Il classico “pagellone” di fine anno, per il Messina 2021-2022, riporta la media delle valutazioni espresse da questa testata durante una stagione nella quale i biancoscudati hanno stazionato, quasi sempre, nelle ultime 5 posizioni in graduatoria, raggiungendo comunque la salvezza diretta, che, non dimentichiamolo mai, era l’obiettivo minimo stagionale.

Da ciò nascono i voti non proprio altissimi che, probabilmente, potrebbero stonare rispetto alla narrazione, portata avanti dai calciatori attraverso i social, della “impresa impossibile” conciliabile se la rapportiamo alla classifica del Messina a gennaio scorso, ma poco accettabile se la si accosta ai concetti di “ambiente difficile” o "sacrifici", più volte ribaditi , a risultato ottenuto, nei messaggi da parte dei protagonisti in campo. Punti di vista, come, appunto, quelli di chi esprime valutazioni rispettando sempre l’impegno da parte dei protagonisti, che non è mai mancato, pur con alterne fortune.

PORTIERI – Sono stati tre gli estremi difensori utilizzati durante le 37 gare giocate, ma uno di loro è Leonardo Caruso, classe 1999, solo 2’ in campo nel recupero dell’ultima gara contro la Turris, mai schierato da mister Raciti da quando tornò a Messina, a fine gennaio, fortemente voluto dal presidente Sciotto. Caruso, che ha un altro anno di contratto in giallorosso, dovrà valutare adesso con la società come gestire il rapporto nella prossima stagione. Rosso novello

C’è stato poi Antonino Fusco (21 anni, 2 presenze, 180’ giocati, 6 gol subiti, media 5), titolare nelle gare contro Paganese e Virtus Francavilla a cavallo tra i mesi di dicembre e gennaio, con errori palesi soprattutto nel match disputato in Puglia, affrontato con l’organico ridotto all’osso, il cui esito (5-1) venne però condizionato da sviste clamorose dei singoli. Sedotto e accantonato

Infine, il titolare nel ruolo Mihal Lewandowski (25 anni, 35 presenze, minuti giocati 3150, 51 gol subiti, media voto 5,5). Il  polacco era arrivato a Messina reduce da un lusinghiero campionato a Teramo, con il riconoscimento di migliore estremo difensore del girone C, ma forse è stato uno degli elementi che più ha sofferto, psicologicamente, le pressioni di una stagione non all’altezza delle aspettative da parte della squadra. Non gli si può disconoscere una ottima capacità tecnica, ma ha dato sempre la sensazione di non trasmettere sicurezza o personalità ai compagni. Rivedibile, con riserva.

DIFESA – E’ stato il reparto maggiormente sotto accusa dalla prima partita a Castellammare di Stabia in Coppa, alla luce dei 61 gol subiti tra campionato (57, quarta squadra più perforata del girone) e Coppa Italia. Ma ovviamente, il dato statistico nasce dall’atteggiamento di tutta la squadra e, nella gestione Raciti-Cinelli, un atteggiamento molto conservativo ha consentito di limitare i danni, ma anche le possibilità eventuali di migliorare la classifica, secondo la sempre valida teoria della “coperta corta”.

Luigi Carillo (25 anni, 32 presenze, 2844’, media voto 5,5) – Capitano designato da mister Sullo, mantiene i gradi durante le “tempeste” tecniche stagionali, dando un contributo di equilibrio importante ai compagni all’interno dello spogliatoio. In campo, risente troppo dei risultati negativi nella prima parte di campionato, poi inizia il riscatto dal secondo tempo con il Palermo, restando l’unico punto fermo del reparto arretrato. In 4 delle 5 occasioni nelle quali non gioca, per squalifiche o infortunio, arrivano sconfitte e crediamo non per caso. Resta il rammarico per non essere riuscito a segnare in una delle sue tante deviazioni aeree su palla da fermo. Anche lui potrà migliorare l’anno prossimo, sempre se rientrerà nei piani di chi avrà la responsabilità dirigenziale. Capitano silenzioso (ma non troppo)

Maks Celic (26 anni, 29 presenze, 2216’, 1 gol e 1 assist, media voto 5,5) – Unico superstite della colonia serbo-croata portata a Messina dal ds Argurio, migliora il rendimento con il passare del tempo anche se gli manca la cattiveria agonistica tipica dei difensori di categoria e ciò gli costa un minore minutaggio nella fase finale del torneo. Dovrà essere valutato dal nuovo staff tecnico per capire se la sua esperienza in giallorosso continuerà. Bravo ragazzo

Gabriele Morelli (25 anni, 19 presenze, 1583’, 2 gol e 4 assist, media voto 6) – Il terzino livornese attraversa le tre “ere tecniche” stagionali partendo come un treno sulla fascia destra con Sasà Sullo, restando impigliato nella rete dell’iper tatticismo onanistico marcato Capuano, dando un contributo importante nelle ultime giornate, dopo la sosta Covid e con la squalifica di tre giornate dopo l’espulsione contro la Juve Stabia al “S.Filippo”. Cosa potrebbe fare da esterno in un 4-3-3 vero? Lo scopriremo, forse, tra qualche mese. Pendolino solo andata.

