Arrivati a metà della settimana che conduce alla gara decisiva per la stagione del Messina, sembra che tutto proceda secondo i canoni di preparazione in caso di un impegno agonistico di questa importanza. La squadra lavora nell’ottica del recupero di alcuni elementi apparsi in debito di condizione nelle ultime settimane, anche se, ovviamente, non è possibile arrivare a un livello massimo, dopo 40 partite tra campionato, coppa e il match del "Guariglia" di sabato prossimo, ma il 13 maggio, alle 15, tutti gli uomini che vestiranno la biancoscudata dovranno essere pronti a mettere sul terreno di gioco del “Franco Scoglio” ogni energia, soprattutto mentale, ma anche atletica e caratteriale, per ottenere una vittoria più che mai essenziale.
Tutto il gruppo, entità più volte evocata da allenatore, calciatori, addetti ai lavori, deve tornare con la mente al mese di gennaio, quando il ds Pasquale Logiudice, insieme a mister Ezio Raciti ed al presidente Pietro Sciotto, hanno acconsentito alla partenza di tre calciatori (Fazzi, Camilleri, Ngombo), ingaggiandone nove (Fumagalli, Ferrara, Perez, Kragl, Celesia, Ragusa, Ortisi, Helder Baldé, Salvo) e costruendo una rimonta dal grande valore sportivo, pur non riuscendo a completarla per quei piccoli dettagli che, in questo caso, hanno fatto la differenza.
Una delusione tanto forte da alimentare tensioni proprio nel momento in cui occorreva concentrarsi solo su quanto sarebbe dovuto accadere nel rettangolo verde, prima ad Agropoli e adesso a Messina, portando a una prestazione troppo contratta e calcolatrice nel primo round di questo spareggio per la salvezza.
Adesso, bisogna solo pensare che l’obiettivo dei professionisti chiamati in causa a gennaio è comunque a portata di mano, pur con tutte le difficoltà connesse alle incognite della sfida secca, alla pressione emotiva del proprio pubblico, alla necessità di mantenere il professionismo in una piazza che, seppure mortificata da 15 anni di ascensore tra serie C e D, non si rassegna alla mediocrità ed è ancora capace di mobilitarsi per una trasferta come quella di sabato scorso dimostrando di avere una base di appassionati e tifosi maturi, attaccati alla propria squadra e desiderosi di chiudere nel migliore dei modi questa stagione per guardare al futuro con occhi diversi e, finalmente, una prospettiva più ambiziosa rispetto alla salvezza con enormi sofferenze.
E’ arrivato il momento che gli elementi di maggiore carisma, personalità, esperienza prendano in mano la situazione e conducano la partita di sabato nei binari giusti per il Messina, mettendo in pratica le motivazioni principali per cui la società ha deciso di ingaggiarli durante il mercato di riparazione. Ci rifiutiamo di credere che Fumagalli, Ferrara, Kragl, Ragusa, Perez, non abbiano in sé la forza mentale, le capacità tecniche, la condizione fisica, per trascinare il resto dei compagni, creando le giocate determinati per riuscire a prevalere su un avversario come la Gelbison nei confronti del quale occorre avere non timore, ma il massimo rispetto per quanto dimostrato durante la stagione (15 pareggi e 16 partite senza subire gol) e soprattutto nel match di andata, quando i rossoblù sono riusciti a vincere superando un periodo di immense difficoltà ambientali, fisiche e sul piano dei risultati.
Sabato dovrà essere una partita nella quale ogni singolo calciatore, elemento dello staff tecnico, dirigente coinvolto nel Messina avrà l’obbligo, innanzitutto professionale, di mettere da parte le scorie di una stagione sfiancante, qualunque alibi, anche fondatissimo, pensando solo a giocarsi questa sfida con l’obiettivo di prevalere.
La Gelbison, per non perdere, dovrà essere più brava del Messina, ma il Messina, questa partita deve giocarla, dal primo all’ultimo secondo e, come ripetuto da mister Raciti a partire dalla sua prima intervista nella sala “Ciccio Currò” del “Celeste” il 7 gennaio 2023, al fischio finale, vedremo cosa sarà successo. Senza nessun rimpianto. E sperando di poter festeggiare tutti insieme.
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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