Quella del Ceravolo non è certo la gara ideale per entrare nel merito dei problemi di un Messina che, tra infortuni e tamponi, ha vissuto la trasferta di Catanzaro con un clima decisamente non semplice. Eppure vale la pena fare qualche valutazione, pur considerando tutte le attenuanti del caso—e, dato che si parte dall'attacco, forse la scarsa produzione offensiva biancoscudata è dipesa anche dall'assenza delle tre punte che, nelle prime dodici giornate, avevano messo insieme 2000 minuti e nove delle quindici reti segnate in campionato. Possiamo ascrivere forse solo a questo dato l'ennesimo zero alla casella gol fatti, il terzo nelle ultime quattro partite; resta invece positivo il dato sulla difesa che incassa due reti ma lo fa con una squadra che a livello offensivo tra le mura amiche in tre occasioni aveva servito il tris con squadre di livello pari o superiore al Messina—e, con i gol sugli altri campi, perde la maglia nera di peggior difesa. Con le numerose assenze Capuano fa di necessità virtù e ripesca dal cilindro Marginean (assente dalla gara di Foggia del 3 ottobre), Distefano (ultima presenza il 29 settembre contro il Bari) e Rondinella, che finora aveva visto il campo solo nel finale del match vinto contro la Virtus Francavilla il 19 settembre. È invece la prima volta insieme dall'inizio (e per novanta minuti) per Carillo, Celic e Mikulic, fino a domenica contemporaneamente in campo solo per 18 minuti a Vibo Valentia contro il Palermo. Dal canto suo il Catanzaro conferma la difesa impermeabile derubricando a incidenti di percorso le gare con Monopoli e Bari che, nelle ultime due giornate, avevano raddoppiato i gol subiti dalla squadra di Calabro.
I giallorossi si riavvicinano alla vetta di un Bari che incappa nella seconda sconfitta in tre turni, andando più larghi terzo match senza vittoria nelle ultime quattro giornate: i galletti restano saldi in vetta ma quella faccenda della fuga sembra acqua abbastanza passata. Merito indubbiamente di una Juve Stabia che con Sottili trova il secondo acuto in due gare interne, sei punti raccolti su nove disponibili con il nuovo mister e un Eusepi finalmente decisivo dopo il nostro appunto della scorsa settimana—di nulla, amici che tifano le Vespe. Alle spalle del Bari c'è un trio: Catanzaro, Monopoli e Palermo. I rosanero in casa della Fidelis Andria finalmente sembrano avere trovato una quadra vincente con una squadra più accorta, un modulo meno spregiudicato e un Brunori al quinto centro in campionato, il secondo nelle ultime quattro giornate in cui la squadra di Filippi ha raccolto dieci dei dodici punti disponibili. Brusco ritorno sulla terra per i pugliesi, costretti a rivalutare il blitz di Coppa in casa del Foggia come un episodio a sé stante senza benefici per il campionato.
Il Monopoli ha ritrovato Starita, ora a quota 8 in classifica marcatori (ci torneremo), e forse anche le vie di mezzo: dopo la striscia di tre sconfitte consecutive, seguita dalle tre vittorie di fila, torna a presentarsi il segno X per la seconda volta in stagione, la prima dalla quarta giornata, dallo 0-0 contro l'Avellino. Starita, dicevamo, non basta e non è sufficiente neanche il pari contro la Vibonese a soddisfare Piccinni e compagni: eccezion fatta per lo 0-0 di Taranto, i calabresi finora avevano fatto punti solo contro squadre impegnate nella lotta per non retrocedere.
È giornata di bomber: a segno l'intero attacco della Turris, con Giannone che sale a quota 8, Leonetti a 6 e Santaniello a 4 (per sapere cosa ne pensiamo del Monterosi suggeriamo di riprendere in toto i commenti nelle ultime puntate di questa rubrica), Ferrante del Foggia che con un bel sinistro trova il sesto gol in questo campionato rendendo dolce la millesima tra i professionisti di Zeman (coronata dalla doppietta di un grande rimpianto di questo calcio come Alessio Curcio) nel 3-0 contro una Paganese alla sesta sconfitta su sette gare giocate fuori casa, Coppa compresa, ma il bomber è uno e solo uno, ed è ovviamente Luca Moro.
Il nuovo Lucca secondo molti, i numeri però dicono che in undici partite giocate con la maglia del Catania ha eguagliato lo score di Lucca dello scorso anno: tredici gol, media di 1.18 a partita, con un rigore a cucchiaio che chiude il poker del suo Catania sul terreno di gioco del Campobasso, ma gli etnei non vanno oltre il pari, uno spettacolare 4-4. Campobasso che diventa la peggior difesa con 23 gol subiti, Catania che diventa parallelamente il secondo miglior attacco con 22 gol fatti ma che dovrà affrontare due gare senza l'uomo che ha messo dentro il 60% delle reti all'attivo.
Avrebbe bisogno di un bomber l'Avellino, che però trova comunque due reti per superare il Taranto: la sfida era tra due squadre che subiscono poco (prima del match 17 gol incassati complessivamente nelle prime dodici giornate) ma la sensazione è che gli irpini, un passo dopo l'altro, stiano trovando la giusta continuità per rilanciarsi in alto. 2-1 al Partenio, identico risultato necessario alla Virtus Francavilla per superare in rimonta il Latina (serve ribadire che la panchina di Di Donato, sette sconfitte nelle ultime nove non sembra solidissima?) grazie al gol decisivo di Joseph Ekuban, ancora pimpante qualche minuto dopo avere celebrato il gol di Timothy Ansah, il fratello che un'oretta prima aveva fissato sul 2-2 il punteggio in Serie D tra la sua Olginatese e la Casatese (grazie a Nick Chiappinelli per la segnalazione).
La chiusura la riserviamo al derby tra Potenza e Picerno, vinto per 2-0 dai potentini che ringraziano la cura Trocini che ha portato due vittorie in tre gare dal suo arrivo in panchina. Nel Picerno chance da titolare non sfruttata da Pietro Terranova, ex Dattilo che, dopo la stagione di grazia in D lo scorso anno, è ancora a secco dopo undici presenze. Non è casuale, visto il livello molto alto del torneo, testimoniato anche dal fatto che, nei primi venticinque posti in classifica marcatori, troviamo il solo Rossetti del Campobasso proveniente dalla quarta serie.
Autore: Gregorio Parisi / Twitter: @wikigreg
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