Non è andato giù il pareggio in rimonta subito sabato dal RoccAcquedolcese. Non solo perché subito negli ultimissimi minuti del recupero da una Messana che non ha mollato sino alla fine, ma perché per la dirigenza nebroidea, fortemente influenzato dalle decisioni arbitrali. Una su tutte, l'espulsione del portiere Di Pane per una reazione su Amante, ma nell'ambito di una episodio particolare: un inesistente fallo a due in area poi revocato dallo stesso direttore di gara Milone di Barcellona, che ha fatto riprendere il gioco con una palla a due senza avversari dopo avere consultato uno degli assistenti.
“Mi dispiace per gli amici che aspettano il Comunicato ufficiale settimanale della Lnd in cui si trovano le decisioni del Giudice Sportivo e dove solitamente, dopo partite incredibili come quella di sabato, possono leggersi le solite frasi fatte tipo “squalifica di mesi sei a il dirigente Mezzanotte per essersi introdotto negli spogliatoi della terna arbitrale inveendo contro l’arbitro con toni minacciosi”, oppure “ammenda di euro 500 per essersi introdotto nello spogliatoio della terna arbitrale, persona non riconosciuta riconducibile al RoccAcquedolcese, la quale usava toni minacciosi e insulti verso il guardalinee”. Questa volta rimarranno delusi – esordisce ironicamente lo stesso dg della formazione biancoverdeblu. Nessuna squalifica e nessuna multa. Talmente ero sdegnato di quanto accaduto per tutta la gara, ma in particolare dal minuto 80' al minuto 98', che ha prevalso la voglia di tacere. La mia è una lotta contro il sistema arbitrale e contro l’onnipotenza dei suoi componenti, che dura da anni. Naturalmente so di non essere solo, perché settimanalmente basta sbirciare i comunicati con la cronaca delle partite dalla terza categoria alla serie A per capire che ci sono tantissimi malumori. Ma a questo punto mi sono reso conto che da solo non posso farcela. Troppi poteri forti a difesa di questo sistema. Però, tutti insieme ci possiamo provare.
E l’obiettivo non deve essere quello di portare gli arbitri a non sbagliare, ma solo di renderli più ‘umani’. Quest’aria di presunzione, di invincibilità, di superiorità e di arroganza li rende antipatici e criticabili. Giusto l’inasprimento delle pene per chi usa la violenza contro arbitri e guardalinee, ma non è questo il modo di aiutarli. Bisogna portarli sullo stesso piano di noi poveri dirigenti, degli allenatori e dei giocatori e far sì che non prevalga la consapevolezza (purtroppo attualmente esiste) che si possono fare tutti i sacrifici del mondo, che poi vengono vanificati da un fischietto”.
E ancora il dirigente continua: “Quando un dirigente sbaglia, quando un allenatore sbaglia, quando un giocatore sbaglia, paga. È sufficiente il referto dell’arbitro, spesso strampalato, per far scattare squalifiche e sanzioni, con tanto di comunicato ufficiale che ne descrive tempi, importi e addirittura le parole pronunciate che sono alla mercé di tutti i lettori d’Italia. E quando sbaglia l’arbitro? Perché nessuno lo dice? Iniziamo a renderli umani così, scriviamo sul comunicato ufficiale settimanale anche le loro “squalifiche’”o le loro sospensioni con le relative motivazioni. Diamo alla dirigenza della squadra la “soddisfazione” di sapere che un arbitro che ti ha affossato una partita con decisioni scellerate è stato “punito”. Poi diciamo a questi extraterrestri di rendersi più simpatici, di parlare, di dialogare, di spiegare e facciamogli sapere che non possono fare quello che vogliono. Date la possibilità alle società di usare le immagini televisive per dimostrare i danni che fanno quasi tutti con quel fischietto in bocca. Io credo che se si potessero prendere in considerazione le immagini private prodotte dalle società, se loro sapessero di essere “attenzionati”, se sapessero che sbagliando possono essere squalificati e inseriti nel comunicato ufficiale insieme ai comuni mortali, starebbero molto più attenti”.
Le conclusioni e l'iniziativa: “Naturalmente non andremo a protestare in Lega a farci prendere per i fondelli chiedendo arbitraggi favorevoli, butteremmo 50 euro di spese tra benzina e autostrada, noi vogliamo arbitraggi seri, nonostante ci rendiamo conto della scarsa qualità del materiale umano a disposizione. Pertanto da oggi dedicherò parte del mio tempo libero a raccogliere le firme di tutte le società che chiedono un cambiamento radicale nella gestione arbitrale, con la consapevolezza che nessuna società d’Italia è soddisfatta della gestione attuale, quindi non si può rimanere fermi, altrimenti siamo complici del sistema. Chiederemo di essere ricevuti a Roma nelle sedi opportune.
Ogni società da sola è una goccia in un oceano, tutti insieme possiamo farcela. L’esito di un campionato deve essere deciso dalla bravura della società nell’organizzare la stagione (ricerca di sponsor, coinvolgimento di nuovi dirigenti, scelta dello staff tecnico), dalla bravura dello staff tecnico e dai giocatori. Fino a quando esisterà il dubbio che gioie e delusioni dopo una lunga stagione fatta di sacrifici, siano decise da un fischietto o da una bandierina, non sarà vero calcio”.
Autore: MNP Redazione / Twitter: @menelpallone
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