“Scollinato” Ferragosto, con il gruppo squadra più o meno disperso in località turistiche con famiglie ed amici, domani riprenderà il lavoro anche per il Messina, mentre si riducono i giorni che separano i biancoscudati dall’esordio stagionale, non ancora fissato, viste le incertezze riguardanti l’inizio del campionato di serie C e la Coppa Italia, attualmente congelati dal responso della seduta del Consiglio di Stato, prevista per il 25 agosto.
L’ennesima situazione paradossale creata dal governo, se così si può definire, del calcio italiano, ormai da decenni ostaggio di regolamenti non sempre chiari o di interventi molto invasivi da parte degli organi giurisdizionali amministrativi.
L' ATTESA- Quindi, 60 società che si fregiano del marchio professionistico non possono programmare adeguatamente la propria attività, non essendo sicure nemmeno del calendario agonistico, condizione essenziale per la logistica di base, senza scomodare termini come “strategie di comunicazione”, “marchio”, “prodotto”, concetti sbandierati con convinzione solo quando si tratta di fare passerelle mediatiche in occasione di playoff promozione o sul palco di convegni organizzati ad uso e consumo di qualche singolo dirigente autoreferenziale, ma totalmente fuori luogo se si sconosce anche contro chi si giocherà o quando si comincerà a fare sul serio. In attesa di sapere se e quando partirà la stagione, anche il Messina continua il proprio interminabile periodo di preparazione, con una campagna abbonati ferma intorno a quota 800, contatti con sponsor importanti che non si trasformano in contratti, una sede per gli allenamenti non ancora stabile, il cantiere settore giovanile con la scritta “lavori in corso”, gli appassionati sempre tiepidi, tolto il piccolo gruppo di “sempre presenti”.
LO STALLO - Stenta a prendere corpo, quindi, qualunque tentativo di avvicinamento del Messina alla città e, purtroppo, nemmeno alcune rigidità, nei regolamenti federali o nelle norme per la sicurezza, possono spiegare fino in fondo la grande difficoltà palesata in questi mesi di inattività agonistica a dare possibilità di incontro, diretto o attraverso video, interviste, dichiarazioni, messaggi promozionali, tra chi rappresenta la biancoscudata in questo momento (in campo o fuori) e i tifosi o gli altri messinesi a cui interessa il calcio. Così diventa davvero difficile creare interesse e rafforzare il senso di appartenenza e partecipazione, ma non basta prenderne atto, aspettando chissà quale intervento divino o l’arrivo degli sceicchi per cambiare la tendenza, perché bisogna che tutti coloro i quali hanno questo compito, in società soprattutto, trovino le soluzioni e non evidenzino solo i problemi o le criticità ambientali.
NESSUN ALIBI - Nel calcio è fondamentale non creare alibi, e ciò vale sia per chi lavora sul terreno di gioco che per coloro i quali hanno funzioni e responsabilità nello staff dirigenziale, oltre alla proprietà, a cui spetta assumersi onori ed oneri delle proprie scelte. In questa direzione vanno sicuramente le parole di mister Auteri dopo il test di Modica, perché dire in modo chiaro che l’obiettivo stagionale è la salvezza attraverso la valorizzazione dei giovani dà all’esterno una immagine onesta della situazione attuale, senza voli pindarici, ma ponendo le basi per migliorarsi sia durante questa stagione che nell’immediato futuro. La stessa consapevolezza, però, non si percepisce nel resto dell’ambiente perché ancora non si sono palesate le strategie di mercato (Thiago Goncalves, Simonetti, Fazzi e Lewandowski sono tra gli incerti, con il portiere Daga in arrivo e altri nomi nel taccuino di Pitino), i tifosi più caldi stanno in attesa, l’organigramma non è stato ufficializzato, così come resta sospesa una eventuale presentazione alla città della squadra, evento diventato una rarità negli ultimi anni, con le uniche eccezioni del 2014 e del 2019, senza parlare di amichevoli, argomento tabù per l’intero calcio italiano, non solo dalle nostre parti.
IMPIANTI - Qualche indiscrezione incoraggiante arriva sul fronte degli impianti, visto che il Comune sembra abbia programmato di affidare a Messinaservizi anche la manutenzione del “Celeste”, così come la sistemazione di alcune stanze della foresteria al “Franco Scoglio” e la collocazione del sistema di videosorveglianza che consentirebbe di riaprire al pubblico la tribuna B nelle partite ufficiali. Nell’attesa, il Messina avrebbe concluso un accordo con l’Università per continuare ad utilizzare gli impianti dell’Annunziata almeno fin quando non ci sarà pronto il “Celeste”, con la possibilità di suddividere gli spazi anche per il settore giovanile. Su questo punto, però, occorrerebbe avere massima chiarezza sui termini di utilizzo, per evitare che, come accaduto più volte nel passato, remoto e più recente, dopo qualche mese di “convivenza”, vi siano problematiche legate alla quantificazione degli oneri. Per essere più chiari, meglio definire adesso modalità di pagamento o compensazione sia con il Comune che con l’Università, altrimenti il clima di collaborazione fa presto a trasformarsi in contenzioso, al di là della formalizzazione per le vie legali. La storia dei rapporti tra le istituzioni sul territorio e le varie dirigenze o proprietà del Messina a memoria d’uomo è un vero e proprio rosario di crediti, debiti, lavori a scomputo, mentre sarebbe il caso di evitare incertezze o malintesi.
In definitiva, lo stallo non giova a nessuno, men che meno alle sorti del Messina, e deve essere interesse di tutti superare la condizione di stallo per poter finalmente decollare e non, invece, rischiare di precipitare.
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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