Terza vittoria consecutiva per il Messina, 18 punti in classifica che valgono il secondo posto dopo 9 giornate di campionato, quando siamo giunti alla fine del 2020, e, nel corso dei prossimi 180 giorni circa, dovranno disputarsi ancora 25 turni, salvo ulteriori problematiche legate alla pandemia da Covid 19.
Un vero e proprio tour de force al quale si dovranno sottoporre le squadre e che vedrà uscire vincitrice quella società capace di avere equilibrio sul campo e tranquillità fuori, caratteristiche difficili da trovare in un contesto come quello del calcio italiano, non solo dilettantistico, in cui l’improvvisazione e la cialtronaggine sono state elette a modelli di gestione.
Senza volere ampliare troppo il discorso, torniamo all’ambito di questo anomalo mercoledì prenatalizio in cui i biancoscudati hanno giocato sull’ottimo terreno di gioco del “Provinciale” di Trapani al cospetto del Dattilo, compagine di una frazione del piccolo centro di Paceco, 900 anime, un presidente proprietario del bar, ristorante ed albergo della strada attorno alla quale si sviluppa l’abitato, famoso per la produzione di cannoli artigianali.
Poteva sembrare una allegra scampagnata, complice il sole splendente, per una squadra che ha dichiaratamente l’obiettivo di combattere per il vertice ed invece, dopo i primi 45’, sembrava materializzarsi lo spettro delle ultime tre stagioni vissute da questa società, rinata con alla guida Pietro Sciotto. I primi 20 minuti, come ha dichiarato alla fine Novelli (voto 6,5, tendente al 7) sono stati di ottimo livello ed anche allo spettatore costretto a districarsi tra streaming più o meno rallentati, è apparsa evidente la troppa leziosità degli attaccanti biancoscudati al momento di completare il loro lavoro con la sfera che varca la linea bianca della porta avversaria. La seconda metà di primo tempo, invece, ha visto un Messina quasi stupito di essere sotto nel punteggio, subire le iniziative degli avversari, anche senza tiri pericolosi, ma soprattutto incapace di costruire le premesse per il pareggio. Il risultato finale, invece, matura nella ripresa, quando, dagli spogliatoi, emerge una squadra totalmente trasformata, nell’atteggiamento dei singoli, nella loro voglia di ribaltare la situazione che determina l’uno-due decisivo, per poi controllare il risultato nella fase conclusiva del match, quando il Dattilo era troppo poco lucido per poter colpire. La prestazione collettiva lascia nella mente l’immagine di una squadra forte e sempre più consapevole, capace di realizzare manovre rapide palla a terra, ma anche di ricorrere alla verticalizzazione decisa quando si vede lo spazio.
Migliore in campo, per la doppietta realizzata, è Ciro Foggia (7), capace di dare il proprio contributo sia quando la palla è in possesso degli avversari, sia quando è necessario colpire, anche se il suo bottino avrebbe potuto essere più corposo, qualora avesse sfruttato le due occasioni capitategli nel primo, ma soprattutto nel secondo tempo, quando si è trovato davanti un Giappone strepitoso nel difendere la propria porta.
Il cambio fatto dopo l’intervallo da Novelli consente di vedere Arcidiacono (6) sulla fascia sinistra, ma soprattutto Addessi (6,5) dalla parte opposta ed il numero 5 biancoscudato diventa un vero e proprio incubo per i difensori biancoverdi, riscattando così i due errori di conclusione (uno di piede e l’altro di testa) commessi in avvio di partita.
Le sorti di questo Messina edizione 2020-2021 dipendono molto dalla giornata di Aliperta (6,5) e, infatti, la squadra va a regime quando lui trova le giuste cadenze e non si lascia prendere dal nervosismo o dalla presenza di troppi furetti vestiti in biancoverde attorno a lui. Dopo la pausa di 15’, accende il trattore e inizia a calamitare palloni, distribuirli ai compagni, oltre a randellare con giudizio, visto il giallo sul suo groppone. Ai suoi fianchi, bene sia Crisci (6,5) che Cristiani (6,5), anche se il perfezionista Novelli vorrà maggiori inserimenti in avanti da parte degli interni di centrocampo, quando si aprono gli spazi giusti.
In difesa, oltre a Lai (6) autore di interventi tranquillizzanti per i compagni quando il Dattilo cercava il 2-2, prova da sufficienza piena per Cascione, Lomasto e Giofrè, mentre Sabatino merita 6,5 per il sontuoso assist che mette Foggia solo davanti al portiere per la rete decisiva. In questi casi, ci vogliono piedi, ma soprattutto cervello. Restano i protagonisti del primo cambio del match: Arcidiacono gioca con meno foga del solito, passando il pallone al momento giusto, mentre Bollino (6) paga forse la fatica del match contro il Castrovillari su un terreno pesantissimo, pur sfiorando comunque il gol intorno al 15’ dalla cortissima distanza e mettendo sul piatto la solita tecnica sopraffina. Si rivede Vacca (6) per 20’ che servono a fargli riprendere confidenza con l’agonismo, mentre Cretella e Boskovic hanno troppo poco tempo a disposizione per essere valutati.
In conclusione, questa vittoria, pur avendo un peso relativo in sé per la vittoria finale essendo ancora all’inizio di un cammino lungo e imprevedibile, potrebbe essere un segnale del processo di evoluzione come squadra per un gruppo di calciatori che sembrano ritrovarsi bene sia in campo che fuori. Le premesse sembrano essere molto incoraggianti, ora sta al Messina società, staff tecnico, giocatori compattarsi e creare le condizioni per costruire un meccanismo in grado di riportare entusiasmo e risultati in un ambiente mortificato da troppi anni di mediocrità.

Sezione: Il focus / Data: Gio 24 dicembre 2020 alle 09:30
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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