Lo stop del campionato di Serie D ha scritto la parola fine anche sulla terza annata fallimentare, su tre tentativi, del gruppo Sciotto in sella all'Acr Messina. A fare rumore, però, è il mutismo totale della società anche in questi mesi di lockdown: il silenzio stampa regna in casa biancoscudata dal 2 febbraio scorso, dopo la sconfitta interna con il Marina di Ragusa. L’amministratore delegato Paolo Sciotto, poi, ha parlato il 15 febbraio, giorno della “presentazione” di Andrea Pensabene e, da lì, spazio solo alle consuete dichiarazioni del mister e alla comparsa a sorpresa di Pietro Arcidiacono ai microfoni dei giornalisti nel post-partita con il Licata.

Una situazione paradossale. Un silenzio inspiegabile per una società che, contestata per i pessimi risultati ottenuti (e sarebbe stato folle immaginare il contrario) non è riuscita ad aprirsi alla propria tifoseria neanche in un momento così delicato, come quello attraversato nei mesi scorsi dall’intera comunità. Va detto, per giustizia morale, come per gli Sciotto, leader nel Sud Italia nel settore dell’automotive, fosse certamente prioritario pensare allo sviluppo degli asset aziendali rispetto alla squadra di calcio. La nube di incertezza aveva iniziato ad addensarsi però già prima della "emergenza Covid", e si è fatta sempre più densa, divenendo un vero e proprio alone di mistero che rende fosco il futuro dell’Acr Messina.

Cosa accadrà dunque adesso? Se lo chiedono i tifosi in mezzo a mille altre interrogativi. I fedeli della biancoscudata, ormai sconfortati da anni di gestione caratterizzata da rivoluzioni e delusioni, dovranno sottoporre la loro passione ad altre umiliazioni? La società intende rispondere alle voci che circolano rispetto a presunte inadempienze nei confronti dei giocatori? Come hanno trascorso i tesserati dell'Acr la "quarantena"? Sono rimasti in città?E a spese di chi? Si sono allenati? E' vero che gli atleti non sono riusciti ad incassare, per ragioni burocratiche, il contributo Inps riservato loro dai decreti ministeriali? L'Acr parteciperà, magari nell'ambito di qualche Ati costiuita, al bando per la gestione dello stadio "Scoglio" o lascerà campo libero a eventuali altri soggetti interessati? Si andrà avanti con gli Sciotto o ci sarà, dai più auspicato, un passaggio di mano?

In questo contesto sembra persino strano parlare di ambiti programmatici e dirigenziali, Ma qualcosa in tal senso sembra essere filtrata. Pietro e Paolo Sciotto, nelle scorse settimane avrebbero intensificato i contatti con Salvatore Castorina, già responsabile dell’area tecnica biancoscudata nella passata stagione. Poi sarebbe stato il turno di Agatino Chiavaro e, soprattutto, Fabrizio Ferrigno, con gli Sciotto in due brevi occasioni e fermato la scorsa estate da un problema personale. Con il direttore sportivo artefice della doppia promozione dell’era Lo Monaco i rapporti restano comunque buoni e anche a Ferrigno non dispiacerebbe ricominciare a lavorare a Messina. Tutto, però, resta subordinato a ciò che ne sarà del mondo del calcio nell'ambito non professionistico, ma soprattutto da ciò che gli Sciotto vorranno fare della squadra di calcio. Si attende di capirlo con le parole mettendo fine al silenzio stampa, mettendo in primo piano quei fatti che fino ad oggi, numeri alla mano, purtroppo evidenziano un bilancio negativo.

In tanti, sicuramente la maggioranza dei sostenitori dell'Acr, ritengono questo ciclo finito. Ma affinché ciò avvenga, serve una svolta alla quale occorrerebbe lavorare sin da subito. Un'ancora di salvezza o la fine di questa agonia. Chi c'è, batta un colpo.

Sezione: Acr Messina / Data: Ven 22 maggio 2020 alle 12:03
Autore: Antonio Billè / Twitter: @antobille
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