La partita di ieri sera al “Vigorito” ha confermato quanto sia stata importante la crescita del Messina in questo campionato, frutto del lavoro svolto dal gruppo squadra a partire dalla scorsa estate, migliorato col passare dei mesi malgrado i momenti difficili vissuti, anzi, forse anche grazie alla capacità di superare incomprensioni, disagi, episodi negativi di ogni tipo, cementando lo spirito collettivo e consentendo di confezionare una prova di maturità confortante, in vista del rush finale, con la speranza di centrare la zona playoff, mito irraggiungibile fino a qualche mese fa, diventato obiettivo possibile a sette giornate dalla fine del campionato.
Un punto che consente di mantenere le distanze dal decimo posto, ottenuto meritando molto di più, con un capolavoro tattico, tecnico, di scelte degli uomini, lettura della gara compiuto da Giacomo Modica (voto 7,5), nettamente vincitore nel confronto con Gaetano Auteri, per la prima volta di fronte a quel Messina nel quale ha vissuto forse la sua peggiore esperienza di una lunghissima carriera. L’assenza di Emmausso consente di ritornare all’amatissimo 4-3-3, così come l’inserimento di tanti uomini poco impiegati negli ultimi tre mesi dà maggiore forza ai concetti di gioco rispetto all’importanza dei singoli, un concetto fondamentale per dare valore ulteriore al lavoro di Modica.
ANIMA LATINA - L’aspetto particolare del match di Benevento, colto anche dalle dichiarazioni post gara rilasciate da Modica, è che, probabilmente, questo blocco squadra-tecnico-società lo consideri una tappa di avvicinamento alla prossima prova sul campo del Latina, nella quale il Messina si presenterà con la chiara intenzione di vincere, per giocarsi pienamente la chance playoff. Vedremo se questo atteggiamento pagherà in terra laziale, perché dal “Francioni” passa una parte consistente del sogno di poter entrare tra le 28 squadre che si giocheranno l’unico posto per andare in B.
ZUNNO SUPERSTAR - Ci sarà tempo per parlare della sfida con i nerazzurri di Gaetano Fontana, reduci dalla vittoria allo “Scida”, perché bisogna adesso dare i giusti meriti a chi si è ben comportato a Benevento ieri sera, partendo dal migliore in campo, cioè Marco Zunno (7,5), ancora una volta autore di una prova eccellente, fatta di scatti, dribbling, scelte intelligenti con i tempi giusti, oltre alla perla dell’azione confezionata al minuto 60, quando salta di netto in area beneventana due marcatori del calibro di Berra e Terranova per poi spaccare in due la traversa con un destro secco che fulmina Paleari.
Tutti gli altri compagni giocano ampiamente sopra la sufficienza, ad eccezione, forse di Marco Firenze (6), fuori sincrono rispetto al resto della compagnia, come nella circostanza del gol di Lanini, quando resta colpevolmente fermo a un metro dalla linea di porta invece di salire per provare a mettere in fuorigioco l’attaccante giallorosso. Forse il numero 5 in maglia nera patisce il ritorno al 4-3-3, non riuscendo a prendere i ritmi giusti per interpretare il ruolo di perno centrale della manovra. Ermanno Fumagalli prende lo stesso voto del calciatore ligure, ma si tratta del classico 6 politico dato alla categoria dei portieri “inoperosi”, un paradosso considerando la forza offensiva del Benevento, che, però, tira in porta solo una volta nella fortunosa carambola dell’1-0 e, nella ripresa, sempre con Lanini, dopo un pallone portato avanti con la mano da un altro calciatore sannita sulla fascia destra, ovviamente senza che l’ineffabile arbitro di serata si accorgesse di nulla.
