Continuano ad addensarsi le nubi attorno al calcio cittadino e la possibile unione di intenti tra le maggiori realtà calcistiche cittadine appare sempre più complicata.

Con l’incontro di giovedì scorso e la personale discesa in campo, il sindaco De Luca si è giocato un’ultima carta utile in vista delle Elezioni Europee, mentre, a dieci giorni di distanza, la possibilità di formare un unico Messina è rimasta circoscritta solo alla serata del Salone delle Bandiere. Tanto che l’unico evento concreto, ovvero il ritorno a casa del marchio storico delle Associazioni Calcio Riunite Messina, per mano del presidente del Camaro Antonio D’Arrigo, resta al momento più un fatto simbolico e romantico.

Rimangono, invece, il silenzio delle presunte cordate pronte a rilanciare il calcio messinese e un gruppo Sciotto che da una parte flirta ancora con Arena, mentre dall’altra continua a pensare di andare avanti da solo. Nonostante la piazza lo abbia ampiamente scaricato e un’Amministrazione comunale che, conclusa la concessione annuale del San Filippo, potrebbe anche prendere decisioni forti se la famiglia di Gualtieri Sicaminò dovesse restare al timone della biancoscudata anche nella prossima stagione.

Nel frattempo chi pretende e merita chiarezza è il direttore sportivo Fabrizio Ferrigno, unico uomo rimasto in sella al Messina, oltre ai componenti del Consiglio d’Amministrazione, ma ancora senza un programma chiaro per stilare i piani futuri del club. Sull’apprezzato dirigente campano ha messo gli occhi il Rimini, formazione che ha appena conquistato la salvezza nel Girone B di Serie C superando la Virtus Verona grazie al 2-0 della sfida di ritorno che ha ribaltato il ko per 1-0 dell’andata. Anche la società romagnola, dopo tre annate in Serie B a metà degli anni 2000, un po’ di ascensore tra Lega Pro e dilettanti, è ripartita dall’Eccellenza nel 2016/2017 inanellando due promozioni consecutive, fino alla permanenza tra i professionisti di questa stagione.

Altra realtà che evidenzia come si possa sempre ricostruire, a qualunque latitudine. Basta avere capacità e volontà, dal punto di vista sociale, dirigenziale e amministrativo.

Sezione: Acr Messina / Data: Sab 01 giugno 2019 alle 16:21 / Fonte: Tcf tv
Autore: Antonio Billè / Twitter: @antobille
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