Nella sorprendente Igea Virtus di Giuseppe Raffaele c'è un attaccante italo-argentino a cui sono bastate appena tre settimane per entrare nel cuore dei tifosi. Grinta, potenza, carattere, intraprendenza e tecnica al servizio del team giallorosso, è questo il ritratto di FacundoFacaLescano, centravanti, autore di due gol nelle prime tre gare di campionato.

TALENTO “DE BARRIO” - Nato a Mercedes, un paese della provincia di Buenos Aires, il 18 agosto del 1996, “Faca” ha iniziato a giocare a calcio all'età di sei anni, prima di trasferirsi in Italia con la famiglia all'età di nove anni: “Ho iniziato a giocare in Argentina - ha dichiarato - , poi mi son trasferito in Italia all'età di nove anni con la mia famiglia, in Puglia, dove ho iniziato a giocare nel Salento Football Club fino all'età di tredici anni. Non è stato semplice ambientarmi immediatamente, un altro mondo rispetto al Sud America”.

NEL SEGNO DEL "PRINCIPE" - “All'età di tredici anni ho vissuto una bellissima esperienza nel settore giovanile dell'Inter - afferma - , dove giocai con i Giovanissimi Nazionali. Ho conosciuto una realtà fantastica in cui ho visto all'opera grandissimi campioni tra cui Diego Milito, un esempio da seguire a cui ho provato a rubare tutti i segreti del mestiere. Assieme a Gonzalo Higuain è sempre stato il mio punto di riferimento, mi ispiro a loro”.

SOTTO LA LANTERNA - Calcisticamente cresciuto nel florido vivaio del Genoa, Lescano ha fatto tutta la trafila in Liguria (dove fu allenato anche dall'attuale tecnico rossoblu Ivan Juric, ndr), prima del prestito al Martina, in Lega Pro, dove disputò sette gare: “Fui acquistato dal Genoa all'età di sedici anni - continua - , lì ho fatto tutta la trafila, dai Giovanissimi Nazionali alla Primavera, prima del prestito al Martina, in Lega Pro, dove totalizzai sette presenze prima di rientrare alla base. Fu un'esperienza molto formativa per me”.

UN "TORO" PER L'ATTACCO - La grinta, il talento e la cattiveria agonistica innata convinsero il Torino a fare un importante sacrificio economico per assicurarsi a titolo definitivo le prestazioni sportive di Facundo. Curioso il destino: “Lesca” militava negli Allievi Nazionali del Genoa (allenato dall'ex centrocampista della Nazionale Fabio Liverani, ndr) quando proprio contro il Torino realizzò una doppietta portando i rossoblu alla vittoria. Il “puntero argentino” non passò inosservato, tanto che il direttore generale del settore giovanile del club granata, Massimo Bava, lo volle fortemente all'ombra della Mole. Fu minuzioso il lavoro del tecnico Moreno Longo, attuale trainer della Pro Vercelli che plasmò Facundo mettendolo nelle condizioni di realizzare ben dieci reti in sedici partite con la formazione Primavera. Un 4-2-4 che valorizzò nel migliore dei modi il bomber italo-argentino, autore di quindici gol in ventotto gare nel successivo campionato Primavera, un bottino che permise al Torino di aggiudicarsi lo Scudetto in finale contro la Lazio, riscattandosi dopo aver perso la finale contro il Chievo Verona la stagione precedente. La ciliegina sulla torta fu la vittoria della Supercoppa che lanciò Facundo verso palcoscenici importanti, tanto da guadagnarsi le attenzioni di importanti club inglesi tra cui Reading e Blackburn, anche se lui, grande tifoso del Racing, sogna in futuro di esultare al “Cilindro” di Avellaneda: “Il Torino fu per me una vera e propria scuola - continua Facundo - , il mister Longo è un grande allenatore, mi ha fatto crescere tanto e quel 4-2-4 estremamente propositivo e ben organizzato mi ha messo nelle condizioni di rendere al meglio. La vittoria dello Scudetto fu una gioia immensa, porterò sempre nel cuore ricordi indelebili”.

VENTURA, SULLO, LA SERIE A, IL MILAN - Quel centravanti dalle grandi e rare qualità finì ben presto nel mirino del tecnico della prima squadra, Giampiero Ventura (attuale commissario tecnico della Nazionale, ndr), che dopo diverse convocazioni e qualche panchina in Serie A lo gettò nella mischia contro il Milan dell'allora tecnico Filippo Inzaghi, a tu per tu con attaccanti del calibro di Menez e Niang, in area di rigore a lottare con Alex, Mexes e Rami, sfuggendo alla pressione di De Jong, ma senza alcun timore, come sempre del resto: “Era il 10 gennaio del 2015, ricordo ancora la data - dichiara emozionato - , entrai all'80' al posto di Darmian, non dimenticherò mai il mio esordio in Serie A e sarò per sempre grato al mister Giampiero Ventura, così come ringrazierò sempre il suo vice Salvatore Sullo che ha sempre osservato da vicino il settore giovanile. Sono due uomini che hanno fatto la gavetta, partendo dal basso. Ventura ha oltre trentacinque anni di carriera alle spalle, ha allenato in tutte le categorie, dalla Serie D alla Serie A, portando il Torino in Europa League. La Nazionale è il giusto riconoscimento ad un grande tecnico. Sullo ha fatto la storia del calcio messinese e spero che ottenga il massimo dalla sua nuova carriera. Sarò sempre profondamente legato ad entrambi e non dimenticherò mai la grande possibilità che mi hanno dato e l'emozione che mi hanno regalato”.

AMAURI E QUAGLIARELLA - Nel Torino ho avuto la possibilità e l'onore di allenarmi con grandi atleti, credo di essere cresciuto tanto - ha affermato - . Da Amauri ho imparato i movimenti, a lui ho cercato di rubare il colpo di testa, i tempi e l'abilità nel far salire la squadra giocando con le spalle alla porta, mentre di Quagliarella ho sempre ammirato la semplicità nel calciare con grande precisione e la tenacia innata. Ancora sono giovane, dunque ho la consapevolezza di avere tantissimo da imparare”.

AD UN PASSO DAL MESSINA - “Questa estate sono stato contattato dal direttore sportivo del Messina Vittorio Tosto e dal tecnico Valerio Bertotto che mi aveva visto all'opera con la maglia del Torino - afferma - . Dopo la rivoluzione societaria questa possibilità sfumò, ma sono stato vicino al trasferimento in riva allo stretto”.

IL SOGNO NEL CASSETTO - “Ho militato nelle rappresentative nazionali under 15, 16, 17 e 18, vestire la maglia della Nazionale sarebbe un sogno, a maggior ragione con il mister Ventura alla guida - dichiara - . Ma devo lavorare veramente tantissimo, il mio futuro passa anche da questa stagione con l'Igea Virtus, in Serie D, dove ci tengo a ben figurare per me stesso, per la mia famiglia, per il mister, per i miei compagni di squadra, per la società che ha creduto in me e per l'intera città di Barcellona. Dove posso arrivare? Per il momento penso solo a lavorare, devo pedalare tanto senza lasciare niente al caso”.

UN NUOVO CAPITOLO - La scorsa stagione per Facundo un'annata in Lega Pro tra Melfi e Monopoli, dove realizzò un gol in ventidue partite. Si chiuse la sua esperienza al Torino alla scadenza del contratto che lo legava al club piemontese, in estate per lui diverse offerte dalla terza serie, ma Lescano ha preferito mettersi in gioco, ripartendo da una piazza “calda” come quella di Barcellona, in Serie D, nelle fila dell'Igea Virtus e con un tecnico preparato, grintoso e carismatico come Raffaele che può permettergli di compiere un importante salto di qualità: “E' vero, in estate avevo ricevuto diverse offerte dalla Lega Pro - ha dichiarato il “Faca” - , ma ho preferito ripartire da zero, scommettere su me stesso e mettermi in gioco a Barcellona, pur in una categoria che non conoscevo, non avendo mai disputato la Serie D. La gente mi ha fatto sentire immediatamente a casa, i tifosi sono sempre presenti ed estremamente calorosi, seguono la squadra ovunque e rappresentano il nostro dodicesimo uomo in campo, un vero e proprio valore aggiunto, dunque ci sono tutti i presupposti per far bene. Ho trovato una società fantastica ed un tecnico estremamente preparato come il mister Peppe Raffaele da cui posso solamente imparare e che può permettermi davvero di crescere. Il suo 4-3-3 è molto solido e ben organizzato in fase difensiva, ma al tempo stesso propositivo grazie al grande lavoro dei terzini e degli esterni, dunque è un sistema di gioco che mi valorizza tanto. Queste prime tre settimane sono state davvero positivo, l'impatto è stato meraviglioso e ci troviamo in testa con un pareggio e due vittorie”. E' severamente vietato, però, fare voli pindarici: “Dobbiamo restare con i piedi per terra - conclude - , non dimentichiamoci che siamo una neo-promossa, dunque il nostro primo obiettivo deve essere quello di raggiungere al più presto la salvezza. Il massimo torneo dilettantistico è molto impegnativo e livellato verso l'alto, ci sono squadre importanti e si gioca un calcio tecnico, combattivo e molto aggressivo. Noi però non molliamo mai, siamo pronti a tutto, ma con l'umiltà che dovrà sempre contraddistinguere l'Igea Virtus e Facundo Lescano”.

Sezione: Serie D / Data: Mer 21 settembre 2016 alle 11:53
Autore: Fabrizio Bertè / Twitter: @fabrizioberte
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