Perdere dopo avere giocato alla pari contro un avversario più quotato può consolare, ma questa terza sconfitta su quattro gare disputate in trasferta rappresenta una prova che il Messina, quest’anno, faticherà parecchio a fare punti lontano dal proprio campo, dove, peraltro, concretizza molto meno rispetto a quanto riesca a costruire.
NON SOLO SFIGA - Questa squadra corre tanto, riesce anche ad interpretare ogni partita cercando di fare leva su fisicità e un buon controllo palla, ma fatica maledettamente a portare dalla propria parte gli episodi e, quando questo si ripete con troppa frequenza, può diventare un peso difficile da sopportare e gestire, nel medio e lungo periodo, durante l’arco dell’intera stagione. Mister Tomei, a fine gara, nelle interviste rilasciate a Raisport, ammette di avere usufruito della buona sorte, ma ha anche impostato la gara cercando di dare respiro ai propri uomini più forti e carismatici, soprattutto in attacco, lasciando in panchina Volpicelli, Maiorino, Esposito e, quando ha chiamato in causa gli ultimi due, la differenza si è vista, in termini di pericolosità e cattiveria dalle parti di Curtosi, battuto, però, da due under al loro primo gol in carriera tra i professionisti.
Giacomo Modica (voto 5 per questa gara) si ostina a dare totale fiducia dal primo minuto ad alcuni elementi non di grande affidabilità, spostando di posizione altri che si trovano fuori dal gioco. Quindi, si ritorna al 4-3-3, ma con due esterni offensivi non di ruolo, mentre i gol subiti nascono da errori di postura e approccio tipici di chi non ha questi fondamentali come difensore.
MI SPEZZO MA NON MI PI...EGO -Il fine del gioco del calcio non è prendere i complimenti dagli avversari, particolarmente prodighi quando intascano i tre punti, ma arrivare al risultato anche attraverso la prestazione. Se invece si resta fermi in classifica troppo spesso, diventa solo una magra consolazione dei perdenti o un premio esclusivamente per il proprio ego. Adesso il calendario mette il Messina di fronte a 4 prove molto difficili, in casa contro Benevento e Monopoli, inframezzate da impegni sui campi di Trapani e Avellino.
TRA LIMBO E CAOS - In questo momento, però, l’attenzione dell’ambiente (o di ciò che ne rimane) è rivolta esclusivamente alla contestazione sempre più profonda nei confronti della proprietà, che, dal canto suo, resta sempre in un ruolo abbastanza schizofrenico tra il gestore “alla giornata” e il fautore di un cambio di rotta epocale con l’avvento di ipotetici investitori esteri in possesso di grandi disponibilità finanziarie e progetti ambiziosi. Un mix pericolosissimo che soltanto una serie di prove impeccabili del gruppo squadra può impedire diventi esplosivo sfociando nel caos assoluto, magari auspicato da chi è ormai esasperato dall’assoluta assenza di prospettive positive all’orizzonte. Uno scenario non straordinario, almeno dalle nostre parti, dove si tende spesso a sprofondare negli abissi continuando a scavare, quando il fondo sembra essere stato toccato.
Tornando a quanto accaduto ieri sera al “Curcio”, probabilmente un pareggio avrebbe rispecchiato maggiormente le forze espresse durante i 90’ più recupero, ma la vittoria del Picerno non è stata solo frutto del caso e deve fare suonare un campanello d’allarme affinché si alzi tutti il livello di attenzione e la fase di crisi venga gestita, almeno da tecnico e calciatori, con equilibrio. Vedremo, nei prossimi giorni, se queste ultime considerazioni saranno solo pura utopia.
LE PAGELLE - Difficile individuare un migliore in campo durante serate come queste, nelle quali si sprofonda o ci si salva grazie al collettivo. Conviene, quindi, partire dai peggiori e, purtroppo, non è una novità che, tra questi, vi siano due ragazzi che sembra anche crudele indicare come imputati, perché comunque, non lesinano impegno. Curtosi (5) fa un paio di buoni interventi, ma, sul primo gol, è troppo passivo, creando, con un passaggio sbagliato, le premesse per il calcio di punizione da cui scaturisce il raddoppio, anche a causa di una sua respinta eseguita senza seguire nessun criterio base di questo fondamentale. Ortisi (5) non marca il suo diretto avversario che sblocca il risultato indisturbato e poi lascia voragini sulla sua fascia di competenza soprattutto nel secondo tempo, quando il Picerno alza i ritmi. Il terzo tra i peggiori è un altro difensore, Rizzo (5), spettatore inerme in entrambi i gol subiti e, francamente, da un giocatore con la sua esperienza, non ci si aspetta questo tipo di disattenzioni, tra l’altro non episodiche. Gli altri due componenti del reparto arretrato non fanno la loro migliore partita, ma, almeno, tengono botta per tutti i 90’, perché Lia (6) si dedica con buoni risultati alla copertura e Manetta (6) concede poco spazio a Santarcangelo, soffrendo di più quando gli avversari sono Maiorino ed Esposito.
La linea di centrocampo funziona meglio quando gestisce il pallone, mentre tende a soffrire se si tratta di interdire e rilanciare. Frisenna (5,5) incide poco, non riuscendo a dare continuità alla sua azione, e peggio di lui fa Di Palma (sv), inserito nel finale, inutilmente, per dare un po’ di verve. Garofalo (5,5) è poco propenso ad inserirsi ed è il primo a lasciare il campo nella ripresa, sostituito da Petrungaro (5), evanescente per gli oltre 40’ in cui viene utilizzato. Anzelmo (5) stenta ad emergere, pur mettendoci l’anima, aiutando specie quando si tratta di dare appoggio al primo disimpegno della propria difesa, ma poi non indovina nemmeno un lancio per conferire profondità alla manovra. Dopo 68’ al suo posto entra Petrucci (5,5) che non dimostra il carisma e il peso indispensabile, in quel momento, per dare una svolta positiva alla partita. Non un buon segnale, perché il suo apporto deve essere fondamentale, in questa squadra, nei momenti difficili di ciascuna partita.
Pedicillo (6) inizia come esterno offensivo di destra, poi si sposta più indietro e si costruisce, da solo, la più nitida chance del vantaggio biancoscudato, trovando sulla sua strada la prodezza di Merelli. E’ uno dei suoi pochi lampi, ma di gran pregio. Il reparto avanzato è completato da Anatriello (5,5) autore di un gol di rapina, annullato per offside e di qualche iniziativa estemporanea poco concreta, e Luciani (5), solo un paio di sponde senza mai arrivare alla conclusione.
L’inserimento di Mamona (sv) produce solo un po’ di movimento fine a se stesso, mentre Cominetti (5) pur avendo a disposizione solo meno di 15’, riesce a far vedere un tiro di sinistro da buona posizione finito oltre la recinzione del “Curcio” e un passaggio a Merelli scoccato in prossimità del dischetto del rigore, completamente solo, pur se in pieno recupero.
Vedere la netta differenza di rendimento tra coloro i quali sono stati chiamati dalla panchina del Picerno, risultando determinanti per la vittoria e chi è stato coinvolto da Modica, chiude la disputa sul peso specifico delle due squadre e sul motivo per il quale i lucani stanno in testa alla classifica e i biancoscudati dovranno lottare per uscire dalla zona playout. Una amara verità con la quale fare i conti per evitare di fare troppa filosofia e, invece, tornare alla concretezza smarrita ormai da tempo.
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