Il calcio cerca di adattarsi alla situazione di estrema difficoltà che vivremo tutti, non solo in Italia, nelle prossime settimane, in conseguenza degli aumenti senza freni sul costo dell’energia elettrica e del gas. L’approssimarsi della stagione fredda creerà un salasso per le risorse finanziarie delle famiglie e delle aziende in un Paese come il nostro quasi interamente dipendente dall’estero, pur avendo già avviato da tempo un incremento delle energie rinnovabili, ma comunque il combustibile fossile e il metano costituiscono la fonte preponderante di energia e la dipendenza proprio dalle zone della guerra tra Russia e Ucraina ha portato alle speculazioni dei mesi scorsi.

Nel piccolo grande mondo del pallone, che comunque resta uno dei settori economicamente più importanti in Italia, saranno penalizzate in modo pesantissimo le categorie "minori", a partire dalla serie C che prova a ridurre l’impatto spostando gli orari delle gare di campionato alle 12.30 e alle 14.30, ma ci sarà una diminuzione dei costi reali o si pagherà l’inevitabile riduzione di pubblico sugli spalti, considerando che il sabato o la domenica a mezzogiorno non sono momenti adatti ad andare allo stadio e le abitudini non si modificheranno così facilmente? Alla fine, quindi, sembra l’ennesima misura di facciata per dare l’impressione di fare qualcosa, con l’obiettivo di dare sempre maggior peso al calcio sulle piattaforme televisive o, come nel caso della terza serie, informatiche. Anche se, alla fine potrebbe essere l'unica via possibile. E così si farà

Scendendo di categoria, però, si arriva nel cosmo del cosiddetto dilettantismo, in Italia in realtà mai uscito dall’equivoco del semiprofessionismo, con piazze cadute in disgrazia, uguali dinamiche dei piani superiori ma con risorse e credibilità del prodotto ridotte ai minimi termini. Per le squadre dalla Terza Categoria alla Serie D, ma anche per tutti i tornei amatoriali, si tratterà di fronteggiare le spese di affitto o di utilizzo degli impianti che si prevede quadruplicheranno, se continuerà la progressione in atto.

Un grido di allarme molto concreto è stato lanciato la scorsa settimana nel corso della trasmissione “Antenna Giallorossa” su Rtp da Pasquale Rando della Ssd Camaro 69, società dilettantistica che si occupa del settore giovanile, ma soprattutto concessionaria di un impianto comunale, il “Marullo”, totalmente ristrutturato a proprie spese con diversi interventi a partire dal 2018, anno in cui iniziò la concessione allora quindicennale. E ha preso in affido anche il Bucalo di San Teresa di Riva.  “Nove mesi fa è stata completata l’installazione dei pannelli fotovoltaici . ha affermato in quella occasione Rando - utilizzando le opportunità offerte dai bonus edilizi alle società sportive dilettantistiche, ma Enel distribuzione non ha ancora provveduto all’allaccio”. Quindi, il Camaro si trova a pagare bollette stratosferiche pur avendo agito in tempo per affidarsi all’energia solare riguardo al fabbisogno di luce, riscaldamento e acqua calda, mettendo anche un impianto di illuminazione al led. “A questo punto, se non succede qualcosa, saremo costretti a chiudere il campo, perché non possiamo aumentare le tariffe imposte dal Comune di Messina a suo tempo e, con quelle - sottolinea Rando - non si copre l’aumento dei costi”. Un problema che inciderebbe in modo determinante sullo svolgimento dei campionati dalla Promozione in giù nella nostra città, perché sono ben trenta le società che impegnano il campo di Bisconte per svolgere l’attività federale sia di prima squadra che delle giovanili, incluse quelle del campionato Msp. E, per le partite di Promozione, occorre aggiungere le spese per steward, ambulanza e addetti antincendio, tutte a carico delle squadre che utilizzano l’impianto.

Come evitare il collasso delle attività calcistiche e lo stop di una attività come quella della gestione non solo del “Marullo” ma anche degli altri impianti sportivi cittadini, che danno lavoro e muovono l’economia in un contesto socialmente molto delicato? L’assessore allo sport del Comune di Messina, il neodeputato nazionale Francesco Gallo, non è andato oltre le dichiarazioni di condivisibile preoccupazione per le conseguenze di questi aumenti sull’utilizzo di piscine, campi sportivi e palestre per le società e i semplici sportivi cittadini. Probabilmente nelle prossime settimane il nuovo impegno politico-istituzionale impedirà a Gallo di dare risposte in merito, ma, come affermato ieri sera a "Contropiede" su Tcf dal presidente del Camaro Antonio D'Arrigo,  "servono interventi concreti, anche sotto forma di contributi da parte del Comune, come sta già accadendo in altre parti d'Italia" e una strategia complessivamente efficace a favore delle società che si occupano di fare sport in città per evitare che tutto questo settore fondamentale per la vivibilità di qualsiasi comunità e importante per l’economia sia costretto a fermarsi, chissà per quanto tempo.

Sezione: Fuori Campo / Data: Mar 04 ottobre 2022 alle 09:15
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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