L’ultimo atto del girone di andata tra Messina e Monopoli ha vissuto due fasi nettamente diverse, perché, nella prima frazione di gioco, i giallorossi, fedeli alla maglia nera portafortuna nel derby col Catania, hanno giocato bene per larghi tratti, imponendo velocità di pensiero ed azione, senza, però, concretizzare al momento di tirare verso la porta di Perina, un difetto non trascurabile quando si deve lottare per non retrocedere.
Infatti, se togliamo la bella azione che ha portato al gol, gemella rispetto a quella annullata per fuorigioco una settimana prima a Potenza, e un tiro dalla distanza, il portiere biancoverde non è stato impegnato. L’impressione destata in quei primi 45’, è stata abbastanza buona, ma gli attaccanti devono essere determinati quando si trovano nella posizione di colpire, mentre Zunno, Luciani e Ragusa sono sembrati troppo teneri e timidi.
CONCRETEZZA - Arricchire la rosa con calciatori determinati e pronti dovrebbe stare in cima alle priorità nel mercato di gennaio ormai alle porte,. Vedremo quali saranno le risposte concrete dopo un periodo abbastanza lungo in cui si sono sentite voci, rumori di fondo o borbottii in merito alle risorse finanziarie che saranno messe a disposizione dalla proprietà, invece di concentrarsi sulle reali esigenze dell’organico, perché solo un Messina solido può sperare di centrare l’obiettivo della salvezza tranquilla con qualche soddisfazione in più. Quindi, è finito il tempo delle elucubrazioni filosofiche, delle magnifiche intenzioni o dei sogni di grandezza che portano soltanto a creare turbative dentro un ambiente già patologicamente diviso ed avvelenato. 
LA LEZIONE DICEMBRINA - Guardando alla parte più luminosa di questa stagione, occorre quindi prendere lezione ed esempio da questo mese di dicembre, affrontato partendo da una posizione pessima di classifica e il rischio di precipitare, finito con 8 punti raccolti in 4 partite ed il rammarico di non avere potuto quasi raddoppiare, con una vittoria contro il Monopoli, la dotazione raccolta fino al quindicesimo turno. Adesso serve mantenere l’equilibrio riconquistato in campo, sopendo qualche segnale non proprio positivo evidenziato nei 99’, incluso il recupero della gara di venerdì scorso. RESPONSABILITA' COLLETTIVE - Compito che dovrà essere espletato al meglio da chi è stato designato e confermato alla guida di questo progetto tecnico-sportivo e, adesso, avrà in mano le chiavi per correggere i difetti e portare la nave a destinazione nel porto sicuro della salvezza: Giacomo Modica da Mazara del Vallo.
Ovviamente, non sarà e non deve essere la logica dell’“uomo solo al comando” a caratterizzare questo momento essenziale della stagione, perché solo lavorando in sinergia con il gruppo squadra, la proprietà e l’organigramma dirigenziale si potranno raccogliere risultati soddisfacenti e, magari, arrivare addirittura a costruire per il futuro, una esigenza altrove normale ma considerata pura utopia a Messina.
OCCHIO AGLI ERRORI - In questa ottica, alcuni momenti di gestione della gara con il Monopoli hanno ricordato situazioni analoghe verificatesi durante le 7 partite peggiori sul piano non solo dei risultati, come la disattenzione alla fine del primo tempo su una situazione molto leggibile a difesa schierata praticamente sulla linea di centrocampo, la cervellotica decisione di battere calci da fermo ricorrendo a schemi complicatissimi, le sole due sostituzioni effettuate, l’ostracismo verso un calciatore come Zammit che non sarà il nuovo Paolo Rossi, ma è stato considerato, a prescindere, alieno rispetto alla realtà nella quale aveva grandi motivazioni a confrontarsi. Cose che capitano nel mondo del calcio, che non scandalizzano, ma bisogna sempre utilizzare tutte le risorse, sebbene non eccezionali, a propria disposizione, soprattutto quando gli obiettivi sono quelli della sopravvivenza, anche se solo sportiva, come in questo caso.
