.
Chiusa questa parentesi “romantica”, la prossima settimana dovrà essere fatta di tanto lavoro per potersi presentare al meglio in casa contro una delle protagoniste assolute di questo inizio di campionato, quel Monopoli che, qualche mese fa, arrivo a pochi minuti dalla serie D e, adesso, veleggia nelle prime posizioni di classifica.
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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