Volge al termine la vicenda aziendale dell’Associazione Calcio Riunite Messina srl costituita il 26 luglio 2017 da Pietro Sciotto e sottoposta a liquidazione giudiziale dal 15 settembre scorso. Duemilanoventosettantatre giorni di attività volta, come dice lo statuto, “all’esercizio di attività sportive ed in particolare la formazione, la preparazione e la gestione di squadre di calcio nonché la promozione e l’organizzazione di gare, tornei ed ogni altra attività calcistica in genere”. Otto stagioni agonistiche equamente divise tra serie D e terza serie professionistica, con le due giornate del campionato 2025-26 che hanno portato un pareggio casalingo e una vittoria esterna, alleviando la penalizzazione di 14 punti inflitta dalla Giustizia Sportiva per lo scorso torneo. Curiosamente, si tratta dello stesso cammino iniziale registrato nell’anno della promozione, ma, adesso, al di là dell’ultimo posto in classifica, pesano le vicende extra-campo.
DURA LEX - La Seconda Sezione Civile (Ufficio Procedure Concorsuali) del Tribunale di Messina, presieduta da Ugo Scavuzzo, ha avviato la procedura di liquidazione giudiziale dopo aver revocato il decreto emesso l’8 agosto scorso che dava tempo agli amministratori dell’Acr di presentare un piano di rientro, nominando il curatore nella persona di Maria Di Renzo e Daniele Carlo Madia quale giudice delegato. I due professionisti hanno l’obbligo di procedere alle attività necessarie per definire l’ammontare della massa debitoria, consultare i creditori e stabilire come monetizzare i crediti per procedere con la liquidazione, il nome dato al fallimento dopo la riforma del Codice della Crisi di Impresa. I tempi per eseguire questa procedura non sono brevi e la prima udienza per il cosiddetto esame dello stato passivo (cioè stabilire quali sono i debitori e classificarli secondo il grado di “importanza”, usando un termine improprio), è fissata al 13 gennaio 2026. Ma questa è la parte che riguarda la società in liquidazione. L'eventuale futuro sportivo del Messina, dovrebbe passare da altre strade. Almeno si spera.
PAUPER LUX - Lasciando da parte i tecnicismi, cosa succederà del Messina impegnato nel campionato? La curatrice non deve aumentare la massa passiva e, quindi, la disputa delle prossime partite dipenderà dalla possibilità di reperire delle somme di denaro che transitino sul conto corrente appositamente acceso a giugno scorso e vengano utilizzate per le spese vive di organizzazione dei singoli eventi. Si tratta di un periodo transitorio che, però, coincide, ad esempio, con la prossima settimana in cui il calendario della serie D prevede un turno infrasettimanale. Per questo la Di Renzo aveva chiesto il rinvio delle partite di domenica 21, in casa con il Gela, e mercoledì 24 settembre ad Acireale, in modo da avere più margine per reperire le risorse finanziarie. La Lnd ha negato (stranamente, visto che ha accordato rinvii per questione decisamente meno delicate!) questa possibilità e, quindi, occorre un immediato afflusso di denaro nella procedura, con la curatrice impegnata in tantissimi adempimenti, alcuni legati alla normativa sportiva, per poter evitare l'esclusione dal campionato, senza trascurare gli obblighi della procedura concorsuale.
SOPRAVVIVENZA - Si è parlato, in questi giorni, dell’esercizio provvisorio: si tratta di una eventualità che non si concretizza in modo immediato, secondo le norme vigenti, ma deve essere attuata in un decreto, emesso dal giudice delegato Madia, su proposta della curatrice Di Renzo e, quindi, deriva dalla presenza di fonti finanziarie certe apportate da coloro i quali devono offrire garanzie che queste somme affluiscano con continuità nel conto corrente dell’Acr per pagare le spese di gestione correnti. Quindi, solo profili con soldi in mano possono consentire al Messina di continuare l’attività e devono conferire queste somme a titolo di sponsorizzazione oppure sotto forma di incassi derivanti dall’acquisto dei biglietti, perché, altrimenti, i loro apporti sarebbero assimilabili a finanziamenti della società, aumentando la massa debitoria, ipotesi vietata dalle norme in queste situazioni. Quindi, in questo momento, gli unici a poter garantire la prosecuzione dell’attività e, magari, aprire alla possibilità di un’asta per la cessione del ramo sportivo, come avvenne tra 2008 e 2009 per l’FC Messina dei Franza, sono sponsor e tifosi paganti allo stadio.
FUTURO APPESO A UN FILO - Inutile pensare a ipotetici acquirenti che, immediatamente, si potrebbero manifestare, a meno che non mettano sul piatto una forza economica e finanziaria tale da rendere di nuovo praticabile la gestione dell’impresa con mezzi "normali". Ipotesi non verificatasi a febbraio, quando ci volevano 113.000 euro subito per saldare contributi e ritenute da novembre 2024 a gennaio 2025 e circa 500.000 euro in totale di impegno per chiudere la stagione in C evitando le penalizzazioni, con ottime probabilità di salvare la categoria. Nessuno si è presentato nemmeno a giugno o a luglio, quando si trattava di iscrivere la squadra al campionato e ci fu il saldo degli emolumenti, inclusi Irpef e Inps di competenza del periodo Febbraio-Maggio 2025. Stessa identica situazione verificatasi a metà agosto, dopo la scadenza del termine per le spettanze di giugno 2025, circa 100.000 euro, al quale non ha provveduto nessuno, portando poi il Tribunale a negare la possibilità di un concordato preventivo, mantenendo così in vita l’Acr Messina srl.
CREDERCI - Perché questa “operazione salvataggio” dovrebbe concretizzarsi adesso? Dipende sempre da due variabili che non si sono più riscontrate, nel calcio, a Messina, almeno da 20 anni a questa parte, in nessun potenziale acquirente o proprietario della maggiore squadra cittadina: credibilità e affidabilità. Sui motivi per cui ciò non accade, penalizzando la passione di chi ama il calcio nella nostra città e tiene alla biancoscudata si dovrà aprire un confronto serio tra tutte le componenti elencate, a suo tempo, dal mitico Franco Scoglio (politica, stampa, tifosi, imprenditoria, dirigenza, città), in cui ciascuno si assuma le proprie responsabilità utilizzando il senso di appartenenza e di comunità, invece di scaricare tutte le colpe a singoli capri espiatori o al destino cinico e baro. Forse è un’utopia pensare questo in un mondo come quello attuale in cui si identificano, in contesti molto più tragici e seri, solo nemici e mai soluzioni, ma sarebbe disonesto, da un punto di vista intellettuale, non dirlo e ci si rassegnerebbe alla mediocrità di quei pochi capaci solo di urlare o seguire le voci più disparate, alimentando il circolo vizioso di faccendieri, piccoli speculatori o miserabili che ci ha portato a questo punto, in cui Messina non riesce nemmeno a sostenere un campionato di serie D. Ma adesso si è nuovamente un bivio, chi vuole, può dimostrare.
Autore: MNP Redazione / Twitter: @menelpallone
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