LE PAGELLE - Per tutte queste considerazioni, la valutazione sul tecnico non può andare oltre la sufficienza, facendo la media tra le belle cose viste e un secondo tempo nel quale non si è cercato di guadagnarsi l’episodio positivo. Il risultato finale è stato determinato dal gol di Starita (una tipologia di attaccante che servirebbe in modo vitale al Messina) sul quale pesa l’atteggiamento troppo leggero di tutta la squadra; quindi, nessuno dei calciatori direttamente coinvolti in quella azione può essere esente da responsabilità, con ripercussioni sulle prestazioni complessive. Ortisi (5,5), posizionato dalla parte apposta allo sviluppo, non segue la linea, seppure alta, e lascia in gioco l’attaccante sul passaggio di Borello, Pacciardi (5,5) recupera posizione ma non ci mette tempismo e fisico per chiudere lo spazio sul sinistro dell’avversario, Fumagalli (5,5) legge in ritardo la traiettoria e si affida all’unica risorsa fisicamente non presente nel suo immenso bagaglio di portiere determinante in questa categoria, cioè l’allungo, ed il pallone finisce lentamente nell’angolo alla sua sinistra. Nel resto della gara, due dei tre principali attori di questo momento decisivo alternano buone cose (il palo e un paio di recuperi importanti) ad altre piccole incertezze, mentre l’estremo difensore non viene mai più chiamato in causa. Altri elementi che non hanno fornito la loro migliore prestazione in giallorosso sono i due chiamati a sostituire Plescia ed Emmausso, fermi per infortunio e squalifica. Zunno (5) torna l’esterno fumoso e poco cattivo visto spesso in quella posizione, Luciani (5) ha il pregio di contribuire, con i giusti movimenti, al periodo migliore del Messina durante la gara, distrae Fazio nell’azione del gol, ma un centravanti deve sfruttare l’occasione quando si trova in vantaggio, sennò fa un altro mestiere. Probabilmente quella dell’altra sera è stata l’ultima apparizione con la maglia giallorossa di questo ragazzo, dispiace non abbia avuto l’istinto animale di imporsi mettendo in pratica le qualità tecniche e fisiche dimostrate nei settori giovanili nazionali.
Brutta prova anche per Scafetta (5), schierato dall’inizio forse per dare maggiore dinamicità a centrocampo, mai entrato nel ritmo giusto, anche impreciso quando ha incrociato, quasi per caso, il pallone durante il suo peregrinare lungo il rettangolo di gioco. Firenze (6) scende di livello rispetto alle ultime recite, venendo sostituito al 75’ e, ironia della sorte, dopo 5 minuti, c’è una punizione proprio nella sua mattonella preferita, con tutto il pubblico presente a rimpiangere la sua assenza in quel momento. Franco (6) segna un bel gol, mette legna ma non è sempre preciso in fase di rifinitura, finendo palesemente in debito di ossigeno. Frisenna (5,5) ha oltre 20’, incluso il recupero, a disposizione per fare pentire Modica di non averlo schierato titolare, ma sbaglia quasi sempre la scelta ritardando tempi di gioco nel momento in cui serviva una scossa di adrenalina per l’ultimo sforzo verso la vittoria.
Un discorso a parte lo merita Ragusa (6), di cui si possono apprezzare le percussioni durante il primo tempo, il passaggio che innesca Franco sul gol, i recuperi in fase difensiva, ma deve ancora trovare la forza mentale, prima che fisica, di incidere davvero sulle partite, per diventare il leader atteso, finora inutilmente, ma con tanta pazienza, da tutta la piazza, ormai da quasi un anno. Restano, nelle considerazioni complessive sui singoli, gli unici due elementi che hanno superato la sufficienza: Salvo (6,5) fa uno step ulteriore di progressi, anche se restano i balbettii sul piano tecnico nello scarico al compagno o al momento di crossare, Manetta (6,5) sottolinea la solita partita quadrata con il recupero su Starita nel secondo tempo che impedisce la beffa. Il tifoso biancoscudato, abbandonando il “Franco Scoglio”, non ha proprio lo spirito natalizio, malgrado i cori della Sud adatti al periodo, ma resta il rammarico per l’ennesima occasione mancata di uscire dalla zona playout. Sicuramente, chi era presente l’altra sera sugli spalti, oppure nelle trasferte, “merita un grande Messina”. Vedremo se lo costruirà chi ha i mezzi e la responsabilità per farlo. Intanto, Buon Natale a tutti.

Sezione: Il focus / Data: Dom 24 dicembre 2023 alle 09:30
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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