Si chiude il 2023, un anno non proprio memorabile nella storia del calcio messinese, visto che il Messina naviga nelle parti basse della classifica in serie C, ma, nello sport, c’è sempre la possibilità di riscattarsi e, in questo caso, bisogna disputare un intero girone di ritorno con lo spirito giusto, centrando l’obiettivo minimo della salvezza senza passare dai playout.
Nei giorni scorsi abbiamo snocciolato alcuni dati sui costi per stipendi dei tesserati in serie C, dai quali emerge come non conti solo ricorrere a budget cospicui per ottenere i risultati, perfino nell’ottica della vittoria di un campionato, anche se il Messina 2023-24 ha un rendimento soltanto lievemente superiore (17° posto in classifica) rispetto alla collocazione nella graduatoria delle somme impiegate per ingaggi (18°).
LA PRIMA VOLTA - Una annotazione che serve solo a dare un minimo di connotazione obiettiva all’andamento in campo di una squadra, che, comunque, ha ottenuto, se così si può dire, considerando la posizione nella zona playout, il migliore bottino, in termini di punti, per la prima parte di stagione da quando questo Messina, creato nel 2017, gioca tra i professionisti.
Infatti, due anni fa, il Messina, al giro di boa, si trovava ultimo con 13 punti (tolto quello ottenuto contro il Catania alla 19^ giornata, per la cancellazione dei rossoazzurri da quel torneo) e, a fine 2022, i biancoscudati erano sempre fanalino di coda, in condominio con la Viterbese, a quota 11.
PICCOLI PASSI - Un progresso tangibile, ma che non può certamente portare a toni trionfalistici nel commentare l’attuale situazione, pur riconoscendo l’importanza del lavoro svolto dallo staff tecnico e dai calciatori, insieme alla dirigenza ed alla proprietà, per far rendere al massimo una rosa costruita rispettando determinati parametri di sostenibilità economica e finanziaria, in una situazione ambientale non ideale da diversi punti di vista, considerando le problematiche legate all’assenza di un centro sportivo di proprietà, alle difficoltà per la manutenzione del terreno di gioco del “Franco Scoglio”, allo scarso interesse da parte della città, escludendo, ovviamente, quello zoccolo duro composto da qualche migliaio di veri tifosi presenti nella gare casalinghe ed in trasferta senza lesinare mai il proprio sostegno. Tutti fattori abbastanza conosciuti perché presenti da tantissimi anni in questa piazza, sui quali occorre uno sforzo collettivo ingente affinché si risolvano, non basta solo denunciare o lamentare le mancanze, serve agire, a tutti i livelli.
TEMPI E TEMPORADA - Restando a quelli che qualcuno potrebbe definire i freddi numeri, il Messina, durante il 2023, ha comunque accumulato 49 punti complessivi in 37 gare, playout esclusi (18 nello scorso campionato, 19 in quello corrente), una dotazione che, se si fosse verificata in un torneo regolare, avrebbe consentito di occupare uno dei posti nei playoff, traguardo fin qui mai nemmeno avvicinato da questa società. Invece, non essendo iscritto a un torneo sudamericano, dove Apertura e Clausura (andata e ritorno) assegnano titoli, il Messina deve adesso puntare a ripetere la seconda parte della scorsa stagione per centrare il sogno dichiarato da Pietro Sciotto circa una decina di giorni fa, durante la conferenza stampa per gli auguri natalizi, tenutasi allo “Scoglio” nell’immediata vigilia del match contro il Monopoli.
Un impegno che comporta non solo un surplus di investimenti sul mercato invernale, ma soprattutto necessita centrare la qualità e quantità degli acquisti importanti da fare, preferibilmente all’inizio del mese di gennaio.
I NUMERI ATTUALI - Ma quali sono stati i numeri del Messina costruito lo scorso mese di luglio? La media di un punto a partita non garantisce di stare fuori dalla zona playout, ma comunque consente di restare nel novero delle squadre in lotta per non retrocedere, anche se i risultati ottenuti non rispecchiano esattamente le aspettative legate alla scelta di un allenatore come Giacomo Modica, profeta del 4-3-3 zemaniano in cui puoi segnare, ma anche subire, tanti gol.
