E’ andata male la prima vera finale di questo campionato per il Messina, perché, al di là delle dichiarazioni da parte dello staff biancoscudato, questa era la gara da non sbagliare sul piano dell’approccio e, invece, i biancoscudati si sono presentati allo “Iacovone” senza nessuna tendenza ad offendere, solo sperando in un episodio che, tra l’altro, quando è avvenuto, non è stato nemmeno sfruttato, vista la leggerezza con cui Oliver Kragl è andato dal dischetto nel primo tempo e la troppa foga nel cercare il gol esclusivamente durante gli ultimi istanti di recupero, mentre, nel resto della gara, Vannucchi ha fatto lo spettatore non pagante. Adesso, bisogna archiviare immediatamente questo pomeriggio di aprile e concentrarsi esclusivamente sulle due sfide contro la Gelbison, senza ricorrere all’autolesionismo proverbiale, quando si tratta di calcio, alle nostre latitudini.
PREPARTITA – Finalmente è tempo di entrare in campo per questo ultimo atto della stagione regolare, con il Messina impegnato allo “Iacovone” di Taranto con l’unica opzione della vittoria per sperare di ottenere la salvezza diretta, in attesa delle notizie dai campi di Latina, Avellino e Foggia. Eziolino Capuano, con la sua consueta nonchalance, l’ha definita la gara più importante del Taranto in questo biennio trascorso dal ritorno tra i professionisti, l’obiettivo sono i playoff, raggiunti la scorsa settimana con il pareggio in casa del Monterosi, da blindare con tre punti. Il tecnico di Pescopagano, l’anno scorso per 40 giorni anche sulla panchina del Messina, schiera il consueto 3-5-2, senza particolari novità rispetto alla vigilia, partendo da uno degli elementi fondamentali di questo ottimo percorso in campionato da quando ha sostituito, dopo due turni, Nello Di Costanzo, cioè il portiere Vannucchi, saracinesca salva risultati in più occasioni. Trio difensivo Ferrara-Antonini-Formiconi, centrocampo con Mastromonaco, Romani, Mazza, Provenzano Evangelisti, le due punte Tommasini e Bifulco a chiudere lo schieramento. Raciti non rinuncia al 4-2-3-1, ma c’è qualche sorpresa nella scelta degli uomini, visto che, davanti a Fumagalli, rientrato dopo la squalifica, la linea arretrata vede Berto e Celesia laterali con la coppia Helder Baldé-Ferrini al centro, poi Fiorani è preferito a Mallamo accanto a Fofana, il trio in appoggio alla punta Perez vede Kragl, Ibou Balde e Roberto Marino, alla fine preferito a Ragusa, che si accomoda in panchina.
CRONACA
PRIMO TEMPO – Alla disposizione degli uomini in campo, si nota che Ibou Balde occupa la posizione solitamente di Ragusa, con Marino più accentrato, mentre i primi minuti vedono il Messina che cerca di attirare fuori dalla propria metà campo il Taranto per poi attaccare gli spazi. Le due squadre giocano a ritmi da amichevole tra compagini over 65, con gli spettatori che seguono quello che accade sugli altri campi, fino al 14’ quando Antonini, su calcio di punizione battuto dalla trequarti offensiva, colpisce la traversa e poi la difesa messinese mette sul fondo. Biancoscudati troppo passivi, paradossalmente anche in fase di possesso palla, e disattenti sui calci da fermo, in cui i tarantini sembrano molto più aggressivi nel cercare il pallone. Celesia perde due palloni banalissimi, uno dei quali al 23’, regala il corner ai rossoblù. Botta terrificante dai 30 metri scagliata dai piedi di Romano, che prende il palo a Fumagalli ampiamente battuto, ma il Messina subisce troppo con gli uomini di Capuano che, senza sudare, costruiscono occasioni da gol. Al 26’, ancora Celesia rinvia di testa in modo lento e impreciso, senza essere pressato, in piana area, proprio nei pressi di Mastromonaco, tiro al volo e palla che sibila vicino al palo sulla destra di Fumagalli. Imbarazzante l’atteggiamento dei giocatori biancoscudati, che sembrano bloccati, più che contratti. Improvvisamente, al 31’, arriva il calcio di rigore in favore del Messina, per fallo di mano da parte di Evangelisti, appena dentro l’area di rigore, su cross di Perez. Dal dischetto va Kragl, che incrocia il sinistro rasoterra, trovando però Vannucchi che blocca. Era il primo penalty per il Messina dopo 73 gare di campionato, sprecato malamente dal calciatore tedesco, teoricamente quello più adatto a battere un tiro dagli undici metri. Al 34’ arriva il primo giallo dell’incontro per Helder Baldé, autore di un fallo piuttosto ingenuo a centrocampo. Messina totalmente inerme su ogni palla da fermo battuta dai rossoblù, come al 43’ quando Ferrara, di testa, prende la traversa piena dal limite dell’area di porta. Primo tempo inquietante della squadra di mister Raciti, con i calciatori incapaci di trattenere il pallone o contrastare i padroni di casa quando provano ad avvicinarsi alla porta di Fumagalli. Finisce zero a zero, ma soltanto il Taranto ha provato a vincere, mentre il Messina ha avuto paura di stare in campo, perfino al momento di tirare un calcio di rigore.
