"Tutti quanti a Catanzaro": per capire Messina-Martina credo sia necessario partire dalla fine, da quel coro conclusivo che risuonava al San Filippo mentre le squadre rientravano negli spogliatoi. La partita che condanna virtualmente i giallorossi ai playout non ha il veleno nella coda sugli spalti, così come non lo aveva avuto in campo (anche se, in occasione del tiro di Arcidiacono, qualche cuore ha saltato diversi battiti); la partita che condanna virtualmente i giallorossi ai playout non termina con una contestazione, ma si chiude con un coro per caricare l'ambiente, ben consci che la mentalità per salvarsi passa anche da qua.

La partita di giovedì è una primizia per quest'anno al San Filippo, in cui ormai mancano all'appello solo martedì e lunedì (giorno presente, invece, tra le trasferte): nonostante la partita fosse originariamente prevista per le 17, la richiesta della società di spostarla alle 14 lascia in tanti perplessi, perché è pur sempre un giorno lavorativo e, infatti, diversi entrano a match iniziato. Il Messina, comunque, è vivo, e con la squadra c'è una Curva che fa la voce grossa sin da subito, cercando di spronare i ragazzi: la prima frazione fa davvero ben sperare, le occasioni non mancano e lo spettacolo dalla Sud è unico.

Poi, l'intervallo: i 15 minuti di pausa spezzano il ritmo anche del tifo, che fatica a carburare nuovamente all'inizio della seconda frazione. È un elemento abbastanza comprensibile: sono le tre di pomeriggio e c'è chi è partito da casa ben prima dell'ora di pranzo per non rischiare di perdersi l'inizio — l'emozione di passare indenni ai tornelli, senza ritardi dovuti a un malfunzionamento degli stessi, è sempre unica. Pochi minuti e si riparte: risuona un "Il Messina lo salviamo noi", coro che forse va addirittura oltre il #TiSeguoSempre, perché fa capire l'unione viscerale tra questa Curva e la maglia. È quasi una lezione alla squadra, che pian piano sta entrando nell'ottica giusta, sia dal punto di vista mentale che fisico; qualche pecca c'è sempre, come si sentirà poi in sala stampa, ma dalla curva si vede l'impegno crescente (con tutti i limiti tecnici del caso, sia chiaro) di un gruppo che non vuole e non può fallire l'obiettivo.

Nei minuti finali, oltre al contropiede di Arcidiacono, tocca a De Paula e Spiridonovic far balzare il cuore il gola a tutto il San Filippo, ma le due conclusioni, dal coefficiente di difficoltà opposto, provocano una reazione pressocché identica: un lamento per l'occasione sfumata annichilito quasi subito da altri cori di supporto perché il campionato non finisce al fischio finale del match con il Martina e, anche se ormai sembra scontata la partecipazione agli spareggi per la permanenza, è importante dare tutto nel finale di stagione per recuperare fiducia, concentrandosi solo sul migliorare partita dopo partita senza dare ascolto a voci che col calcio giocato non hanno niente a che vedere. La Curva, questo, l'ha capito prima di chiunque altro: "Tutti quanti a Catanzaro", chi può.

Sezione: Dimensione curva / Data: Sab 04 aprile 2015 alle 10:37
Autore: Gregorio Parisi / Twitter: @wikigreg
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