ATTACCO SPUNTATO - In realtà, il Messina, con 16 gol realizzati, è il secondo peggior attacco del girone, dietro solo al Brindisi, che ne ha fatto uno in meno, anche se sono bastate 5 reti per ottenere le 4 vittorie fin qui centrate contro Avellino, Giugliano, Monterosi e Catania e, le altre 11 cricostanze in cui si è battuto il portiere avversario, hanno sempre portato punti (3 sia alla Turris che al Crotone, 2 a Cerignola, 1 con Casertana, Picerno, Monopoli).
Invece, tutte le 8 sconfitte biancoscudate sono arrivate senza segnare mai un gol (1-0 contro Virtus Francavilla, Sorrento, Brindisi, Benevento, Juve Stabia, 2-0 con Taranto e Foggia, 3-0 per il Latina). Lo 0-0 è arrivato solo nel match di qualche settimana fa sul campo del Potenza.
PAROLA ALLA DIFESA - La difesa del Messina è stata messa sotto accusa diverse volte durante questa prima metà di campionato, soprattutto perché l’atteggiamento richiesto dal modulo prevedeva una linea arretrata posizionata molto in alto, quindi maggiormente esposta agli attacchi avversari. Anche qui, però, i numeri dicono che il Messina ha subito 23 reti (9 in 3 partite con Crotone, Turris e Latina), collocandosi al 14° posto in questa particolare graduatoria, insieme a Crotone e Giugliano, ma abbastanza vicina a squadre come il Latina, solo una rete in meno incassata, e il quartetto composto da Casertana, Benevento, Cerignola e Sorrento con 20 reti.
EQUILIBRIO E CONCRETEZZA - Da un esame piuttosto superficiale solo su questi numeri, quindi, emerge l’esigenza di mantenere l’equilibrio tattico acquisito nel mese di dicembre, con solo un gol subito in 4 partite, ma appare evidente che serve assolutamente trovare elementi in grado di favorire la manovra di attacco, concretizzando le occasioni create o, almeno, individuare sul mercato un paio di calciatori capaci di produrre la giocata che cambia l’inerzia durante i 90’, portando a favore gli episodi. Considerazioni che, sicuramente, gli uomini deputati ad operare tra qualche giorno nella campagna rafforzamento avranno fatto e valutato in modo molto più approfondito.
IL TABELLINO DEI CALCIATORI - Andando ai singoli, il Messina ha impiegato, in campionato, tutti gli elementi presenti nella lista dei 24 consegnata in Legapro, ad eccezione di De Matteis, utilizzato nell’unica gara di Coppa Italia persa al “Massimino” per 2-1 in ottobre. Ermanno Fumagalli, manco a dirlo, è l’unico biancoscudato sempre presente, con 1690 minuti giocati, ovviamente esclusi i recuperi, 23 reti subite e 3 ammonizioni, relativamente poche rispetto alle abitudini dell’estremo difensore. Marco Manetta segue nella graduatoria dei minuti, 1519, accumulati in 17 gare, con una sola sostituzione avuta, a Picerno, dopo 72’. Dieci minuti in meno, ma una partita in più nel curriculum, per Pasqualino Ortisi, inventato come terzino sinistro da Giacomo Modica.
Sono 9 i calciatori impiegati almeno per 16 volte, tra i quali solo Cavallo (17 presenze, 865’) ha accumulato prevalentemente spezzoni di gara subentrando dalla panchina, specialmente nelle ultime giornate. Oltre i già citati Fumagalli, Manetta e Ortisi, ecco Plescia (17 presenze, 1277’), Frisenna (17, 1271’), Emmausso (18, 1150’), Ragusa (18, 1072’), Scafetta (16, 995’).
Spicca la considerazione che, tra i primi 15 in termini di minuti giocati, ci sono 4 under (Ortisi, Frisenna, Scafetta, Cavallo) e 11 over, testimoniando come lo staff tecnico abbia dosato la presenza di elementi anche con notevole esperienza in categoria, con l’esigenza di ottenere i contributi destinati a chi utilizza giovani italiani per almeno 270 e fino a 450 minuti nell’arco di ciascuna gara di campionato.
Un altro ragazzo rientrato spesso nelle rotazioni a questo fine è stato Marco Zunno, in prestito dalla Cremonese, 14 presenze e 541’ giocati, con qualche picco, come contro il Catania e a Cerignola, ma tante prestazioni poco convincenti.
