Una prestazione senza mordente, da parte di una squadra molle, con il solito caravanserraglio portato in giro per il Sud Italia a prendere schiaffoni anche da compagini in crisi. Era successo ad Avellino, con gli irpini già sull’orlo della crisi tecnica, rimandata di qualche settimana dal passaggio della “banda Auteri” e, anche sul campo della Fidelis Andria, il Messina ha regalato tre punti ritornando, come dopo la sconfitta al “Partenio”, giunta esattamente un mese fa, in ultima posizione. Adesso, però, tutti i segnali che vengono dal campo lasciano presagire un periodo abbastanza lungo di permanenza come fanalino di coda per questa rosa che si dimostra mediocre sotto diversi punti di vista.
Partiamo dagli episodi che portano ai gol presi, 18 in 9 partite di campionato, 20 se consideriamo anche la gara di Coppa a Crotone, tra i quali si ripete in modo francamente deprimente la situazione in cui Daga (ieri 4,5) non riesce a leggere la traiettoria di tiri o cross abbastanza semplici, respingendoli sistematicamente tra i piedi degli avversari piazzati a centro area o in posizione favorevolissima per battere a rete. Mister Auteri (voto 4) cambia per l’ennesima volta il mix di difensori da schierare all’inizio della partita, affidandosi a Berto (4,5), Camilleri (4,5) e Angileri (4,5), dopo meno di due minuti è già tempo di raccogliere la palla in fondo al sacco, dopo una giocata elementare in profondità sulla quale il centrale non rispetta la linea, il braccetto di destra resta fermo e lo sviluppo vede tutti in ritardo. I 45’ iniziali scorrono via con un possesso palla perenne degli uomini in maglia rosso-crociata (un inedito, almeno per la prima squadra cittadina, ma poi si parla di senso di appartenenza...), capaci solo di creare una chance con il palo al 28’ di Balde e una serie di iniziative sterili, a tratti anche patetiche vista la facilità con cui difensori fino ad oggi imbarazzanti come quelli della Fidelis fanno un figurone al cospetto di punte con difficoltà anche a coordinarsi nei movimenti elementari palla al piede.
Al netto della qualità pessima del roster costruito dal ds Pitino, però, occorre anche sottolineare che mister Auteri non rinuncia ad esperimenti come se si trattasse di amichevoli estive precampionato e occorresse valutare le capacità degli uomini messi a sua disposizione. Oltre il potpourrì di combinazioni nel reparto arretrato, ecco la scelta di mettere due esterni di centrocampo adattandoli pur essendo di ruolo, perché Fazzi (4,5) a sinistra e Versienti (4,5) a destra, dopo avere visto le prove più che dignitose dell’ex tarantino sulla corsia mancina nelle prime due gare di campionato, sembra essere una opzione quasi auto castrante, perché comunque entrambi trovano, anche inconsapevolmente, l’alibi per non dare nemmeno una piccola percentuale delle loro abilità tecniche, atletiche e caratteriali. Malissimo anche gli altri centrocampisti, perché Fiorani (5) si perde quasi subito nella pochezza generale e Fofana (4) appare confuso, inconcludente e nervoso quando si fa ammonire dopo pochi minuti e poi becca il secondo giallo con palla in possesso allungata in modo maldestro.
Sull’attacco occorre fare una premessa, perché anche qui si va a tentoni con un abbozzo di schieramento in cui Balde (4,5) addirittura si deve esibire come trequartista a supporto di Catania (4) e Iannone (4), i quali, però, sembrano due ectoplasmi non in grado di addomesticare quello strano attrezzo a forma sferica che altri giovani virgulti tentano di passargli per chissà quali fini a loro sconosciuti.
Nell’intervallo, si attendono le mosse dell’allenatore rosso-crociato per dare una scossa e cercare la rimonta, ma poi restano negli spogliatoi Fazzi e Catania, si rivedono in campo la controfigura spenta di Davis Curiale (4) e un certo Napoletano (4) che teoricamente sarebbe un attaccante, ma viene impiegato da Auteri come esterno di centrocampo/mezzapunta/non si sa cosa in uno schieramento nel quale si capisce solo ci siano 4 difensori, di cui almeno uno (Berto) totalmente fuori ruolo come terzino. Infatti, proprio da quella parte, arriva la frittatona confezionata da Berto con Fiorani, fuori tempo sull’appoggio che regala a Bolsius la palla del raddoppio, chiudendo la contesa, quando mancava oltre mezz’ora alla fine.
Tempo che serve al Messina per fare entrare a referto anche Mallamo (5,5) che almeno ci mette un po’ di buona volontà, Konate (sv), di cui non resta traccia, nemmeno in negativo, però, e Marino (sv), retrocesso a panchinaro forse per qualche passaggio a vuoto di troppo nelle ultime gare. Il gol del capitano andriese Arrigoni, classe 88 ma tanta voglia di correre e lottare, suggella una delle peggiori prestazioni del Messina negli ultimi anni, cartina al tornasole di un momento nerissimo della stagione.
E sabato arriva al “Franco Scoglio” il Latina, squadra costruita con budget ridotto, utilizzando la struttura base dello scorso anno, con lo stesso tecnico in panchina che applica un calcio semplice e concreto combinando under di buon valore e calciatori esperti nei ruoli, spietata quando si tratta di approfittare dei momenti di difficoltà degli avversari.
Insomma, il Messina di quest'anno, rimasto, però, nei sogni, o nelle velleità, del presidente Pietro Sciotto del Dg Lello Manfredi, del Ds Marcello Pitino e dell'allenatore Gaetano Auteri.Per la dannazione dei tifosi biancoscudati, cui va un pensiero affettuoso, specialmente a quei trenta che, un martedì di ottobre, hanno deciso di sostenere i propri colori, la propria maglia e seguire una squadra che non li merita, nè sul campo, nè fuori dal rettangolo verde.
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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