Finisce dopo 103’ di gioco, con una vittoria che il Messina ha fortemente cercato, sfruttando un calcio da fermo e soffrendo per i minuti che mancavano al fischio finale, giunto come una liberazione per i tifosi presenti in un tardo pomeriggio invernale a metà aprile, come è normale nel microclima dello stadio di Contrada S.Filippo. Resta il rammarico per il risultato di Andria, che non consente di avere quei 9 punti di distacco dalla penultima posizione indispensabili per evitare la coda degli spareggi.

PREPARTITA – E’ la sfida determinante, al di là delle etichette, più o meno veritiere, appiccicate a ogni turno del campionato dalla seconda giornata di ritorno in poi. Messina-Juve Stabia chiude gli impegni casalinghi stagionali per i biancoscudati, almeno secondo quanto si augurano tutti i tifosi che oggi seguiranno, dagli spalti del “Franco Scoglio” e dalle proprie abitazioni, questa partita da vincere a tutti i costi per continuare a sperare nella salvezza diretta. Ezio Raciti perde per squalifica Fumagalli, Celesia e Curiale, ritrova Kragl e Ragusa, per ritornare allo schieramento tattico utilizzato in quasi tutte le sfide da gennaio ad oggi, ovvero il 4-2-3-1 con Lewandowski tra i pali, la coppia centrale inaspettata Helder Baldé-Ferrini, Berto e Versienti laterali, la coppia Mallamo e Fiorani, preferito a Fofana, per presidiare la linea arretrata, avviando la manovra a favore del trio Kragl-Ibou Balfde-Ragusa, ricomposto alle spalle di Perez. Walter Novellino deve far fronte a ben 9 assenze tra infortunati (Bentivegna, Russo, Guarracino, Volpe, Moreschini, Peluso) e squalificati (Altobelli, Pandolfi, Scassabarozzi), ma ha dalla sua la cabala rappresentata dalla imbattibilità contro il Messina, visto che, nei nove precedenti, con Sampdoria e Juve Stabia, vanta sei vittorie e tre pareggi. Barosi tra i pali, Maggioni, Cinaglia, Caldore e Dell’Orfanello in difesa, centrocampo con Berardocco, Gerbo e Mignanelli, attacco dove giostra il figlio d’arte Zigoni centrale appoggiato da Ricci e Rosa.

CRONACA

PRIMO TEMPO – Affluenza di pubblico in linea con le attese, con qualche unità in più rispetto ai soliti tremila sugli spalti del “Franco Scoglio”, e un attimo di emozione nel minuto in memoria di Mimmo Cecere, il portiere del Messina promosso in B nel 2001, scomparso due domeniche fa, prima dell’inizio del match con il Foggia. Inizia in attacco il Messina e, dopo 5’, Versienti prova la botta dai 30 metri sulla fascia sinistra con il destro, ma la palla finisce di un soffio alla destra della porta di Barosi, dando l’illusione del gol. Spingono ancora i biancoscudati, ma la penetrazione sulla destra di Perez in piena area campana non viene sfruttata da Balde e Kragl. Molto più pericoloso Ibou Balde al 10’, lanciato in corridoio da Mallamo nell’area delle Vespe, sinistro secco immediato che trova Barosi ben piazzato alla deviazione sul fondo. Bella trama di gioco del Messina al 14’, sull’asse Ragusa-Versienti a sinistra, palla dietro dal fondo campo, ma Perez e Balde sono in ritardo e la chance sfuma. Ci prova ancora Fiorani un minuto più tardi con una percussione centrale, ma il tiro è forte ma proprio dove è piazzato Barosi, che respinge di pugno. Giallo per Mallamo al 18’, per un fallo abbastanza rude su Mignanelli all’altezza della propria trequarti. Rosa, al 21’, scalda i pugni di Lewandowski con un tiraccio da posizione decentrata, trovando la pronta respinta del portiere polacco. Finisce, al 23’, la partita di Ragusa, che resta a terra dopo un tiro sballato dal limite dell’area, avvenuto poco prima dell’infortunio. Al suo posto, Raciti mette in campo Ortisi, dopo un paio di minuti in cui il numero 90 biancoscudato ha tentato di restare dentro la partita. Il Messina inizia a tirare il fiato dopo un inizio a buoni ritmi e, al 27’, Zigoni, di testa, impegna severamente Lewandowski, abile anche in altre due uscite alte di pugno su altrettanti cross degli attaccanti stabiesi. Si rivede il Messina dalle parti di Barosi al 32’, quando Berto serve Perez spalle alla porta, il centravanti si gira, ma la conclusione finisce sull’esterno della rete. Bene ancora Lewandowski al 44’, su tiro di Zigoni, scoccato in area messinese da posizione decentrata. Al 48’, segna Kragl, ma il signor Giuggioli di Grosseto, assistente numero uno, alza la bandierina e la rete viene annullata per offside millimetrico del tedesco. E’ l’ultima emozione della prima frazione di gioco che si chiude sul risultato a occhiali, sul quale resta l’incertezza del fuorigioco sull’azione che ha chiuso il tempo. Messina bene all’inizio, poi ha preso il pallino del gioco la Juve Stabia e, negli ultimi minuti, il lampo di Kragl.

