Il secondo stop consecutivo imposto al Messina dalle vicende tribolate di questo avvio della stagione in LegaPro, ha costretto il gruppo squadra biancoscudato a vivere una sorta di limbo nell’attesa del secondo impegno ufficiale, fissato giovedì 21 settembre al “Franco Scoglio” contro la Turris, con inizio fissato alle 18.30. I corallini saranno un banco di prova arduo per la truppa di Giacomo Modica, in cerca di conferme dopo il pareggio ottenuto a Cerignola ormai 15 giorni fa.
USCIRE DAL LIMBO - Il grande interrogativo riguarda l’impatto di questo supplemento di preparazione sulle gambe, ma soprattutto nella testa dei calciatori del Messina, perché non è facile prendere il ritmo agonistico, soprattutto in vista dei quaranta giorni successivi alla partita con la Turris, nei quali Fumagalli e compagni dovranno fare 9 partite, incluso il turno di Coppa Italia del 4 ottobre a Catania, in attesa di conoscere la data del recupero allo “Iacovone” contro il Taranto. Tra l’altro, come sottolineato da mister Modica in una recente intervista, sarà un tour de force in giro per il Sud Italia, considerando che la nostra città sconta la distanza da tanti centri che partecipano a questo campionato, con l’obbligo di effettuare le trasferte prevalentemente in pullman, trattandosi di viaggi in Puglia, Campania o Calabria, lontano da linee ferroviarie primarie o da aeroporti.
TAPPE FORZATE - Si partirà dalla trasferta a Francavilla domenica prossima (ore 20.45), poi la sfida casalinga con l’Avellino (1 ottobre alle 14), il derby di Coppa al “Massimino” giorno 4, tappa al “Viviani” di Potenza, campo di casa provvisorio del Sorrento, l’8 ottobre, inizio alle 14, doppio impegno al “Franco Scoglio” contro le campane Casertana (mercoledì 11 alle 20.45) e Giugliano (domenica 15 ore 14), venerdì 20 visita al Picerno sotto i riflettori, giovedì 26 si ospita il Brindisi nel tardo pomeriggio (fischio di inizio alle 18.30), tre giorni dopo, alle 14, pronti per incrociare il Crotone allo “Scida”. Un percorso simile a quello di altre squadre in questo campionato, ovviamente, ma al Messina tocca aggiungere una partita in più, salvo il clamoroso inserimento, da parte della Lega, del match contro il Taranto, nell’unica data teoricamente disponibile, lunedì 23 ottobre, ma sarebbe davvero assurdo.
LA TENUTA DEL GRUPPO E DEL CAMPO - Due sono le incognite fondamentali individuabili in questo momento, che potrebbero incidere in modo significativo sul cammino stagionale del Messina: la tenuta complessiva del gruppo e le condizioni del manto erboso al “Franco Scoglio”.
IL GRUPPO - Il primo fattore non preoccupa tanto sotto l’aspetto fisico-atletico, perché una delle certezze è rappresentata proprio dall’intensità dimostrata in campo, durante tutti i 90’ ed il recupero, nell’unica gara ufficiale fin qui disputata al “Monterisi” di Cerignola. Ovviamente, il ritmo degli impegni limiterà il lavoro durante gli allenamenti, ma la benzina già messa nelle gambe dovrà essere la riserva a cui attingere durante questo periodo. Diverso, invece, il discorso sul livello di autostima e consapevolezza di questo gruppo formato da un numero esattamente uguale di over e under nella classificazione definita dalle norme federali (nati prima o dopo il primo gennaio 2001). Sei elementi più anziani superano i 30 anni (Fumagalli, Ferrara, Manetta, Franco, Ragusa, Firenze) e altrettanti sono sotto questa soglia.
