La notizia arriva in tarda serata, corre velocissima sui social e negli smartphone di addetti ai lavori e tifosi del Messina: Fabrizio Ferrigno ci ha lasciato.
Il rispetto verso la privacy aveva imposto il massimo riserbo sulle sue condizioni di salute, ma nel mondo del calcio, la sua convivenza con una malattia grave erano conosciute da tempo e, quando l’anno scorso non continuò il suo ennesimo impegno preso con il Messina al termine della stagione 2018-2019, dopo la sconfitta nella finale di Latina in Coppa Italia, solo in pochi conoscevano le motivazioni reali di questa scelta, fermo restando che il Direttore aveva comunque dato la propria disponibilità a dare una mano alla società di Pietro Sciotto, seppure confinato dentro una camera sterile. Calciatore di grande personalità, nato a Napoli il 30 giugno del 1973, legato a doppio filo con Catanzaro, dove si guadagnò l’appellativo di “sindaco”, scalando le categorie dalla C2 alla serie B, e vincendo anche a Pisa.
La vita da dirigente sportivo, di Fabrizio Ferrigno invece, iniziò, di fatto, al fianco di Pietro Lo Monaco nella sua avventura da proprietario del Milazzo, portato alle soglie della clamorosa promozione in C1, per poi approdare, a giugno del 2012, a Messina, quando Lo Monaco prese in mano le redini dell’Acr. Quelle seguenti furono due stagioni in cui, finalmente, si rivide una squadra vincente, capace di risalire dalla serie D fino alla Lega Pro Unica, con calciatori di grande personalità, come Corona, Ignoffo, Savanarola, Chiavaro, accanto a giovani di valore ed alla ciliegina sulla torta del portoghese Costa Ferreira.
Ferrigno tornò di nuovo a Messina al termine della stagione 2014-2015, dopo essere andato via qualche mese prima, trovandosi a gestire una situazione già ampiamente deteriorata dal sopraggiunto disinteresse di Lo Monaco verso l’Acr. Poi andò al Catania e venne premiato come miglior ds della serie C durante la sua permanenza a Pagani nel 2016-2017.
Il suo legame con la nostra città ritornò alla luce dopo l’ennesimo fallimento e la costituzione della nuova Acr di Pietro Sciotto, che più volte chiese un aiuto a Ferrigno, soprattutto dopo il caos della prima partenza ad handicap, facendo arrivare calciatori come Bruno, Ragosta e Rosafio, fondamentali per dare nerbo alla squadra.
L’anno scorso, quando la sua malattia attraversava una delle sue fasi più aggressive, era la prima opzione come ds al momento in cui si concretizzò l’accordo per la gestione dell’area tecnica con la dirigenza del Camaro, ma poi le difficoltà per una sua presenza continua prevalsero su tutto. Nell’ultimo anno, l’alternarsi di speranza e lotta, tipico di queste situazioni, fino all’epilogo che lascia in lacrime soprattutto la sua numerosa famiglia alla quale era legatissimo, cui speriamo la fede dia conforto in questo momento.
A loro, va tutto il cordoglio della nostra redazione e il pensiero affettuoso dell’intera comunità calcistica messinese.

Sezione: Fuori Campo / Data: Mer 14 ottobre 2020 alle 23:29
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
vedi letture
Print