SECONDO TEMPO – Nell’intervallo, cambio tattico di Raciti, che passa a un 4-4-2 offensivo con Mallamo e Ibou Balde che restano negli spogliatoi e, al loro posto, entrano Fofana e Zuppel. Anche Novellino sostituisce Cinaglia con Vimercati. Proprio Vimercati, al 50’, becca il primo giallo per la Juve Stabia, a causa di un fallo totalmente inutile su Perez che porta al calcio di punizione da cui nasce il gol del Messina. Batte, infatti Kragl, che mette un pallone all’altezza dell’area di porta sul quale si avventa Ferrini e, di sinistro, mette in rete. I Biancoscudati sembrano scuotersi, costruiscono altre due occasioni per il raddoppio, ma Ortisi si incarta al momento di tirare. Novellino prova a cambiare l’inerzia della gara e inserisce, al 57’ D’Agostino per Rosa. Al 57’, si libera bene Zuppel in piena area gialloblù, incrocia il sinistro, che finisce fuori di un paio di metri. Il pareggio sembra fatto al 59’ quando Gerbo controlla da ottima posizione ma si fa chiudere da Ortisi in corner. Al 62’, crolla Helder Baldé, per un infortunio muscolare ed entra Ferrara. Ammonito Versienti al 70’, per un fallo speso su Maggioni all’altezza del centrocampo. Spinge la Juve Stabia, producendo un colpo di testa da parte di Zigoni, alto sulla traversa della porta di Lewandowski. Novellino, subito dopo, decide di mettere in campo Silipo al posto di Gerbo, per dare verve alla manovra offensiva. Risponde Raciti sostituendo Kragl, sfinito, con Trasciani, al 74’, per uno schieramento con 5 difensori a tutela del minimo vantaggio. Lewandowski chiude il primo palo, all’81’ sulla botta di Ricci, che si era liberato dopo una prolungata azione manovrata dei compagni. Ultimo cambio per Novellino all’86’ quando esce Ricci per Carbone. Parata plastica di Lewandowski all’88’ su tiro a giro di sinistro da parte di Silipo. Incredibilmente, il signor Fiero decreta 8 minuti di recupero, una riedizione degli extra time concessi durante i recenti mondiali in Qatar. All’ultimo minuto, espulso Berardocco per un calcione a palla lontana su Ortisi, poi Fiero fischia immediatamente dopo avere fatto battere il calcio di punizione e non concede un gol a Fiorani. Il Messina vince lo stesso, tiene palla vicino alla bandierina quando serve, soffre in modo inverosimile, ma porta a casa i tre punti, essenziali per sperare ancora in una ultima giornata nella quale non basterà vincere allo “Iacovone” per consentire al Messina di salvarsi senza ricorrere ai playout.

TABELLINO

MESSINA-JUVE STABIA 1-0

Marcatori: 51’ Ferrini (M)

MESSINA (4-2-3-1): Lewandowski; Berto, Helder Baldé (dal 62’ Ferrara), Ferrini, Versienti; Mallamo (dal 46’ Fofana), Fiorani; Kragl (dal 74’ Trasciani), Ibou Balde (dal 46’ Zuppel), Ragusa (dal 26’ Ortisi); Perez. In panchina: Daga, Salvo, Konate, R. Marino, G. Marino, Napoletano, Iannone, Grillo. Allenatore: Ezio Raciti.

JUVE STABIA (4-3-3): Barosi; Maggioni, Cinaglia (dal 46’ Vimercati), Caldore, Dell'Orfanello; Berardocco, Gerbo (dal 73’ Silipo), Mignanelli; Ricci (dall’86’ Carbone), Zigoni, Rosa (dal 57’ D’Agostino). In panchina: Esposito, Picardi, Maselli. Allenatore: Walter Novellino.

Arbitro: Adalberto Fiero di Pistoia

Assistenti: Lorenzo Giuggioli di Grosseto e Alessandro Munerati di Rovigo

Quarto ufficiale: Giuseppe Scarpati di Formia
Ammoniti: 18’ Mallamo (M), 51’ Vimercati (JS), 70’ Versienti (M)

Espulso: 98’ Berardocco (JS)

Corner: 2-2
Recupero: 3’ e 8’

Sezione: Acr Messina / Data: Dom 16 aprile 2023 alle 19:41
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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