STRESS TEST - Una distribuzione perfetta, dal punto di vista della composizione dell’età, ma si riuscirà a creare la giusta chimica, in campo e fuori, per poter superare eventuali risultati negativi a cui questa squadra, per attitudini, tattiche e dei singoli, molto offensive, può essere esposta? Questi 40 giorni, quindi, saranno uno stress test molto importante per verificare se davvero questo gruppo ha il carattere adatto a centrare l’obiettivo di un campionato tranquillo stabilizzandosi nella pancia della classifica, con lo stimolo di ricominciare ad attrarre la città verso la propria squadra di calcio. Su quest’ultimo punto, i numeri della campagna abbonamenti non sono certamente molto incoraggianti, ma, conoscendo la piazza e la storia calcistica messinese degli ultimi 15 anni, sarebbe stato stranissimo il contrario. Quindi, solo qualche risultato accompagnato da prestazioni all’insegna del bel gioco, possono riportare un po’ di gente in più a districarsi negli orari e giorni imposti dal calendario, preferendo i seggiolini dello stadio alla poltrona o divano di casa per stare vicino al Messina. Un buon traguardo parziale per la società, che si sta impegnando tanto a creare opportunità di incontro con il territorio, potrebbe essere riavere presto il pubblico visto il 13 maggio nel playout contro la Gelbison, ovviamente con molta tensione in meno e il piacere di andare a vedere un bello spettacolo calcistico, accompagnato dalla vittoria del Messina.
MANOVRE DISTENSIVE - Lodevoli i tentativi portati avanti in queste ultime settimane dai dirigenti dell’Acr per dialogare con le istituzioni locali, le scuole, l’università, alcune aziende, i tifosi. Tantissima la strada da fare, soprattutto se volgiamo lo sguardo ad altre realtà presenti nello stesso girone di serie C, ma bisogna iniziare questo cammino, consapevoli che non si deve sempre attendere l’avvento di miracolosi benefattori pronti a investire milioni di euro o creare grandiose opportunità di sviluppo a tutti, per avvicinarsi, ma, nello stesso tempo, è giustissimo prestare (o pretendere) la massima fiducia solo nel caso in cui gli impegni presi da chi rappresenta il Messina in campo e fuori siano fondati sulla credibilità dei fatti e non delle parole. Solo il tempo dirà quanto funzioneranno queste iniziative, ma non sarà facile rompere questa cappa di freddezza e diffidenza che, ormai da tre lustri, caratterizza l’approccio del messinese al Messina.
C'E' UN GRANDE PRATO VERDE - Ultima, ma non per importanza, la questione della tenuta del manto erboso al “Franco Scoglio”. Prima della gara con la Turris, il Messina farà tre sedute di allenamento sull’erba naturale dell’impianto di contrada S.Filippo, lasciato a riposo per un mese e mezzo dopo il concerto dei Pinguini Tattici Nucleari a fine luglio. Gli interventi, effettuati da Franco Calatozzo, “storico” manutentore e gestore del terreno di gioco nei due stadi cittadini, sono quelli finanziati dagli organizzatori dei concerti, secondo quanto previsto dalla convenzione stipulata con il Comune alla fine del 2022, sotto la vigilanza e il controllo del dipartimento allo sport, dell’assessore competente Massimo Finocchiaro e del direttore generale Salvo Puccio, che, a metà agosto, hanno seguito con particolare attenzione questa vicenda. Il primo test sarà giovedì prossimo, fondamentale per valutare i risultati del lavoro fatto, con l’altissima probabilità della presenza di un delegato della Legapro, alla luce delle tre diffide fatte lo scorso anno per il tappeto erboso, ma soprattutto guardando a ciò che è avvenuto a Trieste, dove gli alabardati della nuova proprietà americana saranno costretti a giocare in campo neutro le prossime gare almeno fino a metà ottobre proprio per le pessime condizioni dell’erba riscontrate al “Nereo Rocco”, il 4 settembre all'esordio. Allo stadio triestino, il 16 luglio, si era svolto un concerto dei Maneskin, con successiva rizollatura e semina affidata a ditta di fiducia del comune (spese 75% a carico degli organizzatori e 25% del Comune). Alla luce di quanto riscontrato dal rappresentante della Legapro in quella occasione, la Triestina è stata costretta a traslocare a Fontanafredda, campo del Pordenone, campo con capienza che non consente l’afflusso dei 4.000 abbonati. Un problema che, però, il Messina, molto probabilmente non avrà, vista la estrema fiducia dimostrata dalla società su questo tema nelle ultime settimane.
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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