Il Messina cambia pelle e porta a casa un pareggio che pesa tanto, dal punto di vista del morale, dopo il brusco stop casalingo contro il Brindisi, perché uscire imbattuti dall’”Ezio Scida” non era semplice soprattutto per l’alta cifra tecnica della squadra guidata in panchina da Lamberto Zauli, troppo presuntuoso nelle scelte durante la fase finale della partita, quando ha eseguito una serie di sostituzioni con l’unico effetto di creare confusione tra i suoi calciatori, apparsi nettamente in difficoltà negli ultimi 15’, incluso il recupero.
BRAVO MISTER - Merito di Giacomo Modica (voto 6,5), che ritorna lucido dopo l’autoanalisi effettuata in sala stampa giovedì scorso nel post gara col Brindisi, disegna la difesa completamente nuova, la lascia intatta per tutta la gara, cambiando cinque su sei tra i restanti uomini di movimento, ad eccezione della punta centrale.
NON PER CASO - Al netto degli sbandamenti e di qualche errore o distrazione, alla fine si porta il risultato a casa, quello che conta per non rischiare di precipitare ancora più in basso nella classifica, evitando ulteriori turbative ad un ambiente sempre sull’orlo della crisi di nervi. E questo pareggio non è un caso, perché i 16 elementi chiamati in causa non mollano mai, nemmeno nel momento di maggiore criticità, quando il Crotone ha ribaltato l’iniziale svantaggio e soprattutto nel secondo tempo, dopo aver subito il 3-2. L’atteggiamento giusto per questo tipo di partite, in cui bisogna ridurre il gap tecnico attraverso un po’ di sfacciataggine e soprattutto l’ottima condizione fisica che ha consentito di chiudere il match in netto crescendo rispetto agli avversari. Buon viatico in vista della gara di mercoledì prossimo a Taranto, un altro possibile crocevia di questo campionato, considerando anche il confronto con una delle realtà più interessanti del torneo, costruita da mister Capuano con il preciso intento di stupire.
LA FESTA DEI DEBUTTANTI - Colpisce, infine, il curioso dato statistico rappresentato dagli autori dei tre gol peloritani, tutti alla loro prima rete in carriera tra i professionisti, un segnale importante dato a chi considera questo Messina costruito con troppi Carneadi.
I MIGLIORI - La valutazione dei singoli parte da quelli che si possono considerare i migliori in campo, in primis Pierluca Luciani (voto 7), che timbra la sua prima partita completa tra i “grandi” con un gol da vero attaccante, senza trascurare l’immane lavoro di raccordo e aiuto alla squadra fatto in mezzo a un trio difensivo tra i migliori nella categoria. Il ragazzo di proprietà del Frosinone ha una storia molto travagliata da infortuni, a dispetto della giovane età, ma questa prestazione di Crotone può, anzi deve, dargli la spinta giusta per superare alcune comprensibili paure legate ai lunghi stop in cui ha temuto seriamente di dover fermare sul nascere i suoi sogni. Recuperare Luciani potrebbe essere una delle chiavi per gestire in modo diverso l’impiego di Plescia e le rotazioni in attacco, elemento preziosissimo nella filosofia di gioco portata avanti da Giacomo Modica.
Allo stesso livello di Luciani c’è Damiano Lia (7), tornato in campo dopo il problema muscolare patito contro il Giugliano e subito si nota la differenza nella concretezza della manovra biancoscudata. Dalla sua parte nasce il gol dell’ 1-1 per una iniziativa di D’Ursi, però quanti chilometri percorsi sempre con lucidità e, nei minuti finali, perfino un paio di recuperi in scivolata con annessi crampi, che fanno la gioia di qualsiasi tifoso giallorosso. Bene anche Ortisi (7) sul fronte sinistro della difesa, seppure con clienti difficili da affrontare in fase difensiva come Tribuzzi, ma ormai Pasqualino si è calato nella parte, crescendo di gara in gara.
