Il cammino di crescita del Messina si ferma al “Viviani” di Potenza contro il Sorrento, non tanto per il risultato negativo, ma per i passi indietro fatti dai biancoscudati rispetto alle prove incoraggianti di questo primo scorcio stagionale.
Perdere fa sempre male, farlo senza nemmeno la consolazione di una prestazione incoraggiante, è ancora peggio, ma quel che colpisce è l’atteggiamento sbagliato soprattutto durante i primi 27 minuti, fino al momento in cui si è subito il gol su rigore ineccepibile, perchè poi il Sorrento ha concesso campo, limitandosi a presidiare la propria metà campo in attesa della ripartenza potenzialmente decisiva. Non ce n’è stato bisogno innanzitutto perché il Messina ha tenuto un predominio costante dal punto di vista territoriale senza incutere reale timore ai rossoneri campani, e poi anche gli episodi hanno girato male, considerando il gol annullato a Plescia per un offside non proprio evidentissimo e la palla gol divorata nei minuti finali dall’attacco biancoscudato.
Molto severo, ma giusto, nelle dichiarazioni di fine gara, il tecnico Giacomo Modica (voto 5,5) che aveva avvertito tutti sui rischi di sottovalutazione della squadra allenata da mister Maiuri, fin qui sfortunata nel suo cammino in campionato, ma, nonostante ciò, i suoi uomini hanno approcciato l’impegno senza la necessaria attenzione e cattiveria, venendo schiacciati nella propria metà campo da avversari veloci, vogliosi di ottenere la prima vittoria in campionato, pur non essendo dei fulmini di guerra.
Era già successo contro l’Avellino domenica scorsa, ma lo spessore degli irpini è decisamente diverso rispetto a quello degli avversari affrontati al “Viviani”. Adesso, spetta al tecnico di Mazara entrare nella testa di ogni singolo calciatore, dando a tutti la giusta motivazione per riprendere subito il filo del discorso, partendo dalla sfida serale di mercoledì prossimo nel recupero contro la Casertana. Un test molto insidioso, perché i rossoblù hanno a disposizione elementi di alta caratura tecnica, esperienza, carattere e vorranno dar seguito alla vittoria ottenuta a Teramo sul Monterosi.
Altra annotazione da tenere a mente rispetto alla sconfitta col Sorrento riguarda la difficoltà nel gestire il confronto con squadre che si affidano alla rapidità ed essenzialità nel corso della partita. Era già successo contro la Turris, si è ripetuto ieri, ma se il Messina cala in ritmo ed intensità diventa molto vulnerabile, specie quando incontrerà avversari furbi e abituati a giocare sugli errori.
Campanello d’allarme ben chiaro nelle dichiarazioni in sala stampa rilasciate ieri da Modica, ma occorre che siano i calciatori in biancoscudato a metabolizzare tutto e riportare gli effetti sul campo, ci vorranno solo tre giorni e si capirà qualcosa in più su quello che sarà il cammino nel prossimo futuro.
Continuando nell’opera di vivisezione della sconfitta, occorre essere chiari nei confronti di alcuni elementi che non hanno risposto positivamente alle fiduciose aspettative riposte in loro e ciò ha inciso sul rendimento collettivo anche perché coprivano ruoli chiave in ciascun reparto della squadra. Partiamo da Pacciardi (5) totalmente improvvido nell’episodio decisivo del fallo da rigore su La Monica, in una situazione nella quale, allo step successivo della scuola calcio nell’iter di crescita del calciatore, insegnano si debba temporeggiare e non invitano a scalciare l’avversario sotto gli occhi dell’arbitro. Il difensore centrale, nella fase in cui la squadra subisce le iniziative del Sorrento, se la cava col mestiere ma subisce le incursioni senza palla di Vitale, riuscendo raramente a decifrare la posizione di questo guastatore messo da Maiuri lì proprio per dare fastidio alla linea difensiva biancoscudata.
Andando più avanti nello schieramento del Messina, ecco Franco (5) lento nelle decisioni, impreciso quando viene messo sotto pressione, deve giocare per riprendere il ritmo dopo la lunga sosta dovuta alla squalifica, ma ha l’obbligo di trovare subito la soluzione per gestire al meglio questa indispensabile fase di rodaggio. Esce dopo 58’ di partita durante i quali raramente incide, sostituito da Buffa (5,5), non proprio brillantissimo. Il centrocampista di origini palermitane soffre il pressing degli avversari, stenta a trovare spazi e, quindi, le speranze di rimonta non passano dai suoi piedi ma si affidano al lancio lungo, letto con attenzione e caparbietà dai difensori rossoneri, pur con qualche sbavatura.
Infine, la parte buia dell’attacco è sicuramente Ragusa (5), solo qualche giocata sporadica degna delle sue qualità, poi una serie di palloni masticati, persi alla prima opposizione decisa dell’avversario, e la chance di tirare in porta allo scadere del primo tempo su passaggio di Frisenna sprecata in modo timido che si trasforma, per caso, dopo il rimpallo, in un assist a Emmausso. Il buon Nino è una risorsa di questo Messina, dalla sua gestione dipende quale sarà il destino del campionato biancoscudato. Una stimolante gatta da pelare per mister Modica.
Altro punto oscuro della gara del “Viviani” è la prestazione di Emmausso (5,5), non una novità, purtroppo, ma il numero 10 peloritano deve provare ad uscire dal cliché del calciatore umorale se vuole essere un fattore positivo in questa stagione determinante sugli esiti della sua carriera futura. Non basta, sicuramente, come nel match contro il Sorrento, qualche iniziativa estemporanea, a fronte di tante palle sprecate per leggerezza.
Vi sono altri calciatori in biancoscudato capaci di portare a casa la pagnotta, partendo da Fumagalli (6) provvidenziale su La Monica prima del rigore intuito e, nel recupero, quando si oppone con i piedi all’incursione solitaria di Petito. Sempre in difesa, non demerita Manetta (6), determinante a chiudere nell’altro contropiede orchestrato dal Sorrento durante la ripresa, costante quando si tratta di marcare Ravasio, non proprio Ibrahimovic, ma comunque un buon attaccante di categoria. Sufficiente anche Ortisi (6), al netto della cervellotica decisione sull’ultimo calcio di punizione al 95’, quando decide di fare lo scambio corto invece di crossare subito nell’area rossonera nella quale c’era pure Fumagalli, che, subito dopo, al momento del triplice fischio, lo manda a quel paese, insieme a diversi suoi compagni e al 99,99 % dei tifosi biancoscudati presenti sugli spalti o seduti nelle proprie case davanti agli schermi. Il mancato funzionamento del perno (Franco) implica una prestazione non eccellente del resto del centrocampo e, quindi, né Scafetta (5,5), né Frisenna (5,5) raggiungono la sufficienza. Il primo si incarta quando deve rifinire, eccede in qualche fallo di troppo, beccando il giallo, sembra un po’ stanco, così come il ragazzo catanese con la numero 8, quasi costretto a stare ai margini della partita, se non in qualche raro lampo, come in occasione della incursione in area avversaria durante la ripresa, quando un suo cross viene toccato, forse, di mano, da un difensore in maglia nera. L’assenza di Firenze, rimasto in tribuna per i guai alla caviglia, implica l’impossibilità di dare respiro a chi aveva problemi di tenuta, quindi, nell’ultima parte del match, Modica getta in campo una serie di elementi offensivi, ruotandoli in attacco o a centrocampo. Cavallo (5,5) alterna buoni spunti, ma senza mai fare la giocata decisiva, Zunno (5) perde troppi palloni per cercare la finezza inutile, Zammit (sv) si perde nel caos finale, Luciani (5) è bravissimo a farsi trovare al posto giusto al momento giusto, stoppare e tirare in modo rapace, ma l’errore di massimo 30 cm fa tutta la differenza di questo mondo. Infine, i due calciatori del Messina che, per tutta la gara mettono in campo la determinazione, cattiveria, l’agonismo mancato al collettivo in questa prestazione. Si tratta di Lia (6,5), motorino instancabile nelle due fasi, e Plescia (7), capace di fare la guerra con tutta la difesa del Sorrento, instaurare un dibattito continuo con l’arbitro restio a fischiargli fallo in suo favore, e persino non prendersela troppo per un gol annullato a causa del secondo offside da fenomeno rilevato in riferimento a un calciatore del Messina da uno degli assistenti, dopo quello che negò il pareggio di Cavallo a Francavilla. Episodi che fanno parte dell’imponderabile nel calcio, da mettere nel conto e andare avanti, senza creare alibi o giustificazioni di fronte a sconfitte come quella col Sorrento che possono rallentare ma non devono bloccare il processo di costruzione e crescita di questo gruppo. Non c’è tempo di recriminare, ma bisogna subito pensare al riscatto, partendo dalla gara di mercoledì 11 contro la Casertana.
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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