Una delle frasi storiche che risuonavano nelle orecchie dei tifosi durante le partite al vecchio “Giovanni Celeste” era la seguente: “chista è partita da zero e zero”. Era la sentenza da pronunciare dopo il secondo o terzo passaggio sbagliato o tiro non proprio irresistibile dei giocatori giallorossi, per fare capire che il risultato fosse già scritto dalle imperscrutabili leggi del calcio, ovviamente intellegibili solo per chi pronunciava quelle parole, in genere appartenente alla categoria degli “sportivi” che ostentavano, o più spesso millantavano, immensa competenza del giuoco.
Nella letteratura sportiva mondiale, il cosiddetto “risultato ad occhiali” è la partita perfetta, in cui due squadre tendono ad annullarsi soprattutto a causa della abilità da parte degli allenatori o dei giocatori di maggiore valore nel trovare le contromisure agli avversari. Nel caso di Messina-Licata, turno infrasettimanale di una serie D sempre più condizionata dai rinvii per positività al Covid, il risultato finale è frutto di una serie di concause per nulla strane, anche se biancoscudati e gialloblù venivano da prestazioni diametralmente opposte solo tre giorni prima rispetto alla sfida di ieri al “S.Filippo”.
Raffaele Novelli (voto 6) cambia poco rispetto all’undici iniziale della partita contro il Troina, inserendo Cristiani e Bollino al posto di Vacca e Addessi, ma forse paga alcune scelte fatte al momento in cui il match precedente era praticamente deciso, cioè dopo il 4-0 siglato da Aliperta su rigore. In quel momento, ma si parla, ovviamente, col classico senno di poi, sarebbe stato saggio togliere immediatamente dal campo pesantissimo soprattutto il numero 8, fondamentale per dare ritmo e consistenza al gioco.
Al di là di questa considerazione, la lettura della partita è stata improntata più a non rischiare di comprometterne l’esito con qualche sbilanciamento di troppo che non a tentare il tutto per tutto, sia per stanchezza fisica di elementi con maggiore esperienza e peso che per la capacità del Licata di snaturare il proprio consueto modulo, passando dal 4-3-3 ad un 5-3-1-1 che toglieva ossigeno al centrocampo biancoscudato, solo per la soddisfazione di strappare un punto sul campo della capolista, in un campionato al quale i gialloblù non chiedono nulla, puntando sul prossimo per il salto di categoria.
E’ ovvio che sarebbe bastato trasformare l’occasione d’oro capitata dopo appena 7’ sui piedi di Arcidiacono per far saltare i piani tattici di mister Campanella, ma questo rientra tra gli episodi favorevoli da sfruttare con cinismo cui ha più volte fatto riferimento Novelli durante questa prima parte di stagione per testare il grado di maturità di questa squadra. Preoccupa, forse, il calo fisico e agonistico accusato dai biancoscudati nel confronto con i gialloblù, anche perché domenica prossima il Marina di Ragusa ha una rosa fatta di tanti under che potrebbero puntare tutto sulla corsa per mettere in difficoltà il Messina.
Passando alla valutazione dei singoli, la prestazione di Boskovic (6,5) conferma la buona impressione della gara col Troina, considerando soprattutto la forza di un avversario come Cannavò che ha impegnato in modo serio la coppia centrale difensiva biancoscudata. Sabatino (6) non è riuscito a dare quell’impronta da leader che ha scosso la squadra in altri momenti di difficoltà, svolgendo, comunque, in maniera più che dignitosa il proprio lavoro. Lai (6) ha fatto il migliore intervento in occasione di un tiro scoccato da Cannavò in posizione di offside, per il resto non è stato impegnato se non in qualche uscita alta, disimpegnandosi con tranquillità. I due laterali difensivi non hanno ripetuto la prova magnifica col Troina, anche se Cascione (6,5) ha fatto il suo proponendosi con continuità nelle due fasi, mentre Giofrè (5,5) è stato poco preciso quando si trattava di chiudere la giocata, rifinire o crossare.
Il reparto meno efficace in questa partita è stato sicuramente il centrocampo, soprattutto perché gli elementi più esperti non sono riusciti a trovare il ritmo e la continuità giusti per spiccare, come, invece, fanno solitamente. Cristiani (5,5) è stato troppo incostante ed impreciso, Aliperta (5) ha dato vita alla sua peggiore prestazione da quando veste la maglia del Messina, lasciandosi irretire da avversari asfissianti, ma soprattutto facendosi condizionare dal fatto che, in avvio di partita, un paio di suoi tentativi di verticalizzazione in prossimità dell’area ospite non sono andati a buon fine. Dal numero 8 dipende buona parte della brillantezza e incisività del gioco di questa squadra e, quindi, in attesa di una valida alternativa dalla panchina per dargli un po’ di respiro, bisogna fare di necessità virtù, sperando in un pronto miglioramento della sua condizione. Vacca (5,5) lo sostituisce ma resta impantanato in un campo sempre più insidioso sul quale pattina incartandosi più volte nei circa 20 minuti in cui fa parte della contesa. Sufficiente, invece, il rendimento dei due under che si sono alternati nel completare il trio a centrocampo, poiché Cretella (6) non riesce a creare la superiorità numerica o inventare il passaggio geniale, e Crisci (6) entrato nella ripresa, ci mette tanta buona volontà, grinta e un pizzico di confusione di troppo.
Gli attaccanti avrebbero potuto risolvere una gara così bloccata solo con prodezze personali, ma nessuno è riuscito a trovare il guizzo giusto. Arcidiacono (5) getta alle stelle la palla gol più netta del match dopo pochi minuti e poi gioca una delle sue prestazioni in cui si intestardisce a cercare il dribbling fine a se stesso, finendo anzitempo in debito di ossigeno. Bollino (6) fa il suo meglio provando a sparigliare la munita diga difensiva ospite, si trova gli spazi con spunti pregevoli sprecati dai compagni e poi esce dal campo al 52’ per Addessi (6) rimasto col colpo in canna non avendo mai potuto sprigionare il sinistro in prossimità dell’area e leggermente impreciso al momento in cui ha cercato di servire i compagni. Foggia (5,5) ha pochissimi spazi e prova a fare a sportellate per crearne ai compagni, senza troppi risultati, così come Manfrellotti (5,5) messo in campo a metà ripresa.
Alla fine, un punto che lascia la situazione immutata in classifica, pur se resta il rammarico di non avere colto appieno l’occasione di aumentare il vantaggio sulle inseguitrici, fattore importante solo sul piano psicologico visto che ancora mancano due turni alla fine del girone di andata. Resta la grande incognita legata al Covid, non solo per i tantissimi recuperi, ma soprattutto riguardo alla possibilità di una ulteriore sospensione del torneo. Di sicuro, il Messina dovrà affrontare altri due impegni prima del giro di boa, a Ragusa e in casa con il S.Agata, e, a quel punto, si tireranno le prime somme di questo strano e equilibrato campionato.
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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