La partita vinta in trasferta con il più alto scarto di gol del campionato assume un significato particolare per il Messina in una fase cruciale della stagione, perché il 3-1 colto al “Mimmo Rende” di Castrovillari parafrasando mister Novelli, “vale sei punti”, visto che i turni da giocare si riducono e, dopo la prossima domenica, resteranno solo 7 impegni prima dello striscione di arrivo.
Quattro assenze pesanti nell’undici iniziale, ma Raffaele Novelli (voto 7) assume i panni di Rudi Garcia e mette al centro del proprio “villaggio” il concetto di gruppo ancora di più delle proprie idee di gioco. I valori caratteriali si fondono con quelli tecnici e atletici di una squadra fatta di elementi pronti a gettarsi nel fuoco per un compagno o a lavorare duro nel corso della settimana per mettere in pratica schemi, atteggiamento e piani tattici concepiti da allenatore e staff tecnico. Il Castrovillari spinge, a tratti, anche di più rispetto all’ultimo avversario affrontato in trasferta, cioè la Gelbison, in uno scontro diretto di livello tecnico ed agonistico decisamente fuori categoria, soprattutto nei circa 20 minuti dopo il triplo cambio imposto da mister Terranova al 50’, durante i quali i rossoneri subiscono il terzo gol, ma segnano una volta e giungono vicinissimi in diverse occasioni alla seconda marcatura che avrebbe messo il Messina davanti agli spettri della rimonta subita a Ragusa, pur con le dovute proporzioni, vista la modestia assoluta degli iblei rispetto ai calabresi.
Protagonista di questo periodo di sofferenza giallorossa è sicuramente Caruso (7,5) soprattutto con l’intervento prodigioso che impedisce la concretizzazione dell’uno-due sulla botta ravvicinata di Puntoriere. Il portiere laziale ha una incertezza ad inizio partita, poi ipnotizza Bonanno quando il risultato era sullo 0-0 e mantiene la calma durante la sfuriata dei padroni di casa, sfoderando altre due parate di livello superiore alla media. Davanti a lui, la linea difensiva era nuova per due quarti, viste le assenze di Cascione e Giofrè, tra i migliori under della categoria in senso assoluto. Mister Novelli decide di riconoscere la lealtà e dedizione alla causa dimostrata da chi è rimasto silenziosamente in panchina fino ad oggi e, quindi, nell’undici iniziale trovano spazio Mazzone (5,5) a destra e Izzo (5,5) a sinistra. Entrambi soffrono in fase difensiva, all’inizio sbagliando i tempi del fuorigioco, poi soffrendo le scorribande sulle rispettive fasce di competenza da parte dei vari Ielo, Di Battista, Principi, soprattutto quando il Castrovillari non aveva più nulla da perdere e cercava di allargare il fronte di attacco. Quindi, la mancata sufficienza non vuole essere una bocciatura, ma un incoraggiamento a fare meglio nelle prossime occasioni in cui saranno chiamati in causa e, magari, potranno dare continuità a quei momenti in cui, soprattutto al momento di spingere in avanti, hanno assecondato con profitto le giocate del resto della squadra. Super lavoro anche per Lomasto (6,5) e Sabatino (6), per 50 minuti assoluti dominatori nei confronti delle due punte avversarie, poi in trincea per le incursioni degli altri attaccanti messi sul terreno di gioco dai calabresi e costretti, nell’arco dei 90’, a qualche rudezza di troppo con cartellini gialli a corredo.
Adesso sono ben cinque i diffidati in casa Acr, un altro fattore da tenere in debita considerazione in vista del rush finale, anche se la profondità e qualità della rosa a disposizione garantisce sufficienti scelte alternative.
A centrocampo, capitan Aliperta (7) interpreta la gara con lucidità estrema, tenendo bene l’area di sua competenza e mantenendo a buoni livelli in entrambe le fasi di gioco, oltre a battere praticamente tutti calci da fermo. Cristiani (6,5) mette polmoni e gambe al servizio della causa, nel primo tempo non sfrutta lo spazio al momento di concludere a rete, e resiste fino al 50’, quando accusa un affaticamento muscolare cedendo il posto a Vacca (6), utilissimo con il fisico e la sapienza tattica nel momento in cui gli avversari provano il forcing per recuperare. Cretella (7) migliora sempre di più nell’equilibrio in campo, mette grinta, agonismo e poi il colpo di genio del lancio al volo che mette Foggia in condizioni ideali per portare il risultato sul 3-0. Il biondo classe 2002 conclude nella linea di attacco fino al minuto 86, quando si rivede in campo Crisci (sv), un altro elemento che sarà di vitale importanza nelle ultime 9 tappe del torneo.
Possiamo parlare fino alla noia di gruppo, cuore, mentalità, atteggiamento, ma se non c’è nessuno in grado di buttarla dentro, restano solo concetti belli ma privi di concretezza. Quindi, se il Messina passa a Castrovillari, il merito è di chi ha completato questi concetti con i palloni scagliati in fondo alla rete e, cioè, dei signori Mauro Bollino (7,5), Evangelista Cunzi (7,5) e Ciro Foggia (7). Il numero 10 giallorosso risolve una mischia in area rossonera con un guizzo che copia esattamente quelli recentemente decisivi di Simone Addessi, cui corre subito a dedicare il gol sventolando la maglia numero 5 lasciata in panchina dopo lo stop subito nel riscaldamento prepartita. Il neo acquisto, giunto a Messina venerdì scorso, veste la maglia 21, inizia con alcune giocate di rapidità, tecnica e furbizia sopraffine, ed al 26’ si fa trovare prontissimo a finalizzare una azione da rubricare alla voce “ripartenze” (o contropiede) nel manuale del calcio. Già giocare a due tocchi velocemente mette in difficoltà chiunque in serie D, se poi riparti con quattro giocate di prima, un controllo e passaggio rasoterra, un tacco e chiudi perfettamente di piatto destro a giro, allora c’è solo da ammirare ed applaudire. Cunzi, con il passare dei minuti, passa, come il resto della squadra a ritmi più compassati, aiutando, però, anche in copertura, fino a lasciare il terreno di gioco dopo 70’ di ottima qualità. Gli subentra Lavrendi (6), praticamente una garanzia in questo girone, che, nel dopogara, sottolinea l’importanza di un risultato ottenuto su un campo nel quale lui ha giostrato da assoluto protagonista nel corso della sua carriera. Infine, il bomber, che mette il quindicesimo sigillo stagionale concretizzando l’assist illuminante di Cretella, ma questo non resta l’unico suo merito in una partita fatta di tanti ripiegamenti, palloni tenuti in avanti con fisico e cattiveria, sia per dare possibilità e sponda ai compagni che per recuperare secondi preziosi in vista del fischio finale.
Di questa trasferta calabrese resta l’immagine dei compagni di squadra che portano fuori dal campo in braccio Addessi infortunatosi durante il riscaldamento e l’impressione lasciata dal Messina, ormai calatosi perfettamente nel ruolo di capolista, anche quando si tratta di interpretare al meglio gare complicate come questa. Il percorso è ancora lungo e le inseguitrici tengono il passo, non è ancora tempo di festeggiare o celebrare nulla, bisogna ancora tenere la testa bassa e continuare a pedalare.
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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