Il calcio è materia difficile da interpretare affidandosi solo al cuore, occorrono mente fredda e maturità per superare i momenti difficili, dosare entusiasmo e scoramento per i risultati che non rispondono alle aspettative. La lunga sosta di campionato ha giocato un ruolo importante in questo terzultimo turno nel quale il Messina avrebbe potuto dare la zampata decisiva, approfittando delle defezioni in casa Football Club, legate a infortuni e incertezze societarie, ed invece, al fischio finale, ecco il divario dimezzato e ultimi 180' tornati incerti per i destini di promozione e retrocessione che si giocheranno con arbitro l'Acr opposto a Marina di Ragusa e Sant'Agata, mentre gli uomini di Costantino si troveranno di fronte le tranquille Paternò e Roccella.
"Non esistono avversari che ci hanno fatto regali, come è giusto che sia", questo dichiara Raffaele Novelli (voto 6) al termine della gara contro il Licata, che, in casa propria, vedendo le maglie giallorosse, ritrova animus pugnandi e sapienza tattica, doti smarrite in alcune fasi di questo torneo interminabile, imposta una gara di grandissima intensità e corsa mettendo in grande difficoltà il Messina per 30', passa subito in vantaggio e poi sfiora più volte il raddoppio. L'allenatore salernitano ha ribadito sempre che occorrerà stare in tensione fino "all'ultimo secondo dell'ultima partita", ma, a volte, punta in modo eccessivo su gerarchie dettate dell'equilibrio del gruppo, concedendo minuti importanti agli avversari per le scelte iniziali nello schieramento. Era accaduto a Paternò con Saindou, a San Luca con Izzo, e si è ripetuto a Licata con Mazzone e Foggia . Il grande pregio del tecnico è, però, la sua duttilità che gli permette, con la rosa a disposizione, di cambiare lo schieramento in corso d'opera e, approfittando del calo fisico dell'avversario di turno, ribaltare le partite o, comunque,evitare sconfitte letali. Non è successo al "Dino Liotta" per gli errori di mira dei gialloblu, ma soprattutto per le clamorose topiche dell'arbitro e del suo assistente numero 2 , che hanno visto due offside e non giudicato da rigore un fallo di mano interpretazioni fondamentali per le sorti di questo match.
La squadra ha dimostrato di esserci fisicamente, mentalmente deve migliorare l'approccio iniziale alla gara, ma adesso non ci sono più margini di errore. Non è tempo di recriminazioni o alibi, si è ancora padroni del proprio destino e questo supera qualsiasi altra considerazione.
Caruso (6,5) non ha colpe sul gol subito, fa un intervento di grande spessore e non perde mai la testa nella fase di arrembaggio degli uomini di Campanella. Mazzone (5,5) diventa il punto debole sul quale imperversano gli avversari, come accadde a San Luca nella prima frazione di gioco, la differenza con Cascione (6,5) è evidente, anche se il biondo ex Bari approfitta del calo gialloblu nella ripresa, per imperversare sulla sua corsia di competenza. Sabatino (6) soffre i ritmi forsennati, poi fa il riferimento nella fase della rimonta, ma non riesce a dare il solito apporto nella costruzione della manovra. Molto più a suo agio nella battaglia è Lomasto (7), determinante per il gol che sblocca l'incantesimo del "Liotta" e per la straripante fisicità durante tutti i 90'. Giofrè (6) gioca sotto ritmo rispetto ai suoi standard, ma tiene botta senza perdere la bussola nei minuti di tempesta gialloblù.
Il settore di centrocampo è messo in difficoltà nei momenti in cui il ritmo si alza e ne fanno le spese due elementi su tre, sostituiti da Novelli all’inizio della ripresa. Cristiani (5,5) entra in confusione, corre a vuoto, si fa ammonire fino a quando gli tocca cedere il posto a Vacca (6) entrato in campo voglioso di spaccare il mondo quando si trattava di fare il massimo sforzo per la rimonta, impeto che gli costa un giallo pesante per la diffida con susseguente squalifica per mercoledì e il tentativo di fiondarsi sul pallone in occasione della rete annullata a Manfrellotti, unica spiegazione logica al primo dei clamorosi abbagli da parte del secondo assistente Ravaioli di Forlì. Cretella (5,5) è limitato dalla posizione di interno, resta in modalità “vorrei ma non posso” e si accomoda nella tribuna ospiti insieme ai suoi compagni dopo l’intervallo, mettendo in pratica la consueta “staffetta” con Crisci (6) autore di una prova tutto sommato dignitosa, anche se sbaglia un paio di appoggi abbastanza semplici per innescare Cascione sulla catena di destra. Domenico Aliperta (6) si affida al mestiere per limitare i danni durante la sfuriata gialloblù, cerca di forzare i ritmi nel momento cruciale, di sicuro sarà fondamentale in questi pochi giorni che ci dividono dallo striscione del traguardo. Certamente, le sue difficoltà hanno ripercussioni pesanti sulla prestazione complessiva del Messina, ma è il destino di tutti coloro i quali si assumono la responsabilità di leader.
Novelli individua nell’attacco il reparto da rivoluzionare per cercare di completare la rimonta, visto che in partenza si affida ad un trio di grande livello, rimettendo in pista da titolare Arcidiacono (6) dopo quasi tre mesi ai box, considerando il lungo post infortunio subito contro il Football Club il 21 marzo, al centro Foggia (6) al quale tocca la sufficienza solo per essere andato comunque in campo malgrado non fosse al massimo della condizione, a destra Bollino (6,5), troppo nervoso nei primi 45’, che diventa determinante nella seconda parte del match, facendo ammattire la difesa licatese. Dalla panchina arrivano Cunzi (6,5) e Manfrellotti (6,5) che avrebbero segnato i gol della vittoria, se la terna arbitrale non fosse stata vittima dei miraggi, decretando altrettanti fuorigioco che definire dubbi è un dolce eufemismo. Restiamo sempre appartenenti al clan degli sportivi che ritengono compensati, alla fine di un campionato, i torti e i favori arbitrali, così come la fortuna e la sfortuna, ma due- tre decisioni totalmente sbagliate in una gara così essenziale potrebbero avere un peso specifico importante.
A meno che, tra mercoledì e sabato (ennesima decisione da premio Nobel della LND anticipare l’ultima giornata del girone I), il Messina riesca a portare a casa il massimo bottino, perché è vero che le avversarie faranno la “partita della vita”, ma la sopravvivenza e, quindi, il futuro dell’Acr dipendono dalla promozione in serie C, un appuntamento al quale tutta la società biancoscudata ha i mezzi e le possibilità per essere presente, portando a casa un obiettivo strameritato.
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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