Commentare la seconda trasferta consecutiva, seppure a distanza di 40 giorni, con quasi il medesimo risultato pesantissimo subito (5-0 a Torre del Greco, 5-1 ieri) è compito ingrato, ma la gara del “Giovanni Paolo II” o “Nuovarredo Arena” rappresenta in modo evidente il momento vissuto dalla Messina calcistica, caso non frequente in questo sport nel quale, a volte, squadre con grossissime tensioni o problematiche sanno mettere in campo prestazioni solide basate sui valori del gruppo, al di là di tutte le difficoltà che li attorniano. Invece, puntualmente, la disfatta si è materializzata assumendo le sembianze di un avversario tra i più forti del campionato, sul proprio campo in sintetico e di dimensioni molto ridotte.
La Virtus Francavilla rappresenta un modello in questa categoria, ed è un concetto che, dalle nostre parti, occorrerebbe capire e mettere in pratica immediatamente, invece di rincorrere grandeur o blasoni appartenenti ad un passato sempre più lontano. I pugliesi investono sui giovani, anche nella dirigenza, visto che Angelo Antonazzo, 40 anni, ex calciatore, ricopre contemporaneamente la carica di dg e ds, il presidente Antonio Magrì ha creato il brand Nuovarredo, ha ristrutturato lo stadio, possiede da 10 anni questa società, che ha sempre ben figurato in terza serie, raggiungendo più volte i playoff e lanciando diversi calciatori nelle categorie superiori. Ha avuto alle sue dipendenze ottimi allenatori, convinti delle proprie idee e, anche quest’anno, ricorre al minutaggio, spendendo un budget ridotto.
Cosa vuol dire? Che bisogna avere idee chiare e mente aperta per fare calcio quando non si hanno risorse smisurate, e Messina, ormai da 15 anni, non ha proprietà con ingenti risorse finanziarie, non può far leva su un bacino di appassionati potenzialmente interessante, visto che la città, nelle sue componenti imprenditoriali, politiche e sociali, non ha alcun interesse verso il calcio. Detto ciò, la situazione può ancora essere recuperabile, anche se la classifica piange addirittura più del deluso presidente, il cui appello lanciato qualche giorno fa alla città chiedendo aiuto, tramite il profilo social del club biancoscudato, è completamente caduto nel vuoto, come era ampiamente prevedibile. Ma occorre scegliere subito gli uomini giusti, in grado di apportare i correttivi giusti in questa rosa, salvando la categoria.
Non è più tempo di tergiversare o dare alibi a chiunque, in primis ai calciatori, che, ieri, hanno dato vita ad una prestazione troppo passiva per poter tenere il confronto con la Virtus Francavilla in questo momento.
Si dice da mesi che “questa è una squadra troppo giovane”, ma, anche contro i biancoazzurri di Taurino, le prestazioni caratterialmente più deludenti sono venute dagli undici inizialmente messi in campo.
Mister Raciti (voto 5) insiste nel 3-5-2, che già era rischioso considerando l’assenza di ricambi di ruolo in panchina nei difensori centrali, e diventa soluzione di ripiego con l’infortunio di Mikulic nel riscaldamento, altra circostanza verificatasi troppo spesso in questo campionato con i calciatori del Messina, pronti a rinunciare a scendere in campo all’insorgere del primo dolorino.
Questa opzione tattica mette Fazzi (4) e Simonetti (4) sicuramente fuori ruolo e proprio loro, alla fine, risultano essere tra i peggiori in campo, il primo sempre impreciso quando si tratta di impostare e distratto in fase difensiva, l’altro totalmente avulso dalla manovra e imbarazzante sul 4-1 che, di fatto, chiude qualsiasi speranza di rimonta per i giallorossi che avevano appena accorciato le distanze a oltre mezz’ora dalla fine. Un alibi troppo ghiotto per elementi che hanno più volte dimostrato un deficit di carattere in queste prime 21 partite. Malissimo anche Fofana (4), che spreca una quantità industriale di palloni, restando anche schiacciato sulla linea di difesa, così come i suoi compagni di reparto. Il primo tempo vede una squadra schierata su due linee molto strette di difesa e centrocampo, con l’intenzione di recuperare palla e ripartire, eventualità accaduta solo in sporadiche occasioni, nelle quali, così come sui calci da fermo, si peccava di scarsa cattiveria o precisione nella giocata decisiva. Non convince nemmeno Fusco (4,5) incolpevole solo sul rigore e nel 3-0, incerto in occasione degli altri gol ed anche quando si doveva provare a impostare con i piedi. Rondinella (4) non entra mai in partita, dalla sua parte nasce il gol che sblocca la gara, in cui Caporale (giocatore perfetto per una difesa a tre) è libero di controllare, alzare la testa e servire al centro dell’area l’assist a Patierno, nella ripresa sbaglia tempi dell’inserimento nel momento di un timido tentativo di rimonta giallorossa. I due centrali difensivi di ruolo deludono ancora una volta. Celic (4) ha sulla coscienza i gol del primo tempo, determinanti per indirizzare la contesa, mentre Carillo (4) dà segni di vita solo nella fase finale di gara, quando i giochi erano ampiamente fatti. Gli unici a sfiorare la sufficienza sono Konate (5,5) e Marginean (5,5), oltre a Balde (5,5). Konate prova a essere ordinato, si propone in appoggio, non riesce a fare oltre il compitino, Marginean dovrebbe ricoprire il ruolo del leader a centrocampo, visto che è l’unico in grado di tenere botta fisicamente, tecnicamente e tatticamente. Prende la responsabilità di battere tutti i calci da fermo, prova anche la conclusione, sarebbe interessante vederlo in una squadra degna di questo nome, una chimera in questa stagione, almeno fino a ieri. Balde segna il gol della bandiera, inizia da seconda punta, finisce come trequartista, specie non censita nella rosa costruita quest’anno. Infine, Adorante (4,5), tornato nella piazza in cui l’anno scorso non ebbe spazio, che fa un’altra prestazione all’insegna del “vorrei ma non posso”, spreca le poche chance al momento di tirare ed esce nei minuti finali.
Nessuna valutazione per i 4 elementi chiamati a partecipare alla gara quando lo scempio era stato compiuto, se non l’augurio che Spaticchia, Maisano e Giuffrida, oltre a Russo, abbiano la possibilità di giocarsi le proprie chance in un contesto migliore. La palla, adesso, passa al presidente Sciotto, con l’augurio che le prossime decisioni vengano prese, finalmente, a mente fredda, cuore caldo e un pizzico di c..riterio.
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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