Quale futuro attende l'Acr Messina? Pietro Sciotto sfoglia la margherita, difficile vada avanti da solo, più probabile che se la sua avventura calcistica dovesse procedere, ciò avvenga con un partner economico o manageriale. Nel frattempo, si inseguono le voci su probabili acquirenti con cui il patron biancoscudato si sarebbe incontrato per ascoltare i programmi dei vari interlocutori pronti a rilanciare il calcio messinese partendo dalla squadra che, ad agosto 2017, venne identificata per rappresentare la nostra città in serie D dopo l’ennesimo fallimento.

Tutti appuntamenti non confermati né smentiti dal diretto interessato che preferisce, per il momento, non rilasciare dichiarazioni dopo avere raggelato, due settimane fa, i bollenti spiriti di Mauro Nucaro, l’imprenditore di Terravecchia (CS) in vena di vendette sportive dopo la beffarda retrocessione in Eccellenza alla guida del Corigliano. Descrizioni romanzate di lunghissime riunioni, attese per risposte da parte di Sciotto, il quale oscilla, come al solito, tra i propositi di riscatto del proprio orgoglio ferito da due stagioni e tre quarti deludenti e le tentazioni di abbandonare la propria creatura, per troppa stanchezza e per le contestazioni di una piazza con cui non è mai entrato realmente in sintonia.

Nelle scorse ore il patron dei peloritani ha incontrato l'esperto dirigente Pietro Lo Monaco in un locale della zona tirrenica. Un confronto durante il quale Sciotto ha chiesto all'ex Ad del Catania qualche dritta. Sul piatto, consigli sul conto di potenziali soci, ma soprattutto il progetto di alcune strutture sportive magari implementando l’impianto comunale di S.Lucia del Mela ristrutturato con i fondi di “Sport e Periferie” dal sindaco Matteo Sciotto, vice presidente Acr, ma anche, tra le righe, un eventuale coinvolgimento diretto di Lo Monaco. Al momento, comunque, appare poco probabile che si concretizzi il dirompente ritorno del “direttore” sulla sponda Acr, smentito da ambienti a lui molto vicini, anche se,specialmente da un vecchio volpone del calcio come PLM, solo il futuro potrà dare credito alla smentita.

Gli ultimi giorni della settimana appena trascorsa sembravano potere essere decisivi per un’altra pista più o meno occulta che porta all’asse Fabiani-Lotito ed all’interessamento di un imprenditore campano coinvolto nell’organigramma della Salernitana, stimolato dal bando sul “S.Filippo” e desideroso di testare i modelli di gestione da applicare anche all’Arechi, ancora assegnato con concessione annuale dl Comune dopo una breve esperienza con i privati. Questa ipotesi “campana” sarebbe ben vista dall’ultimo ds in carica al Messina Pasquale Leonardo e dal mister Pensabene, al momento ancora in qualche maniera legati, seppure affettivamente, all’Acr della famiglia Sciotto.

L’imprenditore di Gualtieri sarebbe apparso interessato alla possibilità di cedere o di lavorare in simbiosi con un gruppo in orbita-Lotito, avrebbe detto il classico “mi faccio sentire io”, mantenendo in caldo, nel frattempo, un’altra possibilità, rappresentata da Giancarlo Travagin, 53 anni, ex calciatore, giornalista, imprenditore, con rapporti in Vaticano e tra gli ambienti legati alla vecchia DC, come emerge da un breve giro su internet limitato all’ambito sportivo o immediati dintorni e, soprattutto, sul suo profilo Instagram, fatto di foto risalenti agli anni 80/90 in stile Christian De Sica in “Vacanze di Natale” e altre più recenti soprattutto in occasioni ufficiali accanto a personalità vicine al mondo politico ed imprenditoriale o scattate per evidenziare la propria fede juventina. Travagin lo ricordano gli appassionati di calcio dilettantistico siciliano per una breve, ma intensa, esperienza alla guida dell’Atletico Catania, sedotto con l’ingaggio di Stefano Tacconi come manager del progetto calcistico che doveva riportare in auge gli atletisti ed abbandonato qualche mese dopo con corollario di denuncia penale da lui emessa nei confronti del suo presunto successore alla guida del club etneo che avrebbe distratto, a suo dire, 90.000 euro di fondi dal conto corrente della società senza essere ancora subentrato a Travagin come rappresentante legale. Il poliedrico ex presidente dell’Atletico Catania, con un passato da calciatore nella Bagicalupo Torino, fu poi l’unico, l’anno scorso, a presentare la propria candidatura al bando emesso dal Comune di Siracusa per ottenere un posto in D dopo il fallimento della società aretusea militante in serie C. Ma il sindaco Italia esaminò la proposta, la ritenne poco credibile e riaprì, inutilmente, i termini per la partecipazione alla serie D, causando la minaccia di adire le vie legali da parte di Travagin.

Ultima, ma non per ultima, la pista che porterebbe ad un noto imprenditore della provincia messinese, più volte accostato al Messina nel corso degli ultimi 12 anni, in molti casi a sua insaputa, che, però, non è mai riuscito a coronare questo corteggiamento, malgrado tanti studi di carte e budget..

Completamente chiusa, infine, è al momento la possibilità di una fusione o di un incontro o di un accordo o di un qualsiasi tipo di comunicazione con l’Fc, visti i trascorsi burrascosi e lo stato avanzato della programmazione in casa Football Club. Dunque, rischia di cadere nel vuoto l'appello firmato da buona parte della curva sud (esclusi i Nocs), visto che la sintesi appare impossibile, ognuno continua per la propria strada ed il primo cittadino, chiamato in causa, rientrerà in servizio tra 7 giorni. L'estate è però appena iniziata. Arrivederci alla prossima puntata.

Sezione: Il focus / Data: Dom 28 giugno 2020 alle 18:34
Autore: MNP Redazione / Twitter: @menelpallone
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