Bisognava dare seguito alle due “imprese” della settimana precedente, ma la gara contro il Foggia lascia un po’ di amaro in bocca al Messina che sperava di ridurre le distanze da Monterosi e Campobasso, impegnate rispettivamente ad Avellino e Pagani. Invece, i rossoneri reduci da un periodo di grosse difficoltà dopo la lunga sosta, hanno trovato al “Franco Scoglio” forza e motivazioni per condurre la gara e portare a casa un punto, senza riuscire a concretizzare il predominio territoriale. In realtà, Zeman non è riuscito a plasmare questo gruppo totalmente a sua immagine e somiglianza, dopo un avvio stagionale promettente, ma capita di non avere il materiale giusto, oppure di incappare in problematiche di varia natura a livello societario, ambientale o anche per infortuni e Covid. Incontrare una icona del calcio italiano è sempre un piacere, tanto più quando si tratta di un giovane 75enne con ancora la voglia di andare su è giù per l’Italia in pullman o sulle panchine di stadi non più prestigiosi e lo spirito esattamente intatto rispetto a quando guidava la Roma, la Lazio o le provinciali in serie A e B che facevano divertire i tifosi indipendentemente dalla loro fede calcistica.
Dopo il doveroso omaggio al boemo, tocca parlare del confronto con mister Raciti sulla panchina giallorossa, includendo anche l’assistente, perché comunque la gestione tecnica, ma soprattutto tattica di ciascuna partita del Messina è affidata, di fatto, a un team.
La coppia Raciti-Cinelli (voto 5) sbaglia alcune scelte fondamentali in una partita nella quale si è forse assistito ad un eccesso di rispetto nei confronti dell’avversario, visto che si è regalato quasi metà del primo tempo al predominio rossonero partendo con uno schieramento in cui i due esterni offensivi erano a piede invertito, senza che avessero le caratteristiche per svolgere questa funzione. Non è un caso, quindi, che il Messina si vede in avanti dal momento in cui Russo e Goncalves tornano rispettivamente a destra ed a sinistra, consentendo ripartenze più armoniche e con i tempi giusti delle giocate e degli inserimenti.
Altro errore da matita rossa appare, almeno all’esterno, quello di effettuare tutti i cambi consentiti entro il minuto 68, con l’intento, forse, di dare un equilibrio maggiore alla squadra nel momento di massima pressione del Foggia, ma la differenza di condizione, brillantezza e convinzione tra chi è subentrato e chi è uscito è apparsa evidentissima, causando momenti di apprensione proprio quando si sarebbe potuto tentare le sortite decisive per centrare la vittoria. Considerando i prossimi 4 impegni ravvicinatissimi fino al 27 febbraio, urge stabilire in modo chiaro le gerarchie e i rispettivi ruoli per evitare di entrare in confusione proprio quando occorre lucidità e cuore per uscire dalla zona caldissima della classifica.
Non occorre fare i fenomeni, ma serve mantenere lo spirito e l’applicazione visti dal secondo tempo del “Barbera”.
Fatta questa premessa, tornando alla gara con il Foggia, sostituire Fofana (7,5) e Russo (7) tra il 60’ e il 68’ ha tolto alla squadra un elemento onnipresente in tutte le zone del campo e l’autore del gol del vantaggio, protagonista anche di tre sortite sulla fascia destra, nei 15’ concessigli durante la ripresa, che avevano messo in difficoltà la catena di sinistra dello schieramento predisposto da Zeman. Discorso analogo anche per un altro elemento uscito dal campo troppo presto e cioè Marginean (6,5), anche se il rumeno appariva in debito di ossigeno ed è indispensabile per dare sostanza alla manovra biancoscudata nelle prossime partite.
Se poi consideriamo l’impatto praticamente nullo dei loro sostituti, ecco emergere una criticità da risolvere immediatamente per evitare ulteriori difficoltà. Infatti, Damian (5) sembra essere con la maglia addosso per caso, sbaglia tempi della giocata, Simonetti (4,5) disputa 34’ incluso il recupero totalmente anonimi, Konate (5) non riesce ad entrare in partita, sbagliando anche tre appoggi semplici per innescare le ripartenze, trasformandoli in altrettante potenziali azioni pericolose rossonere.
Comprensibili e fruttuosi, invece, gli altri innesti, visto che Piovaccari (6,5) ingaggia la guerra con i centrali di Zeman, mancando per un soffio la giocata decisiva, dopo essere subentrato, al 54’, ad un Adorante (6,5) encomiabile per spirito di sacrificio e lotta, e Statella (6) fa il suo sulla fascia sinistra in cui Goncalves (6) non è determinante come nelle recenti prove, per un problema fisico che ci auguriamo sia superabile immediatamente.
Restano i sei elementi lasciati in campo dal duo tecnico per tutta la gara, che non demeritano, soprattutto sul piano del servizio per la causa collettiva. In primo piano, Lewandoski (7) per tre volte almeno autore di parate determinanti, sfortunato per una deviazione che gli impedisce il miracolo sul colpo di testa da parte di Turchetta in occasione del pareggio. Bene, nel complesso, la prova dell’intera linea difensiva, pur se con valutazioni diverse, perché Trasciani (6) soffre molto la maggiore intraprendenza di Turchetta rispetto al più compassato Curcio, mentre sia Celic (6,5) che Carillo (6,5) controllano in modo deciso sia Ferrante che Merola, e Fazzi (6) a volte legge in modo errato gli inserimenti sulla corsia di destra degli esterni foggiani. Infine, Peppe Rizzo (6) ancora una volta “costretto” nel ruolo per lui non usuale di regista davanti alla difesa, bersaglio del pressing avversario e penalizzato da un metro di giudizio applicato in modo non continuo dall’arbitro nella interpretazione degli interventi potenzialmente fallosi. Rizzo troppe volte sbaglia il passaggio di avvio della manovra o cerca il contatto perdendo il pallone invece di conquistare un calcio di punizione, ma la sua presenza in campo diventa sempre più importante per tutti i suoi compagni. Questa funzione di leader del gruppo biancoscudato dovrà essere un fattore positivo proprio in questo periodo senza respiro per le partite che si susseguono ogni tre giorni e, nella prossima settimana, vedranno il Messina impegnato contro due dirette concorrenti per la salvezza, Monterosi martedì a Viterbo e Potenza sabato al “S.Filippo”, per 180’ vitali nella scrittura della storia di questa stagione 2021-2022.

Sezione: Il focus / Data: Dom 13 febbraio 2022 alle 19:31
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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