Un comunicato del primo pomeriggio, pubblicato dall'Ufficio Stampa del Comune di Messina, contiene la dichiarazione dell'Assessore alle Politiche Sportive Francesco Gallo durante la sua audizione nella V Commissione Consiliare: “Impianti sportivi ai privati, l’attesa è finita”.
L'esponente della Giunta De Luca ha aggiunto: “Per quanto riguarda l’esternalizzazione della gestione degli impianti sportivi comunali ci sono importanti novità. L’Amministrazione Comunale intende dare piena attuazione al recente D.Lgs. n. 38/2021 che semplifica il procedimento e pone l’iniziativa in mano ai soggetti privati interessati ed alle società sportive.
In altri termini, sia gli interventi di ammodernamento che di gestione diretta potranno ora formare oggetto di specifiche proposte, delle quali il Comune di Messina valuterà, nei termini e nelle forme previste dalla stessa legge, la rispondenza all’interesse pubblico.
Ciò consentirà di superare i ritardi accumulati in questi ultimi anni a causa del rimpallo di competenze e responsabilità tra i dirigenti ai quali nel 2018 la Giunta aveva dato mandato di provvedere alla pubblicazione di bandi ed avvisi.
Sebbene non sia necessario, al fine di garantire maggiore trasparenza, nelle prossime settimane sarà reso pubblico il numero e la tipologia di impianti sportivi che potranno formare oggetto di specifiche proposte di affidamento da parte di soggetti privati e di associazioni sportive”.

COSA PREVEDE IL DECRETO - Il decreto legislativo citato da Gallo, entrato in vigore dal 3 aprile scorso, costituisce una possibile svolta nella gestione degli impianti sportivi pubblici da parte dei privati, in quanto cerca, innanzitutto, di dare una regolamentazione unica ad un settore nel quale esistono diverse normative emanate nel corso degli anni. Per importi fino a un milione di euro, si potrà procedere in deroga al Codice Appalti, attraverso procedure semplificate per la costruzione e ristrutturazione degli impianti sportivi. 
Il D.lgs. 38/2021 prevede che, per favorire l’ammodernamento e la realizzazione degli impianti sportivi, il soggetto privato o la società sportiva che intende realizzare gli interventi deve presentare al Comune, o all’ente interessato, il documento di fattibilità delle alternative progettuali. Il documento, corredato dal piano economico-finanziario, deve individuare, tra più soluzioni, quella che presenta il miglior rapporto tra costi e benefici per la comunità.
Il documento di fattibilità delle alternative progettuali può comprendere la costruzione di immobili con destinazione d’uso diversa da quella sportiva. Tali immobili devono essere complementari o funzionali al finanziamento o alla fruibilità dell’impianto sportivo. È invece esclusa la realizzazione di complessi di edilizia residenziale. Se l'intervento è su un impianto preesistente da dismettere può prevederne la demolizione e ricostruzione, anche con sagoma e volumetria diversa. 
L’ente locale interessato, per dichiarare il pubblico interesse dell’opera da realizzare, deve convocare una conferenza di servizi ed esprimersi entro 60 giorni. Nel caso in cui il progetto richieda atti di competenza regionale, la conferenza di servizi è convocata dalla Regione, che delibera entro 90 giorni.
Dopo aver ottenuto la dichiarazione di pubblica utilità, il soggetto proponente deve presentare il progetto definitivo, dal quale deve emergere che la realizzazione delle opere di urbanizzazione avviene prima o contestualmente ai lavori sull’impianto sportivo, i criteri generali di esecuzione dei lavori, la durata e le condizioni contrattuali.
Nel contratto con l’ente locale bisogna tenere in considerazione i benefici che il nuovo impianto apporta al territorio anche in termini di crescita economica, integrazione sociale, riqualificazione urbanistica ed efficienza energetica.
Nei lavori di importo inferiore a un milione di euro, o in quelli di importo superiore nei quali le sovvenzioni pubbliche dirette non superino il 50% dell’importo, non si applicano né le disposizioni del Codice Appalti né le regole più stringenti dettate per gli impianti esistenti sulle aree pubbliche. 
Se il progetto preliminare, accompagnato da un piano di fattibilità economico-finanziaria per la rigenerazione, riqualificazione, ammodernamento e gestione dell’impianto è presentato da un’associazione o società sportiva dilettantistica, con l’obiettivo di favorire l’aggregazione e l’inclusione sociale, l’ente locale interessato, dopo aver valutato l’interesse pubblico dell’opera, affida direttamente all’associazione proponente la gestione gratuita dell’impianto per una durata non inferiore a cinque anni.

Ovviamente, come in molti altri intervento legislativi, anche in questo caso è prevista la emissione, entro 150 giorni e entro 90 giorni, di decreti attuativi successivi al Decreto che riguarda le norme tecniche di sicurezza per la costruzione ed esercizio degli impianti sportivi e di funzionalità sportiva. Quindi, la piena funzionalità dell'intero complesso di norme previste dal D.Lgs 38/2021, sarà rimandata a quando verranno emessi questi decreti attuativi. Tempi, quindi, non proprio immediati per applicare tutte le possibilità fornite dalla legge. 

Sezione: Fuori Campo / Data: Mer 05 maggio 2021 alle 18:01
Autore: MNP Redazione / Twitter: @menelpallone
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