Il Messina, con il risultato di ieri pomeriggio, mantiene il poco invidiabile record di squadra con più sconfitte in serie C (10), superata, tra le 100 società professionistiche italiane, solo da Sampdoria e Verona in A, rispettivamente a quota 11 e 12. I numeri affermano, senza dubbi, l'inadeguatezza della rosa costruita in estate dal ds Pitino, come ricordiamo perfettamente, con l’avallo dell’allenatore e di chi avrebbe dovuto occuparsi di organizzare la società, ovvero il direttore generale insieme al presidente Sciotto.
I dati riportati sulla Gazzetta dello Sport di due settimane fa da Nicola Binda, uno dei colleghi più informati sulle cose della terza serie nazionale, collocano il Messina, con 1 milione e 250 mila euro di budget per questa stagione, nella media del campionato, il rendimento non è quindi in linea con gli investimenti. Esattamente come un anno fa, la reazione della proprietà ricalca quella già vista nei confronti dei responsabili tecnici ed organizzativi allo stesso momento del primo anno di serie C, ma adesso non ci sarà una provvidenziale sosta Covid che consenta di decantare le scorie delle tensioni interne ed avere la possibilità di ricostruire a fine gennaio.
Ieri il Presidente Sciotto non era sugli spalti del “Franco Scoglio”, anche questo un deja-vu della sua gestione, tranne in occasione del campionato vinto. Infatti, anche adesso sembra essere arrivato il momento della “separazione in casa” con lo staff tecnico e dirigenziale e con l’ambiente.
Lo spettacolo di ieri, in campo e sugli spalti, purtroppo rispecchia la posizione in classifica del Messina, ancora non disperata solo per la mediocrità complessiva delle squadre impegnate nella cosiddetta lotta per la sopravvivenza. Un terreno di gioco ridotto a un pantano, come sempre accade dall’ultimo anno in serie B, ad eccezione della stagione 2019-2020, quando, evidentemente, si trovò la pozione magica per evitare i centomila problemi evocati prima e dopo. Sarebbe il caso che il Comune ente proprietario, tramite Messinaservizi, ponga seriamente mano alla gestione di questo aspetto oltre che alla cura dell’impianto, trovando immediatamente una soluzione che eviti lo sperpero di denaro pubblico, oltre a dare alibi gratuiti per chi veste la biancoscudata o la rappresenta in panchina. A meno che non si sia già proiettati a considerare il “Franco Scoglio” esclusivamente utilizzabile per i concerti estivi e allora le condizioni di quel che resta del manto erboso diventano una questione non prioritaria. Forse, sarebbe anche auspicabile un interessamento da parte del primo cittadino per promuovere l’avvento di una alternativa credibile o un reale appoggio concreto all’attuale assetto societario dell’Acr, ma qui entriamo nel campo della pura utopia, almeno dalle nostre parti.
Occorre quindi restare dentro la cronaca che registra una prestazione pessima, come collettivo, dei 15 elementi scelti da Gaetano Auteri (voto 5) per questa ennesima partita della svolta mancata, anche se non tutti hanno demeritato. Tra i migliori, sicuramente, Daga (7), prodigioso in due interventi, anche se, sulla punizione che porta al gol decisivo, dopo la deviazione sulla traversa, non è deciso nel contrasto con Gallo, forse temendo di causare rigore. Il ragazzo sardo dimostra carattere oltre che bravura squisitamente tecnica, perché farsi trovare pronto dopo un periodo di stop non è da tutti.
Conferma la buona impressione avuta con il Potenza la difesa, con i tre elementi provati durante il ritiro agostano da Auteri che rispondono presente, pur opposti ad attaccanti forti e su un campo che favoriva gli svarioni. Il migliore è Angileri (6,5), in costante crescita, anche di personalità, con la tendenza anche a proporsi in fase di costruzione della manovra, mentre sia Trasciani che Berto prendono la sufficienza, dando segnali confortanti per il reparto arretrato, uno dei pochi in una prestazione complessivamente deludente, al di là del risultato finale.
Grande impegno non sempre con risultati eccelsi anche per Fiorani (6), prova a metterci un po’ di fosforo Mallamo (6,5), delude Fofana (5,5), troppo sotto ritmo per incidere. Pessima la prova di Fazzi (4) e non è, purtroppo una novità. Stop sbagliati, un suo clamoroso errore favorisce la ripartenza che porta al primo giallo per Mallamo, atteggiamenti troppo passivi nei contrasti con gli avversari, la sua duecentesima partita tra i professionisti avrebbe dovuto essere celebrata sul campo con una prestazione degna e non solo sul suo profilo social con un post autocelebrativo.
Note deludenti ed anche deprimenti vengono dagli attaccanti, totalmente inadatti a sostenere il peso di una gara da vincere, anche con una sola giocata o episodio che, però, come dimostrato dalla Turris, devi andarti a cercare. Grillo (4,5) non ne indovina una, Balde (4) si incarta in un duello personale con l’arbitro non riuscendo a farsi fischiare contro giusto il fallo che avrebbe fermato la Turris nell’azione che porta alla doppia punizione del vantaggio, infine Catania (4,5) non ha il fisico o lo spirito battagliero per imporsi in mezzo al fango del S.Filippo.
Auteri ricorre ai cambi nel tentativo prima di sbloccare poi di recuperare il punteggio, ma il risultato ottenuto è quello di una campana sorda. Iannone (5) si produce in una serie di dribbling inutili, Konate (5) resta sullo sfondo della partita, Marino (5) e Curiale (5) non hanno il carattere e nemmeno la forza nelle gambe per guidare una ipotetica rimonta nei 18 minuti durante i quali si sporcano la maglietta e poi salutano educatamente avversari ed arbitro prima di andare sotto l’agognata doccia.
Il Messina non ha il tempo per arrovellarsi su questa sconfitta, visto che il calendario assegna l’impegno allo “Zaccheria” di mercoledì contro un Foggia nel quale il “contesto”, per usare le parole di mister Auteri riferite agli elementi sotto contratto che avrebbero deciso di lasciare il Messina la scorsa estate, sarebbe propizio per tentare di cancellare quello zero nella casella dei punti ottenuti lontano dal S.Filippo. Ma questa squadra ha già salvato le situazioni difficili ad Avellino, Monopoli, Fidelis Andria, Virtus Francavilla e Turris, potrà invertire la tendenza in Puglia? Dovremo aspettare un paio di giorni per rispondere a questa domanda.
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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