Quando si cambia allenatore, si dice sempre che il motivo principale è “dare una scossa”, ma la sostituzione di Sasà Sullo con Eziolino Capuano rappresenta qualcosa di ancora più scioccante, quasi come passare dalla sauna al bagno nel lago ghiacciato, usanza diffusa nei popoli scandinavi per moltiplicare gli effetti benefici del passaggio dal caldo al freddo, ma non proprio usuale alle nostre latitudini.
Premettendo la immutata stima e l’imperituro affetto nei confronti di Super Sasà, per sempre nei cuori di chi tifa la biancoscudata anche per il suo comportamento sincero e cristallino in questi pochi mesi da allenatore in riva allo Stretto, non si può trascurare l’impatto “strong” di un personaggio come il nuovo allenatore scelto dalla coppia Lo Monaco-Argurio per fermare l’emorragia di risultati dell’ultimo mese. La serie di sconfitte era partita proprio dal “Viviani” contro il Picerno e si è interrotta nello stesso stadio con un 3-2 che dipinge perfettamente il momento attuale del Messina.
“Non bisogna esagerare con i complimenti” è la frase meno fragorosa pronunciata da un tutto sommato misurato Capuano nelle interviste del dopo gara, ma il mister costruisce e prepara questo esordio in giallorosso con grande attenzione, valutando le condizioni di tutti gli elementi a sua disposizione, scegliendo l’undici iniziale sulla base delle caratteristiche dell’avversario, ma pensando sempre a come potere portare a casa l’intera posta in palio. Il voto per la sua conduzione è un “bravo 7 più” come dicevano Cochi e Renato tantissimi anni fa, anche se le disattenzioni difensive restano un peso difficile da rimuovere in pochi giorni, e, sul risultato finale, pesa positiviamente l’episodio (s)fortunato della traversa colta da Celic svirgolando un cross nella propria area al 75’. Ma la fortuna aiuta chi osa ed il doppio cambio all’80’ Sarzi Puttini- Goncalves, Simonetti-Catania dà il segnale giusto alla squadra indicando a tutti gli uomini in campo la possibilità di vincere anche in una partita sporca come quella che si è vista ieri pomeriggio in Basilicata. Primo esame di “capuanismo” superato, anche se non a pieni voti, ma il tempo per gioire è poco, visto che mercoledì c’è uno scontro diretto casalingo contro la Vibonese da vincere per raggiungere una maggiore serenità.
In una gara avvincente a sprazzi, non riesce difficile individuare il migliore in campo tra le fila del Messina nell’elemento dai cui piedi passano gli assist di due dei tre gol. Morelli (7) trova una sua dimensione più coerente da esterno in un centrocampo a 5, perché così divide i compiti difensivi con i compagni e si può esprimere liberamente in fase offensiva, sfruttando in modo chirurgico le poche occasioni in cui riesce a spingersi in avanti. Il gol dell’1-1 corona una azione da esterno a esterno tanto decantata negli ultimi anni a livelli più alti, soprattutto grazie all’Atalanta, mentre il cross del provvisorio 1-2 arriva al termine di una manovra avvolgente più simile a quelle già viste in questo inizio di stagione.
Il resto della squadra si esprime su livelli medio-alti, soprattutto sul piano dell’atteggiamento complessivo in campo, perché le due punte restano spesso sotto la linea della palla e tutti si muovono in modo sincronizzato chiudendo gli spazi ad un avversario comunque insidioso.
Lewandoski (6), ha un pizzico sulla coscienza il secondo gol subito, perché respinge centralmente il tiro non irresistibile di Volpe, ma salva nel primo tempo su Gigli e, nella ripresa, è pronto sul tentativo di testa da parte di Volpe.
I tre difensori centrali hanno solo un momento in cui sbagliano la giocata e vengono puniti dall’azione del provvisorio vantaggio rossoblù, ma nel complesso Celic, Carillo e Fazzi meritano un 6,5 ciascuno perché non tendono a strafare, chiudono le punte centrali schierate da Gallo (Baclet nel primo tempo e Salvemini nella ripresa) e si muovono diligentemente quando si tratta di allargarsi o stringere lo schieramento difensivo a secondo dell’approccio offensivo da parte del Potenza. Bene anche Sarzi Puttini (6,5), soprattutto per la reazione immediata alla disattenzione che favorisce il gol di Costa Ferreira, proiezione in area avversaria a buttare in rete il cross di Morelli. Volitivo anche negli 80’ giocati fin quando non resta a terra e invoca la sostituzione dando spazio a un Tiago Goncalves (6) determinante nell’azione del vantaggio definitivo.
Il centrocampo era stata la croce di queste prime otto giornate, ma al “Viviani” rappresenta una delle chiavi di volta della prestazione giallorossa. Konate (6) gioca 55’ di sostanza, mettendoci più corsa che non presuntuose giocate, poi lascia il campo a Fofana (6) che inizia a bassi ritmi, prosegue male perdendo la palla da cui nasce il 2-2 per tentare un passaggio filtrante invece dello scarico semplice, ma conclude alla grande con l’inserimento e il colpo di tacco vincente da tre punti. Damian (6,5) non riesce ad essere continuo ma dà un buon contributo tecnico difendendo palla e dando respiro alla squadra nei momenti più concitati. Simonetti (6) si vede che ha difficoltà fisiche, ma si sacrifica nel tenere la sua posizione fino al momento in cui non scatta in Capuano la scintilla e lo toglie dal campo. Al suo posto entra Catania (6), come seconda punta, che tocca un solo pallone in 15’, determinante per innescare il 3-2. Il suo colpo di tacco libera lo spazio nel quale si infilano Adorante e Tiago per mettere in area il pallone decisivo.
Restano gli attaccanti e qui occorre distinguere le valutazioni dei tre elementi impiegati. Iniziando da Adorante (6,5), applicatosi in uno sfiancante lavoro di pressing e sportellate con i difensori avversari fino a trasformare in rete l’unico pallone giocabile arrivatogli in area potentina. Questo giocatore potrebbe trovare a Messina la stagione della sua consacrazione come attaccante di buon livello dopo qualche annata sfortunata. Balde (6) non brilla in una posizione nella quale stenta a esprimersi in progressione, sua migliore caratteristica, ma riesce comunque ad entrare nell’azione del 1-2 e non molla di un centimetro prima della sostituzione, al 71’, con Russo (6), nell’ultimo quarto d’ora protagonista di una ottima prova di sacrificio da interno sinistro quando serviva correre a perdifiato appresso a chiunque vestisse la maglia rossoblù.
Alla fine, resta l’immagine di tutta la rosa disponibile a Potenza sotto il settore ospiti per salutare i circa 150-200 tifosi giunti da Messina, finalmente presenti con bandiere, sciarpe e cori a sostegno della maglia.
E ci saranno anche mercoledì, quando si dovrà sfoderare un’altra prestazione di grinta e cuore per mettere sotto la Vibonese.
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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