Vi porto in Terza categoria” urlava Pietro Sciotto, rispondendo alla contestazione dei tifosi, lo scorso anno a Viterbo in occasione della partita che il Messina perse 3-1 con il Monterosi. Il “suo” Messina, considerato che il presidente sta parlando della prima squadra della città come di un bene privato. Che è anche vero, ma una società di calcio non è una concessionaria.

Arrivato tra i professionisti con lacrime e sangue dopo anni di contestazione, Sciotto è un un presidente che in queste stagioni ha speso (tanto e spesso male) per permettere alla piazza di contestarne scelte e dichiarazioni, ma in queste settimane si è obiettivamente superato ogni limite.

Tra i vari virgolettati: "Vendo", "Non iscrivo la squadra", "Vado via", "Non la iscrivo perché i tifosi mi contestano", "Non mi meritano", "Ho fatto la storia". Sciotto farà la storia. Ma rischia di non farla come sperava lui, cioè per aver conquistato una promozione in C e due sofferte salvezze tra i Pro (oltre a tre campionati incommentabili in D) o magari per una B, ma per essere quel presidente che ha deciso di non iscrivere la squadra al campionato e far perdere, per l'ennesima volta, il professionismo a Messina. A meno che oggi,  come l'anno scorso, non cambi tutto.

Il calcio, lo sport in generale, sono beni particolari. Appartengono a un privato, ma sono espressione di una piazza, di gente che ha passione e che per quei colori darebbe l’anima. Oggi come domani e come cinquanta anni fa. Ma la passione e l’anima hanno bisogno di un nutrimento: nessuno metterà mai in dubbio i sacrifici di Pietro Sciotto, ma come si può trovare nuovi innamorati del Messina, anche sul piano del marketing e delle sponsorizzazioni, se non c’è mai certezza di nulla?

Pietro Sciotto decida: passi la mano o iscriva la squadra in C e permetta al Messina, bene del popolo che lui ha deciso di rappresentare, di avere un futuro. Decida e, ci scusi presidente, la smetta di lanciarsi in dichiarazioni di chi pensa di tenere in ostaggio la tifoseria. Che lo ha contestato, anche duramente e delle volte in maniera esagerata, ma non merita questo stillicidio.

Sezione: Il focus / Data: Lun 19 giugno 2023 alle 10:01
Autore: Antonio Billè / Twitter: @antobille
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