Daniele Trasciani (22 anni, 13 presenze, 995’, 1 gol, media voto 6) – Arriva a gennaio dal Teramo e viene schierato da titolare al “Barbera”, poi segna a Bari e diventa perno insostituibile della difesa per altre 9 gare in cui si ottengono i punti indispensabili per ottenere la salvezza diretta. Ottima la sua dedizione ed applicazione, anche perché viene adattato da centrale a esterno difensivo, ritrovando fiducia ed autostima dopo l’infortunio grave che aveva condizionato la sua carriera iniziata bene nella Primavera della Roma. Ex Pischello 

Gennaro Rondinella (20 anni, 12 presenze, 590’, 1 gol, media voto 5,5) – Esterno basso con buona gamba e discrete prospettive, trova pochissimo spazio all’inizio con Sullo per il buon rendimento di Morelli, poi viene impiegato fuori ruolo da Capuano e, infine, resta ai margini del progetto Raciti-Cinelli, malgrado le buone prestazioni offerte nelle poche chance a lui concesse. Segna un gol nell’unico derby concesso con il Catania, una scintilla incoraggiante nel momento più complicato e deprimente della stagione. La riscossa di Genny

Nicholas Fantoni (19 anni, 11 presenze, 568’, media voto 5,5) – In prestito dal Vicenza, gioca tre gare da titolare (Picerno, Bari e Foggia) con Sullo e due (Catania e Paganese) con Raciti, per il resto solo spezzoni in una annata che potrà servirgli per metterla nel suo bagaglio di esperienze. Qualche errore di leggerezza e poca serenità in un paio di apparizioni gli costano carissimo. Acerbo

Vincenzo Camilleri (30 anni, 8 presenze, 489’, media voto 6) – L’inizio di carriera a 16 anni con il trasferimento al Chelsea dalla Reggina e il successivo passaggio alla Juventus, unitamente alla barba incolta gli conferiscono un aspetto da veterano, mentre avrebbe ancora tempo e modo per dare molto nel resto della sua attività agonistica. Giunge a gennaio dal Lamezia Terme, ci mette del tempo a calarsi nella dura realtà della squadra che deve combattere, ma, quando lo fa, diventa titolare sfoderando due partitone contro Andria e Taranto. Prezioso

Antony Angileri (21 anni, 7 presenze, 358’, media voto 6) – Siciliano di Alcamo, il passaggio al Piacenza lo aveva fatto deprimere dopo le grandi promesse nella Primavera della Sampdoria, coglie l’occasione di Messina per riproporsi a certi livelli, pur non avendo tantissime occasioni, ma dimostrando di avere carattere e ottime doti tecniche. Picciotto di valore

GLI IBRIDI – Una categoria di calciatori particolare, coniata per questa stagione in cui abbiamo visto una serie di elementi (troppi) adattati in ruoli non propri. Ce ne sono alcuni che lo hanno fatto per tutto l’anno e con tutti gli allenatori, tranne Sasà Sullo, che ha pagato, forse, anche questa “intransigenza”.

Nicolò Fazzi (27 anni, 28 presenze, 2210’, 1 assist, media voto 5,5) – Il “principe degli ibridi”, viene acquistato a settembre e gettato in campo subito da Sullo a Vibo contro il Palermo, come esterno nel 4-5-1 che mette in difficoltà i rosanero nel secondo tempo. Poi fa tutti i ruoli tranne il portiere e il centravanti, sia con Capuano che con Raciti-Cinelli. Saremmo curiosissimi di vederlo all’opera da centrocampista di destra. Braccetto di mare.

Tiago Gonçalves (21 anni, 21 presenze, 1051’, 3 gol 1 assist, media voto 6) – Il portoghese viene presentato come un prospetto di grande interesse da recuperare e valorizzare e, per questo, viene vincolato fino a giugno 2023. La sua scheda tecnica parla di terzino sinistro, ruolo in cui viene impiegato da Sullo per pochi minuti, visto che si infortuna dopo l’esordio a Pagani, in cui entra in campo come centrale sul 4-2 a favore del Messina e tutti ricordiamo il risultato finale. Quinto di sinistra con Capuano, sigla il 2-0 con il Campobasso al S.Filippo, segna nel secondo tempo a Palermo e, da allora, diventa esterno di attacco, firmando anche la rete della vittoria a Bari. Potrebbe diventare un asset importante da valorizzare sul mercato. Baciato dal fado

Gianmarco Distefano (21 anni, 11 presenze, 321’, media voto 5) – Lo ricordavamo attaccante nel Paternò, ma, in questa prima esperienza tra i professionisti, gioca in tutti i ruoli tranne il suo, ad eccezione di pochi minuti contro la Paganese in cui è fondamentale nel gol del 2-1. Nel 2022 solo 5’ in casa col Picerno e tante partitelle di allenamento. Ha un triennale, potrebbe andare in prestito. Enfant prodige?

Sezione: Il focus / Data: Mar 26 aprile 2022 alle 09:30
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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