DIFESA INTELLIGENTE Buona, complessivamente, la prestazione del reparto arretrato molto giovane nella sua composizione iniziale, visto che il più anziano risultava essere Polito (6,5), classe 1999, bravo a non perdere la testa dopo il giallo preso al 18’, ma anche quando si trattava di preferire la giocata essenziale per chiudere gli spazi ad avversari di grandissimo valore. Salvo (6,5) migliora rispetto a Brindisi, ritorna a buon livello nelle due fasi, facendosi vedere in quella offensiva, perché lo sviluppo della partita prevede il Messina proiettato in avanti. Dumbravanu (6,5) non commette sbavature significative, sfodera un paio di aperture millimetriche a cambiare fronte di gioco per 50-60 metri che ricordano il piede sinistro di un giocatore come Alessandro Parisi, capace di scrivere pagine gloriose nella storia biancoscudata recente. Poi il moldavo è costretto ad uscire dal campo per un infortunio e il suo posto in campo, per gli ultimi 15’ incluso il recupero, lo prende Mimmo Franco (6,5) entrato al 66’ per Firenze, mettendo in pratica l’esperimento provato qualche mese fa in allenamento da mister Modica, tornato utile in questo momento nel quale non c’erano centrali difensivi utilizzabili dalla panchina. Franco si disimpegna con esperienza ed applicazione in un ruolo lontano dalle sue caratteristiche. La linea arretrata è completata da Lino Ortisi (7), fondamentale sulla fascia sinistra per dare concretezza alla fase di non possesso e spessore alle azioni offensive.
CENTROCAMPO MUSCOLARE - Marco Civilleri (6,5) spende 55’ di grande sostanza, confortanti sotto l’aspetto della condizione fisica, spezzati solo da un intervento molto duro di Ciano che lo costringe a lasciare la contesa per una botta dolorosa al costato. La sua uscita concede spazio a Giulio Frisenna (7), l’uomo capace di sovvertire il destino di una gara che sembrava essere stato scritto per causare una sconfitta ancora più ingiusta rispetto a quella di qualche giorno fa contro il Crotone. Il biondo centrocampista nato all’ombra dell’Etna dà la botta di adrenalina che serve al Messina nel momento in cui si doveva conferire continuità al tentativo di rimonta, sta sempre in mezzo a lottare, fin quando decide di sfruttare la sua grande capacità nel tiro e disegna una traiettoria imprendibile per qualsiasi portiere dell’universo conosciuto. L’esultanza quasi incredula rappresenta un segnale di quanto questo ragazzo debba ancora prendere coscienza piena delle sue doti, anche se l’umiltà è un dato caratteriale da preservare per fare davvero carriera. Finalmente anche Francesco Giunta (7) ha trovato ieri la serata giusta per tornare protagonista dopo diverse giornate nelle quali era rimasto ai margini, ritagliandosi solo pochi minuti in campo. Ieri al “Vigorito” il centrocampista messinese sembra avere sette polmoni, diverse volte prova la conclusione con poca fortuna, fino alla grossa chance intorno al 75’, quando impegna Paleari invece di dare palla al centro dove c’era Rosafio completamente solo.
ATTACCO RAGIONATO - Restando in tema di messinesi, ecco Nino Ragusa (6,5) anche lui in palla, anche se non riesce ad essere deciso sotto porta al 40’ con un colpo di testa troppo morbido e un paio di volte nella ripresa al momento di tirare verso Paleari. Dopo 66 minuti, lo sostituisce Rosafio (6,5), bravo ad entrare subito nel ritmo partita, lucido quando passa la palla che Frisenna trasforma in oro al 90’. Infine, Plescia (6), sempre in lotta con i suoi marcatori per riuscire a ripulire qualche pallone o rendersi pericoloso, con poco successo.
Pochi minuti anche per Lia e Luciani, troppo pochi per poter incidere ed essere valutati, ma anche loro saranno già proiettati con la mente a sabato prossimo, sempre alle 18.30, quando ci sarà da affrontare il Latina, in un vero e proprio spareggio per poter varcare la soglia che porta alla post season, uno sfizio che deve servire come premio a chi ha costruito e preservato questa squadra, capace di esprimere gioco ed onorare la maglia, come piace ai veri tifosi biancoscudati.
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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