La vittoria è la migliore medicina, il Messina non fa eccezione, batte il Campobasso e inizia un percorso di cura che deve portarlo al più presto fuori dalle zone più pericolose della classifica.
A fine gara, Eziolino Capuano (voto 7) descrive didatticamente il suo piano partita, la meticolosità con cui studia, insieme al suo staff, gli avversari di turno e non invidiamo certamente i suoi calciatori quando devono imparare i movimenti e l’atteggiamento da tenere sul terreno di gioco ogni benedetta giornata di campionato. La squadra, ieri pomeriggio, sull’insidioso manto erboso del “Franco Scoglio” dà, forse, la prima dimostrazione di coesione e equilibrio del gruppo in campo, contro il Campobasso che veniva in Sicilia con i gradi di migliore compagine in trasferta del torneo e l’etichetta di portatrice del calcio spregiudicato incarnato dal proprio tecnico Cudini, capace di costruire, in Molise, un collettivo protagonista di due campionati clamorosi in D e un inizio ottimo al ritorno tra i professionisti.
Il Messina gioca il primo tempo perfetto, senza mai sbilanciarsi, scoprendo i punti deboli rossoblù e sfruttando quasi tutte le occasioni create, meritando, incluso il controllo del gioco fino al 60’, la vittoria. Gli ultimi 25-30 minuti sono di grande sofferenza, ma il fatto di avere mantenuto la rete inviolata per la terza volta in 12 turni significa molto per l’autostima del gruppo giallorosso, tutti oltre la sufficienza, con un 7,5 allo spirito collettivo. Migliore in campo è Simonetti (7,5) definito “stoico” da Capuano nella conferenza post partita, tornato ai livelli delle prime uscite, con in più la capacità di stare in campo per i 99’ di gioco, recuperi inclusi, senza perdere lucidità e attenzione, svolgendo un ruolo fondamentale nel meccanismo di gioco “capuanesco”.
Bene anche i suoi compagni di reparto più vicini Damian (6,5) e Fofana (6), favoriti dall’abnegazione con cui le due punte e gli esterni riducono gli spazi di manovra dei molisani. Fondamentale il ruolo dei due esterni. Morelli (6,5) ancora una volta entra nell’azione di uno dei gol giallorossi, il secondo, mettendo al centro il pallone dal fondo proprio per il suo opposto Goncalves (6,5), rapinoso e deciso nel battere al volo di destro alle spalle del portiere rossoblù. Al di là dell’azione che porta al 2-0, la prova dei due “quinti” è di assoluto rilievo dal punto di vista tattico, perché limitano per gran parte della gara gli esterni molisani, vera arma in più fino ad oggi, em quando serve soffrire, il tecnico giallorosso toglie il portoghese e inserisce Sarzi Puttini (6), prezioso anche se ingenuo per il giallo che gli farà saltare Catanzaro. Utile anche l’apporto di Konate (6) essenziale quando si tratta di spazzare o aiutare i compagni a mantenere ordine in difesa.
A proposito di difesa, risulta determinante il lavoro fatto dagli attaccanti, tutti e cinque gli elementi impiegati nei 90’ di gioco.
Adorante (6,5) ha il merito di sbloccare una partita che poteva diventare più complicata col passare dei minuti, Vukusic (6) fa il suo nei 34’ in cui resta in campo, Balde (6) fornisce più dinamismo e incisività in avanti fino al dolore muscolare che lo costringe a lasciare spazio a Catania (6), entrato nel momento in cui serviva dare respiro al reparto arretrato e, magari, imbroccare la ripartenza giusta. Infine, Busatto (6,5), che rivede il campo per un minutaggio congruo dopo tante giornate e non si fa pregare a metterci fisico, tecnica ed agonismo, le doti che dovrà mostrare per trovare spazio anche in futuro.
Resta proprio la difesa e il cambio forzato Balde-Catania costringe Capuano a mantenere il terzetto centrale per tutta la partita, con Celic (6,5) sicuro e preciso nelle chiusure fino ai crampi negli ultimi minuti, Carillo (6,5) sempre più solido e Fazzi (6,5) classico elemento cui ancorarsi perché non si lascia andare a giocate oltre le righe ed il pallone deve viaggiare anche in tribuna nei momenti in cui serve. Lewandoski (6,5) è determinante in un intervento su Vitali, resta lucido nei momenti di confusione davanti alla sua porta.
Tutti a festeggiare sotto la curva dopo la fine, davanti a qualche centinaio di tifosi, ma questa del pubblico lontano dagli spalti del “S.Filippo” è forse la battaglia più complicata da vincere, perché serve l’aiuto e l’impegno di tutti, a partire dai risultati sul campo.
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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