Il suo obiettivo principale è il lancio di giovani promettenti, ma il suo legame con Messina è indiscutibile. Carmine Coppola, ex centrocampista di quell’Fc Messina che andò in serie A e di quell’Acr Messina che cercò di ricostruirsi dalla D, ha cambiato ruolo e ricopre ora quello di direttore tecnico del Città di Taormina, ambiziosa realtà che, con la famiglia Lo Re, punta all’Eccellenza e non solo: “È un progetto che si sviluppa sempre con i giovani, aspettando che una società importante possa salire tra i professionisti”. Un obiettivo già certo da domenica, ma si attende solo la matematica: “A Messina si deve creare un vivaio fortissimo e fare in modo che i giovani possano giocare i campionati nazionali, portando entusiasmo in città e ricostruire dalle scuole calcio. Con il Città di Taormina e il gruppo Lo Re portiamo avanti un progetto sui giovani. Il prossimo anno vogliamo fare l’Eccellenza, ma ci interessano di più i giovani, vogliamo farli giocare perché è la nostra finalità”, ha ribadito Coppola che, da messinese d’adozione e procuratore, segue l’andamento del torneo di serie D.

“Sono due squadre costruite per vincere. L’Acr è una squadra importante, di categoria, ma non è ancora fatta anche se è a buon punto in un campionato che è stato molto particolare tra uno stop e l’altro. Credo che dopo Licata sarà tutto in discesa”, ha aggiunto l’ex giallorosso che, nella società del presidente Sciotto, ha uno dei giovani più interessanti, il terzino classe 2001, Paolo Giofrè: “È un under per la carta di identità. Abbiamo fatto un percorso insieme ormai da sette anni, è un ottimo giocatore e farà una carriera importante, anche perché alle spalle ha una famiglia con sani principi”. E le sue prestazioni non sono passate inosservate: “L’anno scorso ha vinto il campionato a Torre del Greco da titolare, aveva offerte da serie C e B ma ha sposato il progetto Acr spinto da me. Nella prossima stagione – ha rivelato Coppola - partirà con la Salernitana (appena promossa in A) e sarà contrattualizzato per tre anni”.

Conferma dell’ottimo lavoro, a livello juniores, fatto dall’Acr Messina ma anche dall’Fc: “Le due società hanno ottimi direttori sportivi come D’Eboli e Rizzieri. Con Rizzieri ci parlo spesso, viene dal Torino e i giovani li conosce. Con D’Eboli siamo amici da anni, la categoria la conosce e ha portato giovani forti come Cretella o Giofrè che avevano richiesta da tutta Italia. È il valore aggiunto dell’Acr, è sempre sul pezzo, sta già lavorando per il prossimo anno per inserire alcuni classe 1999 e 2000. La proprietà se lo deve tenere stretto per fare il salto di qualità”.

Per Coppola, quindi, i giovani di valore devono fare la fortuna di Messina: “Nella mia scuola calcio sto dando giovani a società importanti come Atalanta o Sassuolo, ma a malincuore perché vorrei che passassero nel Messina, per creare un senso di attaccamento che il messinese ha poco per la città. Si deve cominciare dalle fondamenta e la squadra può essere un traino. Non esistono sigle, per me esiste solo la città e deve andare in C. Bisogna investire sulle scuole calcio, bisogna vedere le maglie giallorosse in città, non quelle di altre squadre”, ha sottolineato Coppola, spesso più messinese dei messinesi. Anzi “vedere che i messinesi si insultano tra loro è contro ogni logica”.

Il traguardo tanto auspicato è vicino, ma la serie C non deve essere l’obiettivo finale: “Il Messina deve vincere e lottare per il vertice, costruendo un mattone alla volta”.

Sezione: Il focus / Data: Mar 25 maggio 2021 alle 15:32
Autore: MNP Redazione / Twitter: @menelpallone
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