SECONDO TEMPO – Doppio cambio per Raciti nell’intervallo con Ferrara e Mallamo al posto di Helder Baldé, un pesce fuor d’acqua nei primi 45’, e Fofana, apparso sotto ritmo, perso nella mediocrità generale. Primi 10’ equilibrai, fino al tiro di controbalzo da parte di Tommasini, deviata sul fondo a Fumagalli battuto. Dopo un’ora di gioco finisce la gara di Romano, inizia quella di Labriola. Celesia sembra essere a Taranto per caso, sbaglia una serie incredibile di interventi, e, al 60’ decide di abbattere Mastromonaco con un intervento in netto ritardo, meritandosi un cartellino giallo tendente all’arancione. Raciti rompe gli indugi al 62’, sostituendo un pallido Kragl con Grillo e inserendo Iannone al posto di Marino. La combinazione di risultati sugli altri campi rende indispensabile un gol del Messina, ma i biancoscudati allo “Iacovone” sembrano preda di un incantesimo, come al 66’ quando Mallamo crolla a terra nella propria area, colpito allo stomaco ed è costretto ad uscire per Konate. Solo qualche pallone buttato avanti senza nessun criterio dai difensori e zero pericoli per Vannucchi. Al 71’ entra Nocciolini al posto di Bifulco. Giallo per Evangelisti al 72’ reo di un fallo su Iannone. Determinante, al 73’, Fumagalli sulla botta secca di Tommasini, appena entrato in area del Messina, sull’unica occasione in cui la squadra di Raciti aveva lasciato un minimo di spazio all’attaccante pugliese. Capuano si gioca, al 76’, le carte Semprini e Sciacca per Evangelisti e Mazza. Celesia completa la sua pessima prova con una trattenuta su Tommasini lanciato a rete su un contropiede nato dal secondo corner, battuto malissimo, dal Messina e, dal 79’, biancoscudati in dieci. Nella circostanza, al momento di passare davanti alla panchina di Capuano, scoppia un diverbio con il calciatore espulso e l’arbitro, su segnalazione del quarto ufficiale, caccia dal campo l’ex Manetta. Riprende il gioco e, all’82’, viene ammonito Mastromonaco. Ci prova ancora il Taranto sul colpo di testa di Nocciolini all’83’, ma trova Fumagalli pronto alla parata, mentre è clamorosa la deviazione aerea dello stesso calciatore due minuti più tardi, ma, incredibilmente, la palla finisce sul fondo. Sono minuti concitati, in cui il Messina resta rintanato nella propria area, con gli uomini di Capuano indiavolati per raggiungere i playoff. Si susseguono le chance per il vantaggio ionico, il Messina resta a galla solo grazie alle prodezze di Fumagalli, sembra quasi un pugile alle corde. Solo qualche mischia senza frutto, con due occasioni clamorose divorate da Ferrini e Grillo per assoluta incapacità di tirare in porta, e, adesso, soltanto per sua colpa, il Messina è costretto a fare i playout contro la Gelbison, un risultato insperato a gennaio, ma non centrare la salvezza diretta con una partita come questa di oggi è un delitto da dimenticare immediatamente, per non pregiudicare tutto.
TABELLINO
TARANTO-MESSINA 0-0
TARANTO (3-5-2): Vannucchi; Mazza (dal 76’ Semprini), Antonini, Evangelisti (dal 76’ Sciacca); Formiconi, Provenzano; Romano (dal 60’ Labriola), Mastromonaco, A. Ferrara; Tommasini, Bifulco (dal 71’ Nocciolini). In panchina: Loliva, Caputo, Manetta, Canalicchio, Finocchi, Citarella, Fontana, Colurciello, Rossetti. Allenatore: Ezio Capuano
MESSINA (4-2-3-1): Fumagalli; Berto, Helder Baldé (dal 46’ M. Ferrara), Ferrini, Celesia; Fofana (dal 46’ Mallamo) (dal 66’ Konate), Fiorani; Kragl (dal 62’ Grillo), Ibou Balde; R.Marino (dal 62’ Iannone); Perez. In panchina: Lewandowski, Trasciani, Salvo, G.Marino, Ortisi, Ragusa, Zuppel. Allenatore: Ezio Raciti
Arbitro: Luca De Angeli di Milano
Assistenti: Luca Landoni e Luca Bernasso di Milano
Quarto Ufficiale: Loris Graziano di Rossano
Corner: 11-3
Ammoniti: 34’ Helder Baldè (M), 61’ e 79’ Celesia (M), 72’ Evangelisti (T), 82’ Mastromonaco (T)
Espulso: 79’ Celesia (M)
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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