A proposito del mantra relativo al “Messina squadra giovane”, solo Tropea, classe 2004, (4 presenze per 211’) figura tra i calciatori più giovani che hanno esordito quest’anno nel girone meridionale, occupando la trentesima posizione in questa speciale graduatoria.  Esordio, per altro, condito da un gol spettacolare sul campo del Cerignola alla prima giornata, anche se il terzino catanese di proprietà dell’Empoli è praticamente scomparso dai radar, tranne il tempo giocato nella pessima prova persa con il Latina.
Altri elementi impiegati con una certa continuità da mister Modica sono Marco Firenze (14,788’), Domenico Franco (14, 985), e, ultimamente, Federico Pacciardi (13, 973’), diventato titolare a tempo pieno nel proficuo periodo dicembrino.
Undici le presenze di Michele Ferrara, già trasferitosi in serie D alla Fidelis Andria, le stesse di Francesco Giunta (505’ giocati), penalizzato da un paio di infortuni che lo hanno tenuto lontano dal campo proprio mentre si consolidavano gli equilibri del centrocampo con Firenze play, Franco e Frisenna ai lati, insieme al mix legato al minutaggio under.
Damiano Lia, invece, si è bloccato a 12 presenze e 849’ fino al 72’ della gara casalinga col Latina, quando stramazzò al suolo per un infortunio alla caviglia dal quale non ha ancora recuperato pienamente. Le ultime tre partite hanno imposto nel suo ruolo Giuseppe Salvo (9, 531’) anche lui all’esordio tra i professionisti come quasi tutti gli altri under di questa rosa, togliendo spazio a Vincenzo Polito (14, 836’) spesso utilizzato come jolly difensivo e tappabuchi, non sempre apprezzato da critica e tifosi.
Infine, la categoria degli “oggetti misteriosi”, cui appartengono, per motivi diversi, Simone Buffa (8, 303’), troppo spesso in infermeria, Pierluca Luciani (12, 299’), che paga lo pseudo ammutinamento durante la fase di riscaldamento della gara a Taranto, ma soprattutto la scarsa grinta dimostrata nei brevi spezzoni concessigli, il maltese Andrea Zammit (2, 18’), bollato come alieno e mai trasformato in ET, e, infine, Matteo Darini, 9’ per lui a Picerno, poi una apparizione al “Cibali” in Coppa e tanta panchina, malgrado le ottime considerazioni fatte su di lui “off records” dal tecnico durante la preparazione precampionato.
Uno sguardo allo score offensivo, non proprio esaltante, come detto in precedenza. Il primo marcatore biancoscudato è Michele Emmausso, 4 gol con due rigori trasformati a Picerno e, sul campo di Teramo, al Monterosi, segue Vincenzo Plescia, fermatosi a quota 3 e altri 8 compagni con una sola rete (Frisenna, Franco, Pacciardi, Polito, Firenze, Giunta, Luciani e Tropea), considerando autogol la deviazione conseguente al tiro di Ragusa che sbloccò il risultato contro la Casertana.
Infine, Marco Firenze, con 2 passaggi vincenti, guida la classifica degli assist, gesto tecnico di cui si sono fregiati, una sola volta, anche Frisenna, Emmausso, Ragusa, Scafetta, Lia. Un ultimo dato su cui riflettere prima di pensare esclusivamente ai brindisi di questa sera riguarda il numero di cartellini gialli (54) e le espulsioni (6) inflitte ai calciatori del Messina, che ne facevano, fino a qualche settimana fa, una delle squadre più “cattive” del girone, mentre, nelle ultime giornate, i provvedimenti disciplinari si sono ridotti, tranne qualche rara eccezione, solo a quelli riguardanti falli di gioco. Sintomo di maggiore equilibrio e del ricorso all’agonismo per cercare di essere competitivi: uno spirito da mantenere vivo nel girone di ritorno che inizierà il 6 gennaio contro il Cerignola al “Franco Scoglio”. Ma ci sarà tempo e modo per parlarne. Nel frattempo, i nostri migliori auguri per un sereno e proficuo 2024 al Messina e ai suoi tifosi.

Sezione: Il focus / Data: Dom 31 dicembre 2023 alle 09:00
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
vedi letture
Print