"Dopo dieci anni terribili dal punto di vista calcistico, i sostenitori del Messina non meritano di essere illusi nuovamente a causa di decisioni frettolose e scelte politiche poco avvedute. Per questo riteniamo opportuno che la discussione in Aula in merito al bando di affidamento degli stadi venga rinviata, in attesa che vengano approvate le linee guida del piano regolatore, peraltro già approvate e oggi in fase di definitiva rielaborazione”: all'epoca tale affondo non era stato preso in considerazione, eppure nell'interrogazione del Movimento 5 Stelle si era insinuata una delle questioni dirimenti, quella legata allo sfruttamento delle aree commerciali. Importante perché, tra gli aspetti considerati non pienamente convincenti nella “Relazione Vermiglio” e di conseguenza nelle tesi del Rup Salvatore De Francesco che ha proceduto alla non assegnazione della gara, vi è lo sfruttamento già previsto di aree commerciali “a bilancio” senza che però al momento vi sia né l'effettiva sussistenza delle stesse, tantomeno la destinazione d'uso per la costruzione.

Era il 2 giugno 2019 quando i consiglieri pentastellati invitavano gli altri gruppi consiliari e l’Amministrazione a sollecitare le procedure del nuovo Prg, in ritardo di ben 7 anni e a rischio commissariamento, al fine di evitare “scelte avventate che potrebbero causare altri anni senza calcio di livello dignitoso”. E si proseguiva, ancora nella fase propedeutica dell'approvazione degli schemi di convenzione: “I contenuti del bando sugli stadi relativi all’utilizzo commerciale, ai volumi accessori e alle attività extrasportive non sono ammessi dalle norme urbanistiche dello stesso comune proponente, e la stessa bozza vincola qualunque attività al rispetto di tutte le norme di legge. Alla luce di ciò, il rischio è che il bando vada deserto, impugnato o venga aggiudicato da qualche “avventuriero” senza le necessarie competenze, che potrebbe approfittare di un’occasione ghiotta per il proprio tornaconto: una prospettiva che va scongiurata ad ogni costo, per rispetto non solo degli impagabili tifosi ma di tutti i cittadini cui gli impianti appartengono”. Invece si andò avanti con decisioni sulla linea tracciata, con l'allora assessore Pippo Scattareggia convinto che il bando sarebbe stato largamente partecipato...chi la pensava diversamente? O tifava Acr, o era amico dell'opposizione oppure vicino al suo successore.

I Cinquestelle ricordarono anche quanto accadde nel 2008: "Vogliamo ricordare che già allora l’attuale Prg, ancora in vigore a causa di scelte politiche irresponsabili, ha messo il freno a un progetto di rilancio, contribuendo al disastro sportivo degli ultimi due lustri. Riteniamo sia opportuno “perdere” pochi altri mesi, ma porre le basi, in maniera oculata, per garantire alla Messina calcistica il futuro che le spetta, a partire da bandi in linea con le scelte politiche e urbanistiche. In mancanza di Prg e norme chiare, i bandi servirebbero solo ad alimentare inutili illusioni negli sportivi, in quanto nessun gruppo serio potrebbe essere interessato a rilevare soltanto oneri, responsabilità, obblighi, canoni, e pure rischio di sanzioni, senza la benché minima possibilità di guadagnare un solo euro. Basta prendere in giro e illudere chi ha a cuore le sorti della città con castelli di sabbia”.

Sezione: Fuori Campo / Data: Lun 28 giugno 2021 alle 12:36
Autore: MNP Redazione / Twitter: @menelpallone
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