Una fase di studio in cui gli avversari hanno costruito qualche situazione potenzialmente pericolosa, durata circa 15 minuti, poi un altro quarto d’ora di sostanziale equilibrio e l’ultima parte del primo tempo a chiudere l’Acireale nella propria metà campo, creando almeno tre palle gol nitide, tra cui l’ennesima traversa del campionato. Nella ripresa, solo una mezza occasione per i granata dopo un paio di minuti, quindi pressione culminata nel gol decisivo e quattro chance per il raddoppio, con l’unico brivido della punizione sfiorata da Viscomi che sfila di un soffio a lato, e, infine, dieci minuti di asfissiante pressing e possesso palla nei pressi dell’area acese fino al triplice fischio a sancire una importantissima vittoria in trasferta in quello che, negli ultimi anni, sembrava un campo inespugnabile per il Messina. Questa in poche righe, l’istantanea del match vissuto all’”Aci e Galatea” in un pomeriggio domenicale reso cupo dalla pioggia di cenere che ha fatto diventare una agevole trasferta alla stregua di un viaggio (quasi quattro ore e mezza andata e ritorno per l’interruzione della A18 tra Fiumefreddo e Giarre).
Raffaele Novelli (voto 7) indottrina perfettamente la truppa giallorossa, limitando al minimo gli errori e le disattenzioni in fase difensiva, e, in questo modo, riduce i danni eventuali derivanti dalle solite palle gol sprecate. Ma i campionati importanti si nutrono di gare combattute e l’Acireale, a dispetto delle problematiche ambientali arcinote, ci mette cuore, impegno, ed anche qualità presente in alcuni uomini, come Orlando, Viscomi, Buffa, mentre altri, da Souarè a Pozzebon a Savanarola, sono limitati dal grande dinamismo della capolista, compatta, sorniona e attentissima a non dare respiro alla manovra granata.
Una prova autoritaria con tutti gli uomini impiegati ben oltre la sufficienza, ma il migliore in campo è senza dubbio il numero 15 Paolo Lomasto (7,5), che si occupa con particolare cura del bomberone coatto Demiro Pozzebon, il quale prova, nei primi minuti, ad irretire Paolone, che non si scompone minimamente e inizia a martellare, anticipandolo sistematicamente, sovrastandolo fisicamente e tecnicamente. Lomasto, poi, è il muro sul quale si infrangono tutti i rilanci lunghi dei difensori granata, costretti dall’aggressività di attaccanti e centrocampisti giallorossi a ricorrere a questa soluzione, e lì, puntualmente, arriva la capoccia del difensore centrale napoletano che, da Cittanova a ieri, avrà colpito la sfera di testa almeno un centinaio di volte, mantenendo, comunque, lucidità e freddezza. Ci manca, ancora, vederlo esultare per un suo gol, e, ieri, solo il legno glielo ha impedito, ma non disperiamo di soddisfare anche questa curiosità.
La spina dorsale di questo Messina procede con il vice capitano Domenico Aliperta (7), al quale non spetta la medesima votazione di Lomasto solo perché, un paio di volte in ogni partita, si ostina a perdere palloni in avvio di manovra per cercare il tocco di fino, causando preoccupanti sbalzi di pressione ai tifosi dell’Acr.
Davanti a lui, ecco Ciro Foggia (7) che non si cura delle ruvidezze riservategli da Viscomi e veste i panni del rifinitore di lusso, oltre a pressare con costanza per tutti i 90’ più recupero. Non trova mai il tempo per tirare pericolosamente, ma è fondamentale per portare a casa questi tre punti.
La base di questo asse centrale è, ovviamente Caruso (6,5), mai intervenuto in modo severo, ma determinante per il senso di sicurezza che trasmette ai compagni quando trova il tempo perfetto per le uscite o ne indirizza i movimenti con la voce.
Altro elemento che dimostra, per l’ennesima volta, di essere un calciatore pronto per platee e categorie superiori è sicuramente Simone Addessi (7), imprendibile quando decide di cambiare passo e rapace in prossimità della porta avversaria, giunto al terzo gol consecutivo, tutti al volo con cattiveria e tempismo degni di nota.
Prova di grande maturità anche da parte dei due laterali difensivi, attenti a distribuire le forze nelle due fasi e ad accompagnare con i movimenti giusti le giocate dei compagni. Cascione (6,5) resta in campo per tutta la partita ed è quasi un miracolo, considerando che, dal 34’ alla fine del primo tempo, gioca in uno stato semi confusionale per una botta alla testa, ma, dopo l’intervallo, dimostra di essersi ripreso e chiude in crescendo. Giofrè (6,5), preso in custodia da Aliperta come personal trainer e motivatore sul rettangolo verde, si applica a evitare sfondamenti dei vari Souarè, Savanarola, Cannino, Tumminelli e Claudio La Vardera spostati da De Sanzo dalle sue parti e sempre rintuzzati con successo dal calabrese classe 2001.
Sabatino (6,5) è molto impegnato in copertura, ma, quando si avvicina alla porta di Mazzini, sfiora il gol nell’azione dell’1-0 e tenta, ancora una volta, la volee clamorosa su corner, con poca fortuna.
A centrocampo, Vacca (6,5) e Cretella (6,5) hanno compiti differenti. Il primo corre tanto, mette pezze in prossimità della propria area e aiuta al momento di accompagnare la manovra di attacco, iniziando a rivelare il suo talento. L’under inizia da interno e finisce la gara come terzo attaccante, soffre un po’ l’aggressività degli avversari, ma riesce comunque a piazzare i suoi spunti, come al 62’ e al 71’, quando sfiora il gol prima con un delizioso drop e poi sprecando l’eccezionale assist di Foggia, incrociando fuori il sinistro solo davanti al portiere.
Infine, tra gli undici che hanno iniziato il match dalla parte del Messina, resta Biccio Arcidiacono (6,5), non esaltante al momento di concludere, ma essenziale per dare pressione alla difesa, recuperare palloni e conferire profondità.
Dalla panchina, arrivano i contributi di Cristiani (6), Manfrellotti (6) e Bollino (6), rincalzi di lusso che non deludono nei minuti in cui serviva togliere ossigeno ai tentativi di recupero dell’Acireale.
Alla fine, scene di esultanza in campo degne della vittoria in uno scontro diretto, poi replicate al ritorno del pullman della squadra in città, con la presenza, entusiasta ma tutto sommato composta, dei tifosi organizzati. Un segnale di vicinanza dopo un periodo di forzata lontananza, non soltanto legata al Covid. E adesso, arriva il momento della sosta per l’Acr, prima dello scontro previsto il 21 marzo al “S.Filippo” contro il Football Club, una gara recentemente vissuta con disagio dalla città interessata al calcio, che, però, vale tantissimo in ottica promozione, in attesa del recupero Fc-Licata, programmato per giorno 14. Ma ci sarà tempo e modo di parlarne, con la necessaria calma e attenzione.
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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