I BUONI Mezzo gradino più in basso di questo trio c’è Ermanno Fumagalli (6,5) che fa il suo solito, ma mai banale, salvataggio miracoloso su Vuthaj presentatosi solo davanti a lui al minuto 82, dopo una incertezza sul tiro di D’Ursi respinto troppo centralmente sul gol dell’1-1, mentre sulle altre reti crotonesi ha poco da fare. Poi, bisogna celebrare adeguatamente la prima rete con la maglia del Messina di Ciccio Giunta (6,5), con un tiro di pregevolissima fattura, ma la prestazione del ragazzo cresciuto nell’Annunziata è fatta di tanta corsa, applicazione tattica, collaborazione coi compagni, con la convinzione che, da oggi in poi, il suo apporto alla causa possa essere più continuo. I suoi compagni di reparto si comportano in modo più che degno, Buffa (6) sfronda la sua prestazione da qualsiasi forzatura, mira all’essenziale, alternandosi tra il centro e la sinistra del centrocampo, mentre Scafetta (6,5) aggiunge a una gara di sacrificio l’assist per il 2-2, frutto di caparbietà e decisione nel prendere il fondo campo e pescare Luciani sul palo opposto.
LE TRE EFFE - Per quasi 20’, invece, vanno in scena le tre F del centrocampo che potrebbero costituire lo schieramento preferito in determinate gare nella quali servono fosforo, gambe e piedi buoni, e la musica cambia in casa biancoscudata. Complice anche il calo fisico del Crotone, infatti, il peso specifico della manovra biancoscudata aumenta parecchio, perché Frisenna (6,5) si giova del riposo dopo le tante gare giocate fino ad oggi, Franco (6) dà maggiore equilibrio e serenità, Firenze (6,5) calamita palloni e innesca il corner del pareggio definitivo, oltre a dare l’impressione di poter mettere la sfera dove vuole in qualsiasi situazione.
BIBI' E BIBO' - La coppia centrale difensiva scelta da Modica per questa gara mantiene la fiducia per tutti i 98' incluso il recupero, anche se non assicura il massimo della tranquillità agli oltre 300 tifosi giallorossi presenti a Crotone. Pacciardi (5,5) non chiude con tempismo sul terzo gol subito, non presidia la zona sulle due reti prese nel primo tempo, condividendo le responsabilità con il compagno di reparto più vicino, il tanto discusso Polito (6) che poi, però, ha un controllo e tiro da attaccante consumato mettendo la firma sul risultato definitivo e quindi, come si fa a non dargli almeno la sufficienza? 
ALI TARPATE - Già detto di Luciani, l’attacco del Messina resta monco nelle intenzioni, vista la non brillante giornata di coloro i quali sono scelti per fare gli esterni avanzati. Ragusa (5,5) parte con buona lena, poi non è abbastanza cattivo e convinto quando ha un paio di palloni buoni per la conclusione dalla media distanza nel primo quarto di gara, oppure nella circostanza in cui Loiacono se lo divora in velocità su una bella imbucata di Giunta, finendo per spegnersi alla distanza, sostituito da Zunno (5,5) su cui pesa in modo determinante la chance clamorosa costruita ma poi sprecata all’80’ quando salta due avversari, arriva al tiro e cerca la soluzione più difficile invece di pensare a centrare la porta. Male, invece, sia Cavallo (5), poco incisivo e impreciso nei 45’ in cui resta in campo, ma non va meglio a chi lo sostituisce, perché Emmausso (5) si incarta ancora una volta nelle sue giocate estemporanee, perdendo palloni banali o cercando il colpo da giocoliere totalmente fuori contesto in una gara da battaglia come quella dello “Scida”. Il ragazzo napoletano deve capire al più presto che ha le doti tecniche, atletiche e fisiche per poter rappresentare un fattore positivo nel Messina di quest’anno, ma non deve lasciarsi sopraffare dal suo eccessivo temperamento. Toccherà a Giacomo Modica capire come fare per metterlo sui giusti binari, perché i ritmi frenetici del campionato non attendono ed occorre subito concentrarsi sulla sfida dello “Iacovone”.

Sezione: Il focus / Data: Lun 30 ottobre 2023 alle 09:30
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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