Una partita strana, iniziata a mezzogiorno, giocata in uno stadio quasi deserto, con la curva in aperta contestazione rivolta alla società, un terreno di gioco indecente, come al solito ormai da anni, alla presenza del presidente della Legapro Ghirelli, finisce in gloria per il Messina, che, fino ad oggi, ha sempre ripreso un minimo di ossigeno al momento in cui rischia di andare in crisi di apnea da risultati. La classifica arriva in doppia cifra, sempre due punti in meno rispetto alla dodicesima nello scorso campionato, però qualche segnale positivo emerge dai 94’, incluso il recupero, accanto al solito, insopprimibile, senso di incertezza aleggiante attorno alla società per motivi non sempre chiarissimi, dettati, spesso, dall’ansia di trovare una soluzione taumaturgica alla propensione verso la sofferenza che, invece, sembra essere il marchio di fabbrica in questa stagione.
Lo ha ripetuto in sala stampa Gaetano Auteri (voto 6,5) proprio per evitare cali di tensione da parte di tutti coloro i quali sono coinvolti in questo progetto sportivo, invitando i tifosi che vorranno avvicinarsi ad essere consapevoli di questo destino. Una dichiarazione reiterata dopo la gara contro il Latina, non a caso, perché proprio dopo una vittoria occorre mantenere la guardia alta per evitare colpi troppo pesanti da sostenere. Il tecnico di Floridia sorprende tutti con la formazione iniziale, nata per non concedere troppo campo al Monterosi e provare a pungere, senza scoprirsi, anche se il risultato matura numericamente nei primi 45’ in cui prevale il fattore casuale rispetto a quello tattico, con almeno tre reti su cinque determinate da episodi difficilmente ripetibili. Il Messina merita di tirare dalla sua parte le chance favorevoli con l’atteggiamento agonistico e l’attenzione collettiva giusta per evitare di subire troppo dagli avversari, limitando al minimo sindacale gli errori gratuiti, determinanti in quasi tutte le otto sconfitte subite nei primi 12 turni di questo campionato.
Le valutazioni dei singoli non possono non partire dal protagonista dell’evento più strano in una gara rocambolesca, cioè Lewandowski (6,5) autore del gol casuale ( “un rinvio sbagliato”, ha detto candidamente nel dopo partita) che ha portato al 2-0, apparso reattivo quando è stato chiamato in causa, pur se sfortunato in occasione della prima rete subita, perché prima blocca bene la conclusione di Carlini, poi si scontra con Filì, perde la sfera e favorisce la conclusione di Lipani. Un suo pieno recupero fisico e psicologico sarebbe un fattore importante per arrivare nella migliore posizione di classifica possibile prima della sosta natalizia. Bene la difesa, messa duramente alla prova dalla pressione subita nel secondo tempo, su un campo pesantissimo che induceva all’errore, sempre evitato. Berto (6,5) ha usato posizione e cattiveria, sbagliando solo quando ha svirgolato un rinvio di testa ad inizio gara, favorendo la sforbiciata di Cancellieri che ha colpito il palo sullo 0-0. Camilleri (6,5) ha vinto quasi tutti i duelli aerei, fatto alcuni recuperi preziosi in acrobazia, richiamato i giovani compagni di reparto nel momento del massimo sforzo. Filì (6,5) si è disimpegnato abbastanza bene contro avversari non proprio teneri come gli attaccanti biancorossi, crollando per crampi nel finale, quando lo ha sostituito Trasciani (sv), anche lui utile negli ultimi 7-8 minuti di gioco.
C’era curiosità ed anche scetticismo in sala stampa al momento in cui sono state distribuite le formazioni, anche per le scelte a centrocampo, vista la presenza di due under ed il ritorno dall’inizio di Fofana. L’ivoriano (6,5) stenta un po’ a trovare il ritmo nei 15’ iniziali, come tutti i suoi compagni, poi si esalta nel recuperare palla ed anche provare la giocata per rilanciare la manovra, non sempre riuscendoci, ma dimostrando grandissima voglia di combattere. L’altro over 22 era Fazzi (6,5) molto positivo nel primo tempo per il gol e per l’apporto in fase offensiva, anche se resta passivo quando si subisce il 3-2, mentre cala fisicamente nella ripresa, mantenendo la posizione e dedicandosi al lavoro sporco, con qualche affanno. Un pelo sopra gli altri compagni la prova di Fiorani (7,5), impegnato in una posizione di campo per lui inedita, ma bravissimo nell’adattarsi mettendoci gamba, cattiveria, grande abilità tecnica nel servire l’assist per il gol che ha sbloccato la partita. Potrebbe anche essere una idea da riproporre nel futuro, magari lavorandoci durante gli allenamenti settimanali. Meno appariscente Mallamo (6,5) che non sfigura contro un centrocampo nel quale si poteva entrare in difficoltà essendo in inferiorità numerica, ma senza incidere come fatto in altri scampoli di partita nei quali è stato impiegato. Utile anche Marino (6) nei 35 minuti in cui resta in campo sostituendo proprio il ragazzino milanese in prestito dal Parma e applicandosi nei momenti di concitazione in cui serviva mantenere il risultato sacrificandosi in copertura e gestendo il possesso palla.
Anche in attacco Auteri ricorre a uomini non proprio brillanti nelle occasioni in cui li aveva fatti scendere in campo, come Grillo (6) e Curiale (5,5). Il primo segna per la prima volta in biancoscudato grazie alla collaborazione di Alia, poi gioca molti palloni, si impegna a portare palla, ma spesso sbaglia la scelta decisiva nella rifinitura, in alcuni casi aprendo lo spazio a pericolosissime ripartenze ospiti, sventate dai suoi compagni. L’ex bomber sembra più vivo rispetto ad altre apparizioni, però non trova mai la giocata giusta, perde l’equilibrio, non tiene molti palloni, ha anche la sfortuna di trovare, tra lui e il gol, l’unico intervento degno di nota del portiere laziale, quasi allo scadere del primo tempo, un minuto prima del 3-2. Gli subentra, dopo un’ora di gioco Balde (6) che si sbatte tanto, recupera palloni, prova a metterci fisico e corsa, arriva anche solo davanti al portiere, ma poi scivola ciabattando la conclusione a botta sicura. Peccato, perché una rete potrebbe conferirgli la sicurezza che gli manca per dare un contributo più tangibile alla causa. Infine, nel trio di attacco iniziale, c’era anche Catania (6,5) un po’ penalizzato dalla pesantezza del terreno di gioco e dalla presenza, nella sua zona, di un muro in carne e ossa come Mbende, difficilissimo da superare se gli spazi sono ridotti e il pallone non riesce a scorrere sul manto “erboso”. Nell’ultimo quarto d’ora entrano anche Napoletano e Iannone che meritano la sufficienza perché sono determinanti per allentare la pressione sulla difesa biancoscudata.
In definitiva, seppure sofferta ed ottenuta con il minimo scarto, quella con il Monterosi è stata una vittoria meritata soprattutto perché premia l’impegno e la determinazione di questo gruppo molto giovane, costruito senza coprire ruoli essenziali, debole rispetto agli avversari nella lotta per la salvezza, ma che deve lottare in ognuna delle prossime otto gare, fino al 23 dicembre, quando ci sarà la trasferta a Crotone, per ottenere più punti possibili e intervenire con criterio e perizia nel mercato di riparazione.
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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