Finalmente, dopo 22 partite e mezzo fatte di tante incertezze e pochissime luci, il Messina inanella 142’, recuperi compresi, in cui riesce a giocare da protagonista su due palcoscenici di grande prestigio, il “Barbera” ed il “S.Nicola”, al cospetto di compagini di assoluto valore come Palermo e Bari, addirittura permettendosi il lusso di sfiorare il bottino pieno in trasferte giunte proprio in un momento complicatissimo della stagione.
Invece, il brutto anatroccolo passato per le cure di due allenatori, un direttore generale/consulente esterno, un direttore sportivo, non si trasforma in cigno, ma almeno riesce a farsi notare nello stagno della bassa classifica, costringendo la capolista alla sconfitta in casa dopo quasi un anno di imbattibilità. I risultati delle altre squadre coinvolte nella bagarre salvezza lasciano invariato il distacco dal Monterosi, appaiato al Campobasso nella prima posizione utile ad evitare i playout, ma adesso serve mantenere alta la guardia in vista della fase cruciale, iniziando dal prossimo ciclo di impegni del mese di febbraio che vedrà i biancoscudati giocare in casa contro Foggia, Monopoli e Potenza e, in trasferta, con Monterosi e Vibonese, prima del rush finale. Lo aveva detto martedì scorso Ezio Raciti prima di partire per Palermo che il Messina se la sarebbe giocata contro rosanero e biancorossi e, ad esclusione dei primi 45’ del “Barbera”, i suoi ragazzi hanno anche superato le sue aspettative.
L’allenatore dal physique du rôle  del buon padre di famiglia di una volta, merita un bel 7 e mezzo per essere riuscito a dare ad un gruppo di ragazzi il più delle volte apparso spaurito, la consapevolezza di non essere da meno di qualunque avversario del girone, a patto di mettere in campo non solo capacità tecniche o atletiche, in alcuni casi inferiori, ma soprattutto attenzione, spregiudicatezza e determinazione. Magari a fine stagione, se le cose andranno bene, ci spiegheranno cosa sia accaduto tra il primo e il secondo tempo del derby con i rosanero, ma adesso occorre restare “sul pezzo” e dare continuità al nuovo corso per accumulare preziosissimi punti in classifica. Ovviamente, la rosa messa a disposizione dal ds Pitino (voto 7 fuori sacco) consente di fare mosse per cambiare l’inerzia delle partite, ma fa una buona impressione vedere come i nuovi arrivati abbiano conferito nerbo e sostanza a ragazzi sempre pronti sul piano dell’impegno, ma palesemente in ambasce di fronte alle difficoltà che scaturivano in ciascuna gara.
La prestazione del collettivo in maglia giallorossa al “S.Nicola” è da 9 pieno perché non è facile adattarsi alle varie situazioni durante i 90’, soprattutto se ti trovi davanti un avversario di livello nettamente superiore a tutte le altre contendenti.
Lewandoski (7) esordisce con una incertezza sul tiro di Antenucci dopo pochi minuti, lento ma reso insidioso da un falso rimbalzo, subisce la fucilata di Terranova che sblocca il risultato, si affida alla buona sorte sulla giocata aerea sontuosa di Antenucci allo scadere del primo tempo, durante il quale,  non deve fare straordinari, così come il resto della partita, ad eccezione del minuto 76, quando il polacco compie la prodezza di respingere una botta di Cheddira da pochi metri e, di fatto, salva il risultato.
La linea difensiva a 4 predisposta da Raciti e Cinelli risponde presente per tutti i 94’ a partire dal rookie Trasciani (7) che continua sulla falsariga del secondo tempo di Palermo piazzandosi a destra svolgendo con dedizione la fase difensiva e poi facendosi trovare pronto alla deviazione di testa sottomisura che porta al pareggio immediato del Messina. Al centro, Celic (7) e Carillo (6,5) si disimpegnano egregiamente contro due bomber come Antenucci e Khedira, senza cedere nemmeno dopo l’ingresso di Galano e Simeri, costretti a sbattere contro il muro difensivo giallorosso, mentre Fazzi (6,5), seppure ancora una volta sulla fascia opposta a quella per lui consueta, sfodera forse la sua migliore partita in giallorosso, risultando decisivo per conquistare il corner che porta all’1-1.
Davanti a questo quartetto, decisiva la presenza di Rizzo (7) autore di una prova tutta sostanza e sacrificio, senza le difficoltà palesate mercoledì scorso e con l’aggiunta di una funzione di guida dei compagni di squadra nei momenti in cui il Bari alzava ritmo e pressione. Di questo si giova principalmente Lamine Fofana (8) di gran lunga il migliore in campo, visto che si propone sia come recuperatore di palloni che in fase di impostazione e, infine, consegna l’assist della vittoria chiudendo un contropiede da manuale. Altro elemento fondamentale per dare sostanza al centrocampo giallorosso è sicuramente Marginean (6,5) meno appariscente rispetto alle ultime esibizioni, ma preziosissimo nelle due fasi, fin quando , al 65’, non viene sostituito da Konate (6,5), principale artefice dell’azione che porta al 2-1 e sempre presente in ogni occasione nella quale viene chiamato in causa.
Il 4-3-3 concepito dal tecnico peloritano prevedeva poi tre frecce avanzate con compiti diversi, tutti eseguiti alla perfezione. A destra, Russo (7) conferma l’ottima impressione di Palermo, si impone ad avversari di grosso spessore tecnico ed esperienza, per lasciare il campo a Statella (6,5) dopo 12’ della ripresa e l’ex di giornata diventa anche lui importante per fare respirare la squadra quando i galletti provano a passare in vantaggio, creando non pochi problemi sulla propria corsia di competenza. Dalla parte opposta, ecco una delle maggiori sorprese di questa settimana, il portoghese Thiago Goncalves (7), inventato esterno di attacco da Raciti, che si sacrifica in copertura ed è freddissimo in zona gol a pochi minuti dalla fine, quando sentenzia la fine dell’imbattibilità casalinga della capolista, per poi lasciare il posto a Camilleri (sv) quando stava scadendo il recupero. Infine, i due elementi che si alternano nel ruolo dispendioso di attaccante centrale: Adorante (6,5) ingaggia un duello continuo con Gigliotti e Terranova, uscendone spesso vincitore per sponde o calci di punizione conquistati che valgono oro in partite come questa, mentre Piovaccari (6) fa sentire il peso di centimetri e esperienza nei 37’ concessigli, sprecando, però, una occasione d’oro per segnare e non riuscendo a gestire il possesso in qualche occasione nel finale. Poco male, perché comunque, il “pifferaio” sarà sicuramente uno dei fattori più importanti per continuare ad accumulare punti anche nelle prossime partite, quando sarà indispensabile mettere sul terreno di gioco lo stesso atteggiamento messo in mostra contro le corazzate.
In questo senso, la sentita ma moderata esultanza a fine gara dei protagonisti, fa ben sperare, perché vincere a Bari è una impresa, ma, senza altre partite come questa, contro avversari meno forti o prestigiosi, sarà una vittoria vana.

Sezione: Il focus / Data: Lun 07 febbraio 2022 alle 09:30
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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