Cosa può significare un decennio nel mondo del calcio? Cosa vogliono dire, due lustri, sulla superficie frastagliata di un pianeta dove il tempo scorre alla velocità della luce, dove bastano due partite sbagliate per gettare un allenatore nella polvere? Un decennio rappresenta un’era lunghissima. Eppure… eppure sembra trascorso il tempo di un battito d’ali di farfalla, da quando il Professore decise di salutare tutti e tutto. La notizia, giunta improvvisa, squarciò il silenzio di una Messina ancora inebriata dal settimo posto in serie A: il 3 ottobre del 2005, Franco Scoglio, il condottiero dei bastardi dello Stretto, era scomparso parlando del suo Genoa, così come aveva profetizzato 15 anni prima.

Inutile dire che, il trainer eoliano, era molto di più di un allenatore di calcio. Il suo famosissimo soprannome, il Professore, la dice lunga sul suo carisma intellettuale e sul suo fascino incredibilmente ammaliante, che costringeva tifosi ed avversari ad ammirare i suoi neologismi e le sue innovazioni tattiche. Sembra incredibile ma, su Google, le citazioni del Professore registrano più contatti degli aforismi di Oscar Wilde… qualcosa vorrà pur dire. E così, tra un ad minchiam ed una verticalizzazione, l’allenatore eoliano insegnò ai suoi tripallici calciatori i ventun modi per battere un calcio d’angolo ed i dodici per calciare una punizione.

Visse diverse vite, nei suoi intensi 64 anni passati sulla nostra Terra. Fu un innovatore, un intellettuale, un professore, un veggente, un profeta, un tifoso, un avventuriero ed un irriverente cavaliere senza macchia né paura. In molti ricordano ancora, infatti, quando venne esonerato dall’incarico di commissario tecnico della Libia per aver detto al figlio del dittatore Mu'ammar Gheddafi di “non essere un giocatore di pallone”. Di certo, nessuno potrebbe dire, ricordando il Professore, che avesse peli sulla lingua.

Dal 1972, anno di inizio della sua carriera di allenatore, partì un’avventura straordinaria, fortemente caricata di estremizzazioni tendenti al fiabesco. E come in una fiaba, nel settembre del 2003, due anni prima della sua morte, Franco Scoglio compirà una breve apparizione nella “letteratura disegnata”. Alberto Ostini e Giovanni Bruzzo, infatti, nel numero 42 della collana bonelliana “Dampyr”, dal titolo “L’uomo di Belfast”, inserirono un allenatore di calcio gaelico, conosciuto dagli abitanti del luogo come il Professore. Questo personaggio, di nome Heaney, oltre ad avere le fattezze fisiche di Franco Scoglio, ne ricalcava lo stile e le convinzioni. (in basso la gallery con le scansioni di alcune vignette)

Prima di morire, pertanto, l’uomo di Lipari visse ancora un’altra vita, la più incredibile: quella di un nordirlandese unionista, nemico giurato della corona britannica, esperto in storia e molto ferrato nell’uccidere nientemeno che i vampiri. L’omaggio dei due artisti di casa Bonelli, pertanto, contribuì ad eternare il mito di Franco Scoglio, un sognatore che amò il calcio, cogliendone il suo spirito romantico e slegato dal mero dato economico. Un uomo che, tra tutte le sue grandi esperienze, divenne “profeta in patria”, portando la sua Messina ai livelli consoni al blasone del nome e della città. Un uomo che, è inutile negarlo, manca tremendamente ad un mondo che non sa più ritrovarsi. 

Sezione: Amarcord / Data: Sab 03 ottobre 2015 alle 10:00
Autore: Marco Boncoddo / Twitter: @redattore
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