E’ passato un anno dalla promozione in serie C, coronamento di una stagione agonistica interminabile, scandita dal duello con un’altra realtà calcistica cittadina che aveva l’unica propria ragione di vita proprio nel superare la società del presidente Pietro Sciotto, scomparsa, di fatto, al triplice fischio che sanciva, al “Fresina” di Sant’Agata, il verdetto definitivo di quel campionato di serie D. Una vittoria celebrata da qualche centinaio di tifosi rimasti nel piazzale dell’impianto santagatese a causa delle restrizioni Covid, cui si aggiunse tutto il gruppo squadra insieme al presidente e ad altri appassionati, mischiati con i messinesi che passeggiavano a Piazza Duomo quella sera. Feste relativamente tranquille, in un periodo nel quale le incertezze attorno alla pandemia erano attenuate dal caldo che, allora, inibiva la forza del virus.
Nei 365 giorni successivi si sono vissuti momenti in cui gli umori di chi tiene alla biancoscudata hanno seguito le montagne russe di risultati non sempre adeguati agli sforzi finanziari ed alle intenzioni della proprietà, spesso influenzate dai momenti contingenti e con scelte corrette in corsa. Il peso specifico della salvezza, ottenuta ad aprile con un girone di ritorno a ritmi da playoff, è stato apprezzato ancora di più il 22 giugno scorso, data nella quale Sciotto ha confermato il proprio impegno alla guida del Messina, scacciando i fantasmi di una paradossale rinuncia, considerando la situazione economica della sua società, soprattutto a confronto con altre realtà in terza serie o anche ai piani superiori.
Le prime “sentenze” della Covisoc non sono state particolarmente dure, se non per Teramo e Campobasso, al momento fuori dalla prossima serie C, ma, guardando un attimo oltre l'immediato, ci sono alcune potenziali mine la cui esplosione sembra rinviata di qualche mese, quando i nodi relativi a posizioni debitorie pesantissime verranno al pettine e ci si potrebbe trovare di fronte a nuovi “casi Catania” all’interno del sistema calcio italiano, in cui una seria riforma viene sempre rinviata e si continua a navigare a vista, beandosi di poche isole felici e di qualche incursione straniera. Anche a Messina, negli ultimi mesi, si è favoleggiato di cordate, interessamenti, presunti nuovi soci, sponsor importanti, e, in alcuni casi, si è andati oltre i primi approcci, iniziando a sondare possibili soluzioni.
Ovviamente, un eventuale ingresso di capitali freschi nella società al momento detenuta quasi interamente dalla famiglia Sciotto aprirebbe scenari diversi rispetto ad una programmazione stagionale affidata alle risorse finanziarie dell’imprenditore di Gualtieri Sicaminò affiancato da qualche sponsor locale o alle entrate da incassi per abbonamenti e biglietti e da cessioni di alcuni degli elementi rimasti in organico. In quest’ultimo caso, non si tratterebbe di una opzione “al risparmio” con poche prospettive di ottenere risultati sul campo, poichè il fattore determinante sarebbe rappresentato dalla scelta di ds e allenatore in grado di avere connessioni importanti, motivazioni salde e idee chiare per costruire un Messina di giovani provenienti da vivai importanti o pescati nelle categorie inferiori da valorizzare, capaci di inanellare vittorie e creare l’entusiasmo giusto in una piazza poco coinvolta da troppo tempo. Si tratterebbe di uno degli ormai proverbiali “strappi” di patron Sciotto quando la salita diventa impervia e occorre staccarsi dal gruppo per provare la fuga solitaria. Andando oltre la metafora ciclistica, questa idea sarà balenata in testa al dottore Sciotto in queste ultime settimane, come alternativa ad altri scenari prospettati dai propri collaboratori più stretti e valutati attentamente.
Uno di questi appartiene alla sfera delle aspirazioni personali del patron biancoscudato, risponde al nome di Zdenek Zeman, ma sembra che non si sia andati oltre qualche approccio con il fido partner calcistico del boemo Peppino Pavone, al di là delle cortine fumogene issate sull’argomento, non certamente dovute solo alle decine di sigarette quotidiane del Maestro. Dal 23 giugno, invece, si sono fatte sempre più insistenti le voci che danno per fatto l’accordo con il ds Marcello Pitino e il mister Gaetano Auteri, appoggiato con convinzione dal dg (sempre “in pectore”) Lello Manfredi che preferirebbe affidarsi a professionisti collaudati nella categoria, magari puntando a un programma pluriennale che possa consolidare il Messina dal punto di vista organizzativo alzando il livello delle ambizioni insieme alla partecipazione e all’entusiasmo della piazza.
Sicuramente il mister di Floridia ha un pedigree di tutto rispetto, ha vinto tre volte il campionato di serie C, ultimo successo a Benevento nel 2015-2016, e potrebbe avere a Messina l’occasione per tornare in auge dopo le recenti esperienze non proprio esaltanti a Catanzaro, Bari e Pescara, in cui, malgrado investimenti cospicui e il ricorso ai propri “pretoriani”, il suo 3-4-3 non ha portato alle vittorie pretese da piazze molto esigenti. Non ha un carattere particolarmente accomodante e, quindi, un ruolo fondamentale nella eventuale sua permanenza in riva allo Stretto sarebbe rivestito dal “cuscinetto” rappresentato dal suo grande amico Pitino e dall’opera di raccordo del dg Manfredi, ma soprattutto sarebbe essenziale un avvio di stagione all’insegna dei risultati per evitare momenti di tensione con l’ambiente interno ed esterno alla squadra.
Una volta sistemato questo nodo, occorre non trascurare l’aspetto relativo al settore giovanile, sul quale bisogna decidere, una volta per tutte, “cosa fare da grandi”. L’anno scorso si è scelto di “subappaltare” i giovani alla Fair Play di Chiofalo, con risultati dignitosi ma la partnership si è esaurita con il termine della stagione, mentre adesso non si sono ancora prese le decisioni ormai difficilmente rinviabili e, quindi, molto probabilmente, si opterà per un altro accordo con una delle realtà presenti sul territorio, senza trascurare l’eventuale possibilità di “sfruttare” il vantaggio che ha il Messina come unica società professionistica di Legapro siciliana e, quindi, allargare lo spettro dei potenziali partner al resto della nostra isola. Anche qui, però, non c’è troppo tempo da aspettare e, quindi, i prossimi giorni, potrebbero essere forieri di novità per la stagione 2022-2023 che potrà davvero iniziare con i suoi riti, dalla presentazione dei nuovi quadri tecnici, della squadra, la campagna abbonamenti, il mercato, il ritiro precampionato e l’attesa per il debutto. I motori si stanno scaldando, manca solo che il semaforo diventi verde.
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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