Una gara da dentro o fuori. Questo è stato il messaggio sintetico e inequivocabile che ha accompagnato il Football Club Messina nella settimana post Dattilo. La sconfitta in terra trapanese aveva messo in luce tutte quelle difficoltà che, con il San Luca, erano state mascherate dalla vittoria in rimonta. Una settimana di lavoro, quindi, non facile per mister Gabriele finito inevitabilmente sul banco degli imputati. Il calcio non è una scienza esatta ed è abbastanza chiaro che il primo a pagare, nei momenti di difficolta, sia sempre l’allenatore. Con questo clima carico di ansia, il Football Club Messina si è presentato alla sfida contro il Troina. Per qualcuno è ancora troppo presto per giudicare, per altri si possono trarre già delle conclusioni definitive. Evitando di addentrarci in analisi che poco hanno a che fare con il terreno di gioco, i novanta minuti del “Franco Scoglio” hanno fornito delle risposte abbastanza inequivocabili. Nel calcio tutto dipende dai punti di vista. Da una parte il bicchiere mezzo pieno mostra una squadra con due vittorie in tre partite e a una sola lunghezza dalla vetta; dall’altra il bicchiere mezzo vuoto è composto da prestazioni di basso livello sia dal punto di vista fisico che tecnico-tattico.
Purtroppo è impossibile, al momento, poter dare delle risposte definitive ma appare evidente come le prossime due settimane potranno dire molto. La trasferta contro il Santa Maria Cilento in Campania e la stracittadina contro l’Acr Messina mostreranno un quadro più concreto del percorso di questo Football Club Messina.
Ad oggi, però, è bene concentrarsi sull’analisi della gara contro il Troina. Che non fosse una gara normale, tutti lo avevano intuito in settimana. La controprova è stata la formazione iniziale scelta da mister Gabriele: un 3-5-2 in cui hanno trovato posto tutti gli uomini carismatici e leader dello spogliatoi. Da loro l’allenatore si attendeva le risposte più importanti dopo la sconfitta di Dattilo. Il canovaccio della gara, però, non è cambiato rispetto alle gare precedenti. La prima frazione ha mostrato tutte le difficoltà nel creare gioco da parte dei giallorossi. La squadra è sembrata l’esatto opposto della bella copia dello scorso anno, fatta di fraseggi tra le linee, pressing e gioco sulle fasce. Contro il Troina, invece, il centrocampo di alta qualità non ha mai visto il pallone con i continui lanci lunghi dalla difesa sulla testa di Mukiele. Il Troina, dal canto suo, ha sempre coperto ogni spazio senza fare niente di trascendentale. L’unica mossa tattica degna di nota da parte di mister Raciti è l’aver messo il classe 2002 Anastasio in marcatura a uomo sul play giallorosso. Una scelta, in qualunque caso, non innovativa nè rivoluzionaria. Con pochi palloni giocabili, la coppia Mukiele – Carbonaro ha trovato enormi difficoltà anche nell’occupare gli spazi. La ripresa, come già successo contro il San Luca, ha visto un cambiamento di ritmo e un baricentro più alto da parte dei giallorossi. Questo atteggiamento più propositivo, nei primi dieci minuti, ha portato al vantaggio firmato dal giovane classe 2001 Mukiele. L’ex attaccante della primavera del Torino, nonostante qualche limite tecnico, non ha mai fatto mancare la sua voglia di lottare meritandosi ampiamente il gol partita. Con il vantaggio ottenuto e un Troina inesistente dal punto di vista offensivo, ci si attendeva una seconda parte di gara più intraprendente. Una speranza vana anche alla luce dei cambi effettuati da mister Gabriele. L’ingresso di Casella, Garetto e Gille (tre under) hanno solo fatto arretrare nuovamente il baricentro per difendere uno vantaggio risicato. L’anno scorso, molto spesso, succedeva la medesima cosa con l’ingresso di Quitadamo come centrocampista davanti alla difesa. Tuttavia la squadra non cambiava atteggiamento e continuava a controllare il gioco. Una netta differenza rispetta a quanto visto ultimamente da questa nuova versione del FC Messina.
Nel finale c’è anche spazio per l’episodio, piuttosto controverso, del calcio di rigore fallito da uno stremato Carbonaro. Il numero 7 giallorosso, in evidente debito di ossigeno e di lucidità, aveva offerto il penalty al compagno Palma che ha gentilmente rifiutato. Probabilmente, in un momento delicato come questo, assumersi delle responsabilità sarebbe stato un segnale importante per tutto l’ambiente. La sensazione è che ci sia ancora tanto lavoro da fare e i prossimi due impegni saranno tappe fondamentali da non fallire.
Domenica prossima si viaggerà alla volta della Campania, senza mister Gabriele e con un nuovo tecnico, ma prima bisogna affrontare una lunga settimana di duro lavoro fisico e mentale.
Autore: MNP Redazione / Twitter: @menelpallone
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