Nata solo pochi mesi e al debutto nel torneo di Terza categoria – Delegazione di Barcellone PG – la Scuola Calcio San Benedetto ha centrato subito il salto di categoria. Un successo per certi versi inatteso, ma arrivato con ben tre giornate d’anticipo dopo il largo successo sul campo della Castelluccese. Uno 0-6 che ha fatto esplodere la festa della giovane società sanfratellana, che si era sempre dedicata al settore giovanile, presieduta dall’ex attaccante e capitano del San Fratello, Delfio Calabrese, e affidata a mister Delfio Bellitto.
“Non mi aspettavo questa vittoria a inizio stagione, anche perché nei primi tre mesi, per qualche problema di famiglia, non ero potuto essere molto presente. Eravamo a 8-10 punti dalla prima, ma ho detto comunque ai ragazzi di stare calmi, che non dovevamo vincere per forza. Il nostro è un progetto costruttivo, con 18 ragazzi su 22 del nostro paese”, ha spiegato Calabrese che, al di là del salto di categoria ottenuto dalla prima squadra, pensa soprattutto ai più giovani: “I ragazzi sono un patrimonio di San Fratello. Inserirli in squadra è l’aspetto che mi soddisfa di più e puntiamo molto sui giovani. La vera vittoria è vedere questi ragazzi, che magari non avevano mai giocato a calcio, impegnarsi e che si sono affacciati per la prima volta a un campionato con squadre di livello come Furnari, Tusa o Caronia. È stato un bel campionato e mi sono divertito”.
Anche se il San Benedetto ha dovuto giocare sempre ad Acquedolci per la mancanza di un campo a San Fratello: “Questo ci penalizza molto perché ci dobbiamo allenare sempre di sera alle 20, finiamo tardi e, inoltre, non possiamo fare scuola calcio e ho dovuto mandare i ragazzi ad Acquedolci o Sant’Agata – ha spiegato Calabrese -. Senza campo ci tagliano le gambe, perché non posso allenare i ragazzi e, a 15-16 anni, se non giochi, se non fai la partita, ti stufi e non continui. Alcuni li abbiamo inseriti in prima squadra, così si abituano allo spogliatoio, a stare con i grandi e perché sono giovani validi”.
Il problema campo costringerà il San Benedetto a disputare la Seconda categoria ancora ad Acquedolci, ma l’obiettivo principale di Delfio Calabrese è anche un altro: “Faremo una lettera per capire la situazione, perché penalizza soprattutto la scuola calcio. Ad Acquedolci ci stanno facendo un grande favore a farci giocare lì, ma non posso far giocare anche le giovanili perché non ci sono gli spazi. Con il campo vorrei allestire la squadra Juniores, perché ci sono tanti ragazzi forti e sarebbe un sogno per un paese come il nostro. È un modo per crescere e valorizzare i giovani, così si impegnano e non stanno in strada. Cerco di dargli qualche dritta giusta contro le brutte abitudini. La squadra è importante per il paese, è un punto di riferimento e per questo mi sta molto a cuore la Juniores. I ragazzi vanno stimolati, molti sono venuti a giocare, si impegnano e mi hanno stupito”.
Un impegno sportivo e sociale quello portato avanti da Delfio Calabrese, che ha messo a disposizione esperienza e passione per i più giovani. In campo, inoltre, ha guidato la squadra come lui sa fare, cioè a suon di gol (25 finora), con la soddisfazione di vincere il campionato e giocare insieme al figlio Antonio (16 anni): “È stata una grande emozione giocare insieme. Diversi settori giovanili me lo hanno chiesto, ma ho preferito fargli fare questa esperienza in Terza per capire lo spogliatoio e la tensione della partita. Ma ci sono anche altri ragazzi e gli ho detto che devono essere un esempio per i più piccoli, devono essere educati, tenere alla maglia e avere rispetto”.
Una vera missione quella di Calabrese che, intanto si gode, la vittoria e punta anche ad altri traguardi: “Abbiamo vinto il campionato proprio nell’anno del 500esimo anniversario dalla nascita del nostro patrono San Benedetto al quale è dedicata la scuola calcio. Oggi, però, abbiamo un’altra partita importante nel trofeo delle Province e dobbiamo vincere contro il Sant’Antonino per qualificarci (nella prima gara del triangolare 2-2 contro il Caronia). Dopo tanti sacrifici ho detto ai ragazzi che ci dobbiamo provare anche se abbiamo vinto il campionato. Ci continuiamo ad allenare seriamente, perché per San Fratello è un traguardo di prestigio”, ha concluso il bomber classe 1976, che ha ancora tanta voglia di stare in campo e segnare anche in Seconda categoria: “Qualche partita la farò. È più forte di me, finché ce la faccio darò il mio contributo. Finchè le gambe reggono o non farò danno alla squadra ci sarò, altrimenti mi metterò da parte aiutando in altro modo”.
Autore: MNP Redazione / Twitter: @menelpallone
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