Vincere soffrendo aiuta a cementare lo spirito di gruppo, quindi l’esito della partita tra Messina e Avellino assume un valore superiore ai tre punti, specialmente in rapporto al momento stagionale, nel quale i giallorossi (in maglia nera per i soliti ritardi nella consegna del materiale ufficiale da parte dello sponsor tecnico) avevano raccolto meno di quanto meritato sul campo.
Per la prima volta il Messina edizione 2023-2024 ha fatto bottino pieno e non è un caso che ciò sia avvenuto quando la porta è rimasta inviolata, requisito non indispensabile per ottenere risultati nel calcio, ma che, comunque, per così dire, aiuta. Merito di chi ha vissuto ed interpretato al meglio l’andamento di questa partita, in primis i calciatori, ma sicuramente si è visto il peso del lavoro impostato da luglio da parte di chi ha costruito questa macchina, cioè Giacomo Modica (voto 7), che ieri pomeriggio ha adattato i suoi uomini e soprattutto il loro atteggiamento, ai diversi momenti del match, partendo dai primi 20 minuti, nei quali l’Avellino ha preso decisamente il pallino del gioco in mano, creando notevoli difficoltà alla sua squadra, passando per la fase decisiva ai fini del punteggio, cioè quei 5 minuti precedenti al gol, nei quali il Messina ha chiuso i biancoverdi nella propria area, sfruttando l’arma dei calci da fermo, e infine gestendo con grande duttilità e spirito di sacrificio tutto il secondo tempo, correndo rischi esclusivamente su un paio tra i numerosi corner collezionati dagli uomini di Pazienza (se ne conteranno 12 alla fine).
Il titolo di migliore in campo tra i giocatori in maglia nera va, a pari merito, a due elementi, anche se tutti gli altri hanno messo il proprio mattoncino su questa vittoria. Manetta e Fumagalli, però, hanno tirato fuori una prestazione di grande livello e meritano un 7,5 pieno.
Il difensore è monumentale, perché risulta una diga nel momento più complicato del primo tempo, quando chiude almeno tre situazioni molto pericolose, guidando la difesa e poi non calando mai di attenzione e intensità durante l’arco di tutti i quasi cento minuti di gioco.
Il portiere fa un intervento negli ultimi minuti davvero prodigioso, che ne eleva il rendimento assoluto già buono con le parate viste sempre nella ripresa, però meno sensazionali.
Standard abbastanza elevati anche per Lia (7), instancabile soprattutto nel lavoro di copertura su un cliente non proprio agevole come Tito, tradizionalmente letale per il Messina, ma il motorino di Lentini è encomiabile quando, nell’ultimo spezzone di gara, malgrado i crampi, si impegna a recuperare, rilanciare e portare in avanti tutti i palloni che transitano dalle sue parti. Sulla sinistra, soffre in avvio, ma poi, come un diesel, prende ritmo e va a regime Ortisi (6,5), preziosissimo in chiusura quando l’Avellino produce la maggiore pressione verso l’area giallorossa, così come Ferrara (6) rimedia nella ripresa alle evidenti difficoltà dinamiche nel confronto diretto soprattutto con Sgarbi nei primi 25’.
Ingiudicabile Polito, espulso pochi minuti dopo il suo ingresso in campo, per una decisione salomonica del direttore di gara. Frisenna (7) conferma le buone cose fatte vedere in questo inizio di stagione e, allo stesso modo di Scafetta (7) si presta ad un logorante lavoro di corsa, recupero palla, proposta e presenza fisica oltre che agonistica, indispensabile per portare equilibrio alla squadra.
Al centro della manovra, fino al minuto 69, c’è Marco Firenze (7) dal cui piede partono le rifiniture da fermo per le uniche conclusioni del Messina dentro lo specchio della porta irpina, una delle quali viene trasformata nel gol decisivo. Con l’imminente ritorno di Franco, probabilmente il numero 5 si sposterà in un ruolo più consono alle sue attitudini, ma anche da play, seppure con qualche sbavatura, la sua prestazione non è mai stata banale. Importante anche l’apporto, negli ultimi 40’ di gioco, da parte di Buffa (6,5) che si piazza a centrocampo con il compito di sporcare le linee di passaggio avversarie e mettere pressione ai portatori di palla, lavoro svolto con dedizione e applicazione.
Il reparto avanzato, invece, vede luci ed ombre, perché Emmausso (6) si accende troppo poco, forzando eccessivamente la giocata di prima quando serviva dare i tempi giusti al passaggio illuminante, nelle corde di questo giocatore dotatissimo dal punto di vista tecnico, ma non solo, Ragusa (6,5) merita mezzo punto in più per il piglio da leader in campo, visto che ancora la brillantezza fisica non gli consente di mettere in moto la progressione palla al piede, sua caratteristica principale, e, infine, Plescia (7) oltre al gol da rapace dell’area di rigore mette sulla bilancia fisico, cattiveria, tecnica, urlando nei fatti la propria forza più dell’esultanza repressa.
Minuti importanti anche per Zunno e Cavallo (6,5 per tutti e due), entrati in campo per dare imprevedibilità e il guizzo decisivo, ma degni di merito più per la cattiveria agonistica e la determinazione che mettono nel contendere il pallone agli avversari, prendendosi due gialli da furore alla ricerca del risultato. Un impegno che sarà piaciuto tanto ai tifosi giallorossi, contenti alla fine della partita e adesso concentrati sul prossimo derby di Coppa Italia a Catania, valido forse solo per il prestigio, perché poi ci sarà da pensare immediatamente alla trasferta di Potenza, campo di casa del Sorrento, prossimo insidioso avversario di questo Messina che deve dare continuità a una vittoria di prestigio nella lunga strada ancora da fare.
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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