Le circostanze particolari in cui è maturata la prima sconfitta stagionale del Messina non devono condizionare l’analisi di questo risultato, nel quale pesano alcuni difetti di crescita naturali per una squadra come questa, costruita dal duo Modica-Roma per applicare l’idea di calcio del tecnico mazarese.
L’interpretazione a posteriori del piano-gara approntato per questa trasferta in Puglia da Giacomo Modica (voto 6) indirizza verso uno schieramento iniziale che prediligeva alcuni elementi maggiormente in condizione fisica per fronteggiare le iniziative della Virtus nella prima parte di gara, intervenendo in corso d’opera con l’inserimento dalla panchina di coloro i quali potevano dare una marcia in più, cambiando a favore del Messina le sorti della gara.
Invece, si è corso il serio rischio di subire almeno un paio di gol nei 15’ abbondanti durante i quali Di Marco e Biondi hanno imperversato sulle fasce, Giovinco ha dato parecchio fastidio tra le linee e Artistico ha concretizzato solo una delle tre occasioni importanti collezionate in quel lasso di tempo.
I punti deboli del Messina sono facilmente individuabili nelle due corsie esterne, dove non sempre le mezzali aiutano i terzini, che di quest’ultimo ruolo hanno solo la collocazione in campo e non le caratteristiche tecniche. Una scelta ben chiara degli uomini fatta durante il mercato estivo, portando, adesso, a provare soluzioni alternative come quella di Ortisi, riportato sulla linea difensiva quando si trattava di recuperare il risultato. Anche la composizione del reparto avanzato, sistemando in panchina Zunno e Cavallo, ha fatto capire che non esistono punti fermi e inamovibili nella composizione del collettivo che, partita dopo partita, dovrà costruire il destino finale di questa stagione.
Una linea coraggiosa che dovrà avere il pieno appoggio da parte della società e la massima comprensione dell’ambiente per poter sortire effetti nel lungo periodo, perché, se guardiamo la parte piena del bicchiere, questo Messina, quando è in possesso di palla, gioca davvero bene, ha le idee chiare, e, nella partita di ieri, ha anche saputo evitare pericoli in ripartenza, pur essendo teoricamente molto sbilanciata in avanti. Bisogna, però, evitare di consegnare troppi minuti in ciascuna gara all’avversario e, magari, non cadere nella tentazione della troppa veemenza o confusione, come successo negli ultimi 15’, quando si è fatto il gioco del Francavilla perdendo troppi palloni semplici in fase di impostazione o cercando di strafare, invece di continuare nella strada intrapresa nei 25’ successivi alla lunghissima pausa causata dal tilt dell’illuminazione.
Resta la rabbia per una sconfitta immeritata guardando al complesso dei 90’ più recupero, ma attenzione a non cercare alibi esterni, perché questo gruppo ha in sé i valori per recuperare altrove i punti persi contro Turris e Virtus Francavilla.
In una gara con luci ed ombre, oltre quelle dello stadio, in un ambiente che comunque condiziona gli esiti delle partite, per la dimensione del terreno di gioco e per situazioni paradossali come quella dei fari a intermittenza, alcune individualità sono spiccate, sia in positivo che in negativo.
Fumagalli (6,5) tiene a galla il Messina con due interventi salva risultato su Artistico, uno mettendo il corpo su un tiro a botta sicura, l’altro con un colpo di reni su una deviazione aerea velenosa del centravanti biancoazzurro. Frisenna (6,5) ingaggia un duello con un portiere top per la categoria come Forte, che, purtroppo per il Messina, ne esce vincitore, ma il numero 8, oltre ai tiri dalla distanza, mette in mostra disciplina tattica e continuità, facendo ben sperare per il futuro.
Il resto della truppa si danna l’anima per non perdere, senza farsi condizionare da uno stop innaturale, durante il quale si sarebbe potuta smarrire la tensione agonistica, ma non ci sono picchi di eccellenza nelle prestazioni dei singoli.
Pessima la serata dei due esterni difensivi, soprattutto di Tropea (5), incerto, condizionato anche le poche volte in cui si spinge in avanti, ma anche Polito (5) appare troppo leggero per poter reggere la massima pressione della Virtus Francavilla, gioca da centrale nel momento migliore della squadra, per poi lasciare il campo a Ferrara (sv), che ha il tempo per prendersi un calcio in faccia, ma non per entrare nel match. La situazione migliora quando Lia (6) entra sul terreno di gioco dopo i 40' di pausa, perché il ragazzo di Lentini dà maggiore affidabilità e, al momento, deve essere un punto di riferimento in una zona del campo nella quale c'è carenza quantitativa e qualitativa.
La coppia centrale difensiva viene lasciata al duello personale con Artistico o alla mercè degli inserimenti di centrocampisti esterni abbastanza liberi di muoversi, ma, comunque, non dimostra sbandamenti eccessivi, nel periodo di maggiore pressione avversaria. Manetta (6) e Pacciardi (5,5), quindi, non sono tra i peggiori. Firenze (6) paga, forse, la poca attitudine alla fase di non possesso, perché sennò la sua sostituzione alla fine del primo tempo non si spiegherebbe, considerando il numero notevole di palloni giocati con buona frequenza e discreta precisione nei primi 45’.
Scafetta (5,5) inizia da esterno alto, passa poi a mezzala, facendo vedere le cose migliori quando la squadra cerca il pareggio, ma poi esce al 66’ per dare spazio a Ragusa (5), che non ha lo spunto e nemmeno la carica agonistica indispensabile per incidere quando serviva produrre il massimo sforzo e, invece, pian piano, il Messina si perde nella troppa ansia del risultato.
Dalla panchina arriva anche Cavallo (5,5) che alterna buone giocate a momenti di confusione, segnando anche un bellissimo gol, annullato per un offside rilevato dal signor Nicosia di Saronno, assistente capace di scorgere una posizione irregolare di Plescia in mezzo alla mischia presente, in quel momento, nell’area della Virtus.
Si fa vedere per un tempo anche il subentrato Buffa (5,5), che prova a dare ordine all’assalto del Messina, riuscendoci solo a sprazzi, così come Emmausso (6), uno di quelli che potrebbero risolvere la questione con una giocata estemporanea, ma, per questa sera, il colpo resta in canna al numero 10 in maglia nera, pure lui “bullizzato” dal portiere avversario, prima di spostarsi, entrato Ragusa, nell’inedito ruolo di trequartista, con risultati non proprio esaltanti, ma tanta buona volontà. Discorso simile può essere fatto per Ortisi (5,5) che parte mezzala e finisce terzino, ma non va oltre qualche discreto spunto e un paio di recuperi in fase difensiva. Infine, Plescia (6) che il suo lavoro di punta centrale da finalizzazione lo fa nel primo tempo, trovando un superbo Forte sulla sua strada e, per larghi tratti della ripresa, fa la guerra al trio difensivo biancoazzurro per creare varchi ai compagni, con poca fortuna ma tanto ardore.
Un po’ come tutto il Messina in questa strana e lunga trasferta a Francavilla, che, come nelle ultime due occasioni precedenti, si è conclusa con una sconfitta, forse immeritata, ma che comunque resta e, adesso, con l’Avellino da ospitare al “Franco Scoglio”, non si può pensare più tanto alla prosa, ma occorre iniziare ad accumulare i punti in classifica, per costruire un futuro migliore e tranquillo.
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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