La prima sconfitta del Messina edizione 2021-2022 arriva per mano del Monopoli, attuale capolista del girone, una squadra con tutte le caratteristiche tipiche della categoria, assistita da una condizione brillantissima, un pizzico di fortuna, tantissima determinazione ed umiltà. Mister Colombo nel dopo partita fa i complimenti agli avversari, al di là del risultato, Sasà Sullo (voto 6) aveva avvertito tutti sulle insidie che avrebbe riservato questo inizio di stagione per una rosa costruita partendo da zero, con tanta qualità ma senza compattezza e mentalità, doti che si acquisiscono solo con il tempo e tantissimo lavoro. Perdere fa sempre male, però dal confronto con una realtà già radicata da anni nella categoria emergono alcuni elementi che possono consentire di crescere, non solo da un punto di vista tecnico.
Fino ad oggi, la squadra aveva dimostrato sempre di giocarsela con tutti gli avversari, accusando solo qualche passaggio a vuoto nel corso di ogni singolo match. La serata del “Veneziani”, invece, mette a nudo le imperfezioni fisiologiche di un progetto ancora troppo grezzo per essere giudicato e l’impegno ravvicinato in Coppa Italia allo “Zaccheria” servirà a rimettersi subito in pista per accumulare minuti nelle gambe e continuità.
Lewandoski (6) viene sfavorito dalla deviazione sul cross dell’1-1, mentre in situazione simile il suo collega, a fine primo tempo, si ritrova la palla tra le mani quando Adorante tocca l’assist di Damian. Per il resto, non ha colpe sul secondo gol e si disimpegna solo in interventi di routine. Morelli (5) meglio in fase offensiva che nell’improbo compito di arginare l’indemoniato Guiebre, confeziona un cross perfetto per il momentaneo vantaggio iniziale, perdendo di intensità col passare dei minuti. Celic (5) si trova in difficoltà sulle veloci incursioni degli attaccanti pugliesi, non perde mai il confronto fisico e gioca di posizione sui calci da fermo. Chiede il cambio nella ripresa, dopo non avere chiuso lo spazio su Grandolfo, indisturbato nel battere a rete di piatto in piena area. Carillo (5,5) è fondamentale quando deve accelerare la ripartenza dal basso della manovra giallorossa, compito non sempre portato a buon fine. Sarzi Puttini (5,5), viene messo alla frusta da Novella, esterno di gamba e tempista negli inserimenti, che, però, lascia spazio alle iniziative del numero 16 quando oltrepassa la linea di centrocampo.
Fofana (6) conferma i progressi mostrati a Vibo otto giorni prima, pur rischiando ancora troppo nel disimpegno consentendo al Monopoli qualche ripartenza. Lascia il campo poco prima che la squadra prenda il contropiede da cui nasce la rete determinante per il risultato. Damian (6) prende una botta a fine primo tempo, viene preso in cura dagli uomini di Colombo che chiudono gli spazi al momento di costruire, ma il motore della manovra messinese trova comunque il modo di creare calcio, subendo il calo fisiologico collettivo dopo il gol del sorpasso. Simonetti (5,5) è in ombra nei primi 45’, impegnato nel cosiddetto lavoro oscuro allo stesso modo dell’opposto in campo Distefano (5,5), nella seconda parte non riesce ad incidere come potrebbe.
Baldè (5,5) prende una quantità industriale di botte, così come Adorante (5,5), sotto gli occhi di un arbitro un po’ troppo permissivo, non il primo in cui incoccia il Messina in questo avvio di campionato. L'assenza dello spagnolo pesa notevolmente nell'imprevedibilità e negli strappi dello sviluppo delle giocate di questo Messina, ruolo svolto mirabilmente anche dall'infortunato Russo a Castellammare ed a Pagani.
Gli innesti dalla panchina non portano alcun beneficio alle sorti della gara, pur essendo tutti elementi di ottimo livello tecnico, ma la condizione non si inventa.
Fazzi, Marginean, Busatto, Vukusic e Mikulic sembrano fuori dal contesto di una gara di serie C in cui servono corsa, cattiveria, malizia e non basta avere un progetto di gioco e tanta buona volontà. Per loro un senza voto che confina da vicino con l’insufficienza, vista la difficoltà a calarsi nel clima della sfida cui non sono avvezzi per motivazioni diverse, condizione precaria oppure assenza di esperienza in queste categorie.
Preoccupa l’atteggiamento un po’ passivo seguito al 2-1, con le difficoltà a farsi avanti con il fraseggio cui si è cercato, vanamente, di ovviare attraverso il lancio lungo verso la punta fisica, alla ricerca della seconda palla, oppure lo sfruttamento delle tante punizioni conquistate nei pressi dell’area avversaria.
Il calendario impone ritmi piuttosto fitti e, quindi, non bisognerà attendere molto per capire quanto peserà questo risultato negativo, nel bene o nel male.
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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