I due recuperi disputati oggi nel girone I di serie D registrano le vittorie di misura delle squadre di casa, Licata e San Luca, che fanno un balzo in classifica importante, battendo rispettivamente Paternò e Castrovillari con il medesimo risultato di 1-0.
I gialloblù agrigentini sprecano un rigore dopo appena 6’ di gioco con Cannavò, atterrato da Dall’Oglio, che spara a lato, nel primo tempo hanno la supremazia territoriale senza occasioni clamorose, e, al 12’ della ripresa, un cross dalla sinistra di Catalano viene trasformato in gol da Civilleri, alla prima marcatura stagionale, con un tiro al volo di ottima fattura. Il Paternò costruisce almeno un paio di chance per arrivare al pareggio, ma Di Carlo si salva con un po’ di fortuna e grazie all’imprecisione degli attaccanti rossoazzurri. Lo sbilanciamento in avanti degli uomini di mister Catalano lascia spazi alle ripartenze dei padroni di casa, che sfiorano il raddoppio con Napolitano, chiuso in uscita disperata da Cavalli. Alla fine, tre punti per il Licata che, dopo il ricorso respinto sul tesseramento di un giocatore del Biancavilla nella gara persa contro gli etnei, passa a quota 12.
Il San Luca, invece, raggiunge Acireale, Football Club e Cittanova in vetta alla classifica, capitalizzando al massimo il gol in rovesciata di Marchionna al 10’ abilissimo a trovare il colpo al volo su azione susseguente a calcio di punizione. Il turno infrasettimanale avrebbe previsto anche la disputa di Gelbison-S.Agata, l’altra gara rinviata ai cilentani oltre quella che si sarebbe dovuta disputare domenica scorsa al “S.Filippo” contro l’Acr Messina, ma la presenza di ben 15 positivi al Covid tra i rossoblù ha spinto la LND a posticipare ancora il match a data da destinarsi. Tralasciamo i contenuti non propriamente sportivi del botta e risposta tra il presidente dei campani Puglisi e la dirigenza del Troina, con pubblicazione sul profilo Facebook del Gelbison di foto testimonianza delle condizioni piuttosto precarie dell’impianto in cui giocano gli ennesi.
La vicenda, però, rende evidenti le difficoltà da parte di alcune squadre nel gestire correttamente i protocolli anti Covid stabiliti a settembre per i dilettanti ed ancora applicati per i campionati di interesse nazionale come la serie D. Nelle ultime 24 ore si sono susseguite le voci che davano per certo uno stop anche alla quarta serie, in conseguenza delle restrizioni contenute nell’ultimo DPCM e della delimitazione delle zone gialle, arancioni e rosse, anche se le norme sullo svolgimento dei campionati di interesse nazionale non hanno subito alcun mutamento. Incide sui tentennamenti da parte del Presidente Sibilia la spinta a non rischiare sussurrata da una parte delle società che preferirebbero fermarsi fino ad inizio dicembre, anche se, non più di una settimana fa, il referendum indetto dalla LND aveva visto la netta prevalenza dei sì alla proposta di continuazione del campionato con le dirette video streaming sui profili Facebook o sui siti internet delle singole squadre, senza pubblicità (divieto, quest’ultimo, non proprio seguito in modo unanime). Sembrerebbe che, in caso di sospensione, un buon numero di presidenti della serie D chiederà ufficialmente le dimissioni di Sibilia, reo di non avere spinto per ottenere sovvenzioni più volte promesse, anche per consentire, ad esempio, un numero di tamponi periodici a tutte le squadre di serie D, invece di gravare ulteriormente sulle risorse finanziarie di un campionato negletto e utile, forse, solo per entrare nei tabelloni delle società di scommesse (per adesso solo on line).
Nelle prossime ore ci dovrebbe essere un comunicato della Lega, con Luigi Barbiero, coordinatore del Dipartimento Interregionale della LND, che dichiara di attendere una interpretazione del DPCM per comprendere se si proseguirà e con quali modalità, lasciando capire che le intenzioni sarebbero quelle di iniziare da domenica 8 novembre con i recuperi, o, in alternativa, sospendere fino al 3 dicembre. Nel frattempo, migliaia tra calciatori, tecnici, addetti ai lavori e tifosi attendono senza sapere se, e quando, potranno riprendere. Fermo restando il momento di mobilitazione generale per evitare il rischio Covid, non si capisce per quale motivo vengono predisposti protocolli di comportamento sanitari abbastanza chiari, senza poi dare la possibilità di seguirli.
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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