“Non c’è nessuna trattativa in corso per la cessione del Messina”. Interpellato telefonicamente da Messina nel pallone, Pietro Sciotto è lapidario in merito alle dichiarazioni rilasciate ieri da Mauro Nucaro, presidente del Corigliano, a “Stadio Radio”. “Ci siamo incontrati qualche giorno fa con Nucaro, insieme a Pasquale Leonardo e ad un’altra persona, ma non siamo arrivati a nessuna conclusione. Per riservatezza, non entro nei particolari dei termini della proposta fatta, ma tutto si è chiuso nel giro di un decina di minuti e non ci sono ulteriori appuntamenti in programma. Mi sembra eccessiva tutta questa attenzione riguardo alle dichiarazioni rilasciate in una trasmissione radiofonica, ma bastava chiedermi conferma telefonicamente e l’avrei data come sto facendo con voi”.

Ha avuto altre proposte per la cessione del Messina in questo periodo di stop per il coronavirus?No, nessuna. L’unico incontro è stato quello con Nucaro, con la conclusione che ho detto”.

Quali sono le sue intenzioni attuali in merito anche a quanto detto dai club di tifosi nel comunicato della scorsa settimana? “Ho riflettuto molto in questo periodo di sosta forzata sia come presidente del Messina che nelle mie attività e, francamente, sono molto stanco. Ho fatto tanti sbagli per troppa voglia di fare bene alla guida della squadra che ho sempre amato, ma non ho mai avuto la fortuna di indovinare una striscia di risultati positivi e mi sono lasciato prendere dalla smania di inseguire le vittorie, accumulando altri errori. Proprio oggi pensavo che, il primo anno, partendo il 19 agosto, abbiamo raggiunto il sesto posto, mancando i playoff perché, nel girone di ritorno, non siamo riusciti a vincere una partita in trasferta.  Come ho già detto più volte, nelle altre due stagioni, la presenza di Bari e Palermo, insieme alle partenze ad handicap, ci hanno tolto subito le speranze di lottare per la vetta e, quindi, comunque ho sbagliato sia quando mi sono affidato alle scelte personali, come feci con Modica, sia quando ho messo tutto nelle mani di Manfredi e Polenta al secondo tentativo e del gruppo Camaro ed Obbedio nell’ultima stagione. Io mi prendo tutte le responsabilità dei risultati scadenti, ma è anche vero che non è mai stato facile risalire dalla Serie D a Messina. Le ultime due volte, infatti, ci sono sempre voluti 5 anni, e a me rimproverano in ogni occasione le dichiarazioni fatte con entusiasmo eccessivo il giorno in cui andai al Comune e dissi di volere prendere il titolo spettante alla città per la serie D. Non è una giustificazione, ripeto, ma un dato di fatto che non è facile risalire da queste categorie, soprattutto a Messina, dove si diventa bersaglio delle critiche spietate di tutti, ma difficilmente ci si mette insieme per un obiettivo".

Delusione, che emerge chiara: "Senza volere fare la vittima, da gennaio in poi, siamo anche stati oggetto di una contrapposizione continua con il Comune di Messina, che ci ha mandato decine di ispezioni e controlli, dicendo di volere revocare la concessione che scadeva a maggio e il prolungamento deliberato dalla Giunta a dicembre, notificatoci dal dirigente De Francesco. Non è facile stare sempre in conflitto con tutti, subire insulti, vedere disparità di trattamento o atteggiamenti apertamente ostili, anche se per primo io mi sento deluso per non avere rispettato le mie aspettative. Io ho uno spirito combattivo, ma, a volte, mi abbatto e penso se valga la pena di sacrificare tempo e risorse per le mie attività".

Cosa farà, adesso, Pietro Sciotto? “Sono molto dispiaciuto per non essere riuscito ad ottenere quello che desideravo più di ogni altra cosa, cioè vincere con il Messina. Adesso, vorrei chiudere questa esperienza nel miglior modo possibile, per rispetto a chi tiene davvero alla maglia del Messina. Sono d’accordo con i tifosi che, nel comunicato della scorsa settimana, dicevano di volere una squadra unica, perché tenerne due è inutile e controproducente. Alimenta una guerra tra i pochi tifosi che seguono il calcio a Messina e porta solo a prendere le parti di uno contro l’altro arrivando anche a situazioni molto sgradevoli. Quindi, aspetto per vedere se qualcuno riesce a portare avanti una proposta credibile per costruire una società forte e sarò a disposizione per questa soluzione”.

Queste le dichiarazioni di Pietro Sciotto in una calda domenica di giugno, come al solito oscillanti tra l’amarezza per i risultati mancati e l’orgoglio ferito che lascia trasparire una enorme voglia di riscatto. Decifrare l’animo umano è impresa ardua, quasi impossibile con personalità complesse come quella del patron del Messina. Adesso, forse, toccherebbe alla città dare un segnale di vita, di interesse verso il calcio, come chiesto chiaramente dai club dei tifosi nel comunicato della settimana scorsa. Nascondersi dietro le responsabilità altrui o alimentare le voglie di protagonismo serve solo a mantenere questo interminabile stallo e ad allontanare la speranza di ritrovare la passione per il calcio, anche dalle nostre parti.

Sezione: Acr Messina / Data: Dom 14 giugno 2020 